«Se il divieto fosse stato in italiano oggi mia figlia sarebbe ancora viva»
Tragedia del Renon, l’accusa disperata del padre di Emily. Oggi i funerali della bambina
BOLZANO «Se il cartello fosse stato in italiano, mia figlia sarebbe ancora viva». Voce rotta dall’emozione, si sfoga così al Tg1, andato in onda ieri, nell’edizione delle 20, Ciro Formisano, padre della piccola Emily, 8 anni, di Reggio Emilia, che venerdì scorso, è morta sul colpo, su una pista nera da sci sul Corno del Renon. Emily, i cui funerali si terranno oggi nella cittadina emiliana, si è schiantata con lo slittino contro un albero. La madre, Renata Dyakowska , 38 anni, di origini polacche, che scendeva insieme a lei, si trova ricoverata in gravi condizioni al reparto di Rianimazione dell’ospedale di Bolzano.
«La tragedia si poteva evitare. Sicuramente a mia moglie avrei detto “aspetta un attimo che le indicazioni ci dicono che tu lì non puoi stare, che è un tratto pericoloso” — dice il papà di Emily, che prova a ricostruire gli ultimi istanti prima della tragedia.
«Quando si arriva su — prosegue — è un piano. Saranno una trentina di metri. Poi viene una discesa. Lei non voleva scendere da lì».
Secondo il racconto di Ciro formisano, quindi, la moglie non voleva scendere da quella pista e, sempre secondo il racconto dell’uomo al Tg1, stava solo giocando su quel pianoro in attesa che il marito capisse da quale parte andare. Ma, sempre secondo quanto riportato dalla Rai, non c’era nessuno in quelle ore di quel primo pomeriggio di venerdì 4 gennaio. C’era solo quel cartello in tedesco e, solo in piccolo, il simbolo della slitta sbarrata.
«Me l’ha chiesto Emily - si chiude il racconto di Ciro Formisano - di giocare con lo slittino e di vedere la neve. Era contentissima e non vedeva l’ora di divertirsi». Una giornata che doveva essere di felicità per una famiglia che era venuta in vacanza in Alto Adige e che soggiornava in un residence a Collalbo. Ore spensierate interrotte quasi subito dalla tragedia e dal dolore, dopo l’affitto delle slitte che, invece, dovevano servire a tutt’altro.
Intanto, sul fronte delle indagini, rimangono due gli indagati per omicidio colposo: la madre Renata Dyakowska e il gestore degli impianti del Comprensorio sciistico del Corno del Renon. Quest’ultimo ha, peraltro, annunciato che il cartello, posto in cima alla funivia , dove non inizia la pista di slittino, che, invece, parte dalla stazione intermedia, sarà rimosso e che verrà sostituito con uno completamente bilingue. Il cartello, infatti, è bilingue (compresa l’indicazione di andare a sinistra per la pista di slittino), ad eccezion fatta di quel «rodeln verboten» posto alla fine delle indicazioni».