Annuncio di Fill «Mi fermo qui»
Il discesista: ho troppi problemi alla schiena, per gareggiare dovrei essere al 100%
BOLZANO Quel volo della scorso dicembre sulla Birds of Prey di Beaver Creek ha avuto ripercussioni più gravi del previsto. L’ematoma rimediato alla schiena non si è assorbito, così Peter Fill ha deciso di chiudere qui la sua annata per dedicarsi al pieno recupero.
«Per questa stagione mi fermo. Per gareggiare devi essere al 100%. Avrei potuto tentare per i Mondiali, ma non ha senso», ha detto. Nato 36 anni fa a Castelrotto dove vive con sua moglie Manuela e i piccoli Leon e Noah, Peter è cugino di Denis Karbon e nipote di Norbert Pier, voce dei Passerotti di Castelorotto che gli ha dedicato una canzone di gran successo sotto lo Sciliar. Un atto dovuto, in quanto il nome di Peter Fill rimarrà per sempre scolpito nella storia dello sci azzurro: nel 2016 il carabiniere di Castelrotto è stato il primo sciatore italiano a portare al di qua del Brennero la coppa del mondo di discesa libera, trofeo che è rimasto nella bacheca della sua casa di Castelrotto anche l’anno seguente. Alla partenza della cabinovia che da Siusi sale all’Alpe, c’è una statua di legno di otto metri in onore della sua impresa. Nel 2017 ha aggiunto alla collezione la terza sfera di cristallo, quella di combinata: un destino scritto per lui, primo italiano sul podio di una gara di supercombinata dal giorno della sua introduzione, a Wengen nel 2006. Tecnico e solido, Peter Fill è stato per anni una certezza della velocità azzurra. Ha supportato le sue qualità con la costanza di un martello. Leggevi le classiche e lui la sua parte la faceva sempre.
In carriera ha raccolto tre vittorie in coppa del mondo, la più prestigiosa della quali sulla Streif di Kitzbuhel tre anni fa, quando dedicò il successo al piccolo Leon. Sull’albo d’oro di Kitz, gli unici nomi italiani oltre al suo, sono quelli di Ghedina e Paris. Peter è anche l’uomo dei piazzamenti: dieci volte secondo, nove terzo. Dai mondiali è tornato con due medaglie, un argento nel superG del 2009 sulle lastre di ghiaccio della temibile Face de Belleverde di Val D’Isere e un bronzo nel 2011 nella supercombinata di Garmisch vinta da Svindal davanti a Christof Innerhofer.
La sua storia partì dai campionati mondiali juniores del 2002 quando si aggiudicò il titolo iridato in SuperG. Quel successo gli aprì le porte della nazionale maggiore e il debutto in coppa del mondo, il 7 marzo del 2002 a Zauchensee in Austria. Correva il 28 novembre del 2008 quando ottenne a Lake Louise la prima vittoria nel circo Bianco.
La carriera di Peter Fill non è certo nuova agli infortuni: nel 2010 durante la preparazione estiva sulle nevi argentine di Ushuaia, riportò un serio infortunio muscolare che lo costrinse all’intervento chirurgico.
Ora arriva un nuovo stop, ma il buon Peter non è tipo da alzare bandiera bianca facilmente, né tantomeno da chiudere una simile carriera nella mestizia di un momento come questo. I Mondiali di Are non li farà, ma tra due anni l’appuntamento con l’iride è sulle nevi della perla delle Dolomiti, a Cortina all’ombra delle Tofane, Ecco allora che il suo è solo un arrivederci: «Tornerò perché non voglio chiudere così la mia carriera. Pensavo di smettere il prossimo anno, e invece il mio obiettivo sono ora i Mondiali di Cortina tra due anni».
Chissà che allora lo zio Norbert non componga e intoni una nuova canzone tutta per lui.