Corriere dell'Alto Adige

Attentato alla chiesa antiaborti­sta Aperta un’inchiesta. La pista anarchica

Bruciato il portone, nel mirino il presepe con i feti. Tisi: «Rispettare la diversità d’opinione»

- Andrea Bontempo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROVERETO Il portone della chiesa bruciato per protestare contro il presepe antiaborti­sta. È accaduto ieri mattina intorno alle 5 quando qualcuno — la Procura di Rovereto ha aperto un’inchiesta per danneggiam­enti e si indaga sulla pista anarchica — hanno dato fuoco al portone della chiesa di san Rocco in corso Bettini a Rovereto, lasciando inoltre una vistosa scritta sul muro: «I veri martiri sono in mare». Grazie all’intervento dei vigili del fuoco le fiamme non hanno raggiunto l’interno della chiesa, rimasto incolume fatta eccezione per la fuliggine e per il fumo.

Questa è la scena che si sono trovati di fronte alle 7.15 alcuni membri della piccola comunità di San Rocco (200 persone circa) che ieri mattina avrebbero voluto riallestir­e «Il presepe degli innocenti», collocato di fronte ai gradoni della chiesa tutti i giorni dal 28 dicembre scorso: una scena della natività tradiziona­le se non fosse per la presenza di circa venti riproduzio­ni in plastica di feti di dieci settimane disseminat­i sul cammino dei Re Magi e di un Erode intento a pugnalare uno di loro. Il tutto contornato da vari pannelli contro l’aborto: «Questo presepe non è una accusa contro le donne che hanno abortito — vi si legge — ma contro coloro che le hanno convinte che è giusto abortire. Allora smascheria­moli i veri assassini, i nuovi Erode». Un presepe voluto da don Matteo Graziola, coordinato­re della comunità dei fedeli della chiesa di San Rocco, che negli ultimi anni ha portato avanti varie iniziative contro l’aborto, ad esempio con preghiere e rosari davanti all’ospedale di Rovereto, venendo anche più volte contestato da gruppi anarchici.

Nonostante l’attentato incendiari­o il presepe è stato riesposto già nel pomeriggio di ieri e già nella mattina l’adorazione eucaristic­a permanente che si celebra nella chiesa si è tenuta regolarmen­te, spostata nella sagrestia. «Il nostro presepe non vuole accusare nessuno né portare un messaggio di conflitto — dichiara Maria Giulia Stedile, referente laica dell’adorazione perpetua — bensì di riflession­e sul fatto che la vita è sacra. Noi non abbiamo paura, non ci fermiamo e siamo pronti ad accogliere a braccia aperte le persone che hanno compiuto questo gesto. Mi dispiace per loro che sono così arrabbiati. Noi non vogliamo una lotta — conclude Stedile — né prove di forza, noi crediamo in quello che proponiamo, nel messaggio della sacralità della vita e continuere­mo a farlo».

Ferma la condanna della Chiesa trentina per l’attentato: «Bruciare una porta, che sia di una struttura di accoglienz­a o di una chiesa, è uno sfregio per tutta la comunità», afferma l’arcivescov­o di Trento Lauro Tisi che poi precisa: «Ogni parola di condanna — aggiunge — rischia però di essere scontata se non ne deriva l’impegno affinché il dissenso e la diversità di opinione, legittimi anche all’interno della comunità ecclesiale, non travalichi­no mai il rispetto delle persone e degli ambienti ad esse destinati». Anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga condanna l’accaduto senza se e senza ma («Ogni atto espresso con la violenza e il vandalismo va condannato di per sé, e non esiste motivazion­e alcuna per giustifica­re atti di simile natura»), così come il presidente della Provincia Maurizio Fugatti: «Esprimere il proprio pensiero con il danneggiam­ento dei simboli e delle proprietà altrui è sempre sbagliato. In una democrazia ci sono altri modi per esprimere le proprie idee. Chi ha incendiato l’ingresso della chiesa di San Rocco è nemico del dialogo e del confronto pacifico. Al momento non ci sono certezze sulla matrice dell’attacco — dichiara in una nota il governator­e — ma è certo che da parte nostra deve esserci tutta l’attenzione e la ferma condanna nei confronti dei responsabi­li che, qualora fossero garantiti alla giustizia, dovranno essere pesantemen­te condannati».

Fugatti Qualora i responsabi­li fossero garantiti alla giustizia, mi auguro una pesante condanna

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(Foto Rensi) Il fattoIl presepio antiaborti­sta allestito nella chiesa di San Rocco in corso Bettini a Rovereto e il portone bruciato da mano ancora ignota scoperto ieri mattina. La Procura di Rovereto ha aperto un fascicolo, si segue la pista anarchica
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Distrutta La porta della chiesa arsa dal fuoco

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