Corriere dell'Alto Adige

Thöni: «Così si vince ad Adelboden»

Circo bianco in Svizzera: su quel pendio il campione di Trafoi vinse per tre volte

- Fabiano

BOLZANO La coppa del mondo sale ad Adelboden (slalom gigante sabato, speciale domenica), una classiciss­ima del Circo Bianco dove l’infinita classe di Gustav Thöni scrisse pagine tra le più belle della sua carriera. Con tre successi sulle nevi della località svizzera Thöni è l’italiano più vincente (1973-1974-1976), ma la sua memoria va al 1970. «Quella fu l’unica volta che gareggiai sulla Kuonisberg­li. Vinsi la prima manche ma “saltai” nella seconda».

BOLZANO La coppa del mondo sale ad Adelboden (gigante sabato, slalom domenica), una classiciss­ima del Circo Bianco dove l’infinita classe di Gustav Thöni scrisse pagine tra le più belle della sua leggendari­a carriera. Con tre successi sulle nevi della località svizzera Thöni è l’italiano più vincente (1973-1974-1976), ma la sua memoria va al 1970.

Thöni, allora aveva appena 19 anni...

«Quella fu l’unica volta che gareggiai sulla Kuonisberg­li. Vinsi la prima manche ma purtroppo saltai una porta nella seconda. Negli anni Settanta non esisteva l’innevament­o artificial­e, così gli organizzat­ori ci facevano scendere da più in alto, dallo Tschenten dove vinsi tre volte».

E chi vinse nel 1970?

«Karl Schranz. Tuttavia fui premiato ugualmente. A quel tempo facevano le premiazion­i delle due manche».

Era giovane, avrebbe avuto modo di vincere molto da lì a poco: medaglie olimpiche, mondiali e ben quattro coppe del mondo...

«La mia vittoria più bella rimane lo slalom ai Mondiali di St Moritz. Ero ottavo al termine della prima manche, nella seconda infilai una discesa perfetta e vinsi l’oro».

Sabato si corre ad Adelboden. Quali sono le differenze tra Kuonisberg­li e la Gran Risa, l’altra grande classica del gigante?

«Ad Adelboden sono sempre andato bene. È una pista molto impegnativ­a. Il muro finale l’ha resa famosa. Negli anni non è cambiata un granché. È una pista tradiziona­le, mentre la Gran Risa è più moderna».

Stenmark con 5 successi detiene il record di vittorie. Ma anche lei a quota 3 non se la passa male...

«Io sono un po’ più indietro rispetto a lui, ma non mi lamento...».

Nominando Stenmark, il paragone con Hirscher è inevitabil­e. Come la vede?

«Sono due fuoriclass­e che appartengo­no a due epoche diverse. Hirscher ha già vinto sette coppe del mondo e non vedo come l’ottava possa sfuggirgli. Non sbaglia un colpo, è sempre preciso: è solido fisicament­e e mentalment­e. Non escludo possa raggiunger­e il record di Stenmark di 86 vittorie in coppa del mondo».

Secondo lei quali sono gli avversari più accreditat­i di Hirscher?

«Kristoffer­sen è un po’ in difficoltà. Pinturault sta tornando ai suoi livelli. Gli altri austriaci vanno forte, così come gli svizzeri. Ci sono poi tanti giovani interessan­ti che stanno venendo fuori. È un bene che ci sia una ventata di aria fresca».

E gli azzurri?

«In gigante siamo un po’ indietro, ma qualcosa di buono si vede. Tonetti ha fatto delle belle gare, De Aliprandin­i l’ho visto molto bene nella seconda manche a La Villa. La vecchia guardia non molla. Mölgg è sempre lì. Bravissimo. Ha esperienza e si diverte ancora. È un bell’esempio per i giovani».

Nella velocità invece andiamo a mille...

«Paris e Innerhofer sulle pi- ste difficili danno il meglio di sé. E adesso arrivano le discese di Wengen, Kitzbuhel, e Garmisch. Possono fare molto bene».

I giovani?

«Vinatzer è bravo. Maurberger vince in Coppa Europa. Hanno bisogno di punti per poter scendere con pettorali più bassi. I segnali sono incoraggia­nti».

Abbozziamo Adelboden? il podio

«Facciamo così: primo Hirscher, secondo Kristoffer­sen, terzo lo svizzero Meillard. Poi nei dieci mettiamoci anche un paio dei nostri».

Cortina si prepara ai Mondiali e speriamo anche alle olimpiadi. Che ne pensa?

«È una gran cosa per il nostro Paese e per il nostro sport. Intanto pensiamo ai Mondiali tra due anni, poi speriamo di fare anche le olimpiadi. Le piste sono bellissime: una volta ho corso in una discesa libera di coppa del mondo, poi verso fine carriera gareggiai ai campionati italiani di slalom».

Come sarebbero stati un mondiale o un olimpiade a Cortina con Gustav Thöni?

«Correre in casa non è mai facile, ma sarebbe stato bellissimo. Peccato che ormai tornare indietro non si può più...».

Si diverte ancora a sciare?

«Ho dieci nipoti. Mathias ha 15 anni e fa le gare con lo sci club. Io porto a sciare i clienti del nostro albergo a Trafoi. I giorni qui non sono mai noiosi».

 Mondiali e Olimpiade a Cortina? Ci sono piste bellissime, sono eventi che fanno bene al nostro sport e a tutto il Paese

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Inossidabi­le Thöni sulle nevi della sua Trafoi con un piccolo sciatore

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