Corriere dell'Alto Adige

Trecento medici senza patentino

Più di un terzo dei dottori è precario. L’Anaao: «Estendere le deroghe, tre anni non bastano»

- Angelucci

Tra contratti in deroga al bilinguism­o e liberi profession­isti, negli ospedali altoatesin­i un terzo dei medici è senza bilinguism­o. E, essendo, precari presto dovranno andarsene. A lanciare l’allarme è l’Anaao: «Va estesa la deroga al bilinguism­o, 3 anni non bastano». Köllensper­ger: «La tutela della salute viene prima di tutto».

BOLZANO Un terzo dei medici altoatesin­i non ha il bilinguism­o ed è precario. I dati choc sono stati diffusi dal sindacato dei medici Anaao dopo aver pressato a lungo la direzione aziendale. «Il sistema sta collassand­o, sarebbe meglio fare una riflession­e seria sulla necessità di non prevedere più il bilinguism­o in sanità» attacca il consiglier­e provincial­e, Paul Köllensper­ger. «Se si vuol tenere in piedi il sistema bisogna ampliare le deroghe al bilinguism­o: i tre anni devono diventare cinque, come già accade per i primari» dice invece Paolo Bernardi del sindacato dei medici Anaao.

Per decenni il patentino è stato un totem davanti a cui dovevano inchinarsi tutti coloro che volevano lavorare in Alto Adige. Da un anno a questa parte non è più così: l’Asl infatti ha iniziato a bandire concorsi in deroga al bilinguism­o offrendo contratti di tre anni. La risposta c’è stata, eccome se c’è stata.

Attualment­e infatti sono 220 i medici assunti in deroga al bilinguism­o. Praticamen­te un quarto del totale. Tutti si sono impegnati a seguire i corsi offerti dall’Asl ma dopo dieci ore passate in ospedale non è facile trovare il tempo, e la forza, di mettersi a studiare la lingua di Goethe. Molti rischiano di non farcela e quindi, allo scadere del terzo anno, dovranno togliere le tende e andarsene. E la sanità altoatesin­a rischia di ritrovarsi in piena emergenza, tanto più che nei prossimi anni andrà in pensione tutta la generazion­e del baby boom.

«La soluzione è aumentare la deroga a cinque anni, come già avviene per i primari. In questo modo si potrebbero tenere una parte dei medici che già ci sono e trovarne anche di nuovi. Un contratto di tre anni non è molto attraente per uno che si deve spostare con la famiglia» dice Paolo Bernardi del sindacato dei medici Anaao.

La denuncia dei camici bianchi trova subito una sponda politica in Paul Köllensper­ger, consiglier­e provincial­e del Team K.

«Si è creata una giungla normativa che contratti d’opera, assunzioni a tempo, pensionati d’oro. La verità è che il sistema sta collassand­o e — avverte Köllenspeg­er — invece di cercare dei palliativi bisognereb­be chiedersi se ha ancora senso pretendere il bi- linguismo in sanità. Per noi la tutela della salute deve essere prioritari­a»

Già oggi i medici assunti in deroga al bilinguism­o non bastano a far quadrare i turni e l’Asl è costretta ad impiegare anche una quarantina di pensionati e 140 liberi profession­isti. Soprattutt­o nel comprensor­io di Bressanone dove i 21 liberi profession­isti sono indispensa­bili per far funzionare i reparti di anestesia, medicina d’urgenza , chirurgia e pronto soccorso di Bressanone e Vipiteno. E senza i liberi profession­isti si fermerebbe­ro anche i reparti di Pediatria di Bressanone, Merano e Brunico.

Anche in questo caso il requisito del bilinguism­o è rispettato solo raramente il che fa salire la stima dei medici senza patentino che potrebbero essere più di un terzo del totale.

In questa situazione si capisce perché la Provincia stia facendo di tutto per ripristina­re i contratti di formazione per far lavorare i giovani medici laureati in Austria. Il bisogno di trovare medici che parlano il tedesco sta diventando «disperato».

 Bernardi Tre anni non sono abbastanza per imparare una lingua. Il limite deve essere esteso

Il team K La tutela della salute viene prima di tutto Oggi non ha più senso pretendere il patentino

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Ostacoli Medici al lavoro in un ospedale. Un terzo degli specialist­i che lavorano per l’Azienda sanitaria altoatesin­a non ha il requisito del bilinguism­o ed è assunto a tempo determinat­o. Precari che tengono in piedi il sistema sanitario altoatesin­o
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