Quei gesti necessari agli ammalati
Forse perché impreparata allo straordinario allungamento della vita e, dunque, al moltiplicarsi dei casi di non autosufficienza.
Infine la tragedia parla, principalmente parla di qualcosa d’altro ancora, che spiega perché i mariti che ammazzano le mogli gravemente ammalate sono molto più numerosi delle moglie che ammazzano i mariti gravemente ammalati. Non perché sono gli uomini che di solito custodiscono un’arma e perché la sanno maneggiare meglio, e nemmeno perché sono fisicamente più forti o perché più disposi a caricarsi di questa terribile, finale responsabilità. Succede bensì perché nella grande maggioranza dei casi manca loro quella capacità di assistere, quella disposizione a curare, quella sapienza nel soccorre e nel consolare cui tradizionalmente sono state educate le donne le quali, anche oggi in tempi di post femminismo e di parità di ruoli, conservano queste preziose prerogative di umanità. Le hanno imparate, anche senza particolare scolarizzazione, accudendo i bambini oppure occupandosi dei vecchi di casa.
Manca agli uomini, forse più a quelli di alta età, cresciuti nell’ancien règime, quella medesima educazione dei sentimenti e dei gesti necessari ai malati come l’aria: non solo il nutrire, il medicare, lo spogliare e il vestire, ma anche il lavare, il pulire, il pettinare. E poi il parlare, il consolare, il carezzare. Sono, non raramente, analfabeti di queste capacità, gli uomini: perché nessuno glielo ha insegnato, perché, tanto, per queste cose ci sono le donne. Allora, per disperazione, capita che uccidano.
Analfabetismo I mariti uccidono perché non sono stati educati ai sentimenti