Acqua e Corpo La fotografia di Francesca Lorenzi e le sculture di Laura Marcolini dialogano nella mostra «H2Uman»: un mondo liquido di emozioni, colore e poesia
Oggi l’inaugurazione alla galleria Craffonara di Riva del Garda Le due artiste: «Indaghiamo le inquietudini e le fragilità umane»
Acqua e umano intrecciati senza soluzione di continuità. La narrazione a tratti si fa pura poesia di sguardi, sospesi tra dubbio e desiderio, tra fiducia e disincanto. Una parete di colore blu vivo accoglie il visitatore. Lo sorprende, proiettandolo in un mondo liquido, impregnato del sapore dell’altrove: siamo al Golden Temple di Amritsar, in India. Qui due persone immerse nell’acqua fino alle spalle appaiono assorte in preghiera. Dalla gigantografia che le ritrae una pioggia di parole scende, si allunga sul pavimento. Sono i versi quasi sonori della poesia Acqua di Gabriele d’Annunzio: Acqua di monte, /acqua di fonte,/ acqua piovana/ acqua sovrana. Il viaggio per immagini prosegue in Mali, Birmania, Etiopia, Namibia, accompagnato da un itinerario parallelo: quello della scultura che, tra delicatezza e impeto, indaga le inquietudini dell’umano.
Due artiste trentine, la fotografa Francesca Lorenzi e la scultrice Laura Marcolini, di Riva del Garda e di Arco. Per entrambe il Lago di Garda costituisce «il centro di gravità permanente», l’abbraccio che avvolge ed è fonte di ispirazione. Dalla loro affinità di visione scaturisce H2Uman, la doppia personale che viene inaugurata oggi (sabato 12) alle 18 alla Galleria civica Craffonara a Riva del Garda, in via Giardini di Porta Orientale (visitabile fino al 3 febbraio, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18).
«L’incontro con Laura è stato un bellissimo regalo che il caso mi ha fatto - esordisce Francesca Lorenzi -. Le ho presentato la bozza di un’idea, che insieme abbiamo sviluppato ma soprattutto assemblato, unendo le sue sculture ai miei scatti. Ad animarci un solo intento: il desiderio di provare a emozionare, magari un po’ a stupire, persino a divertire. Abbiamo voluto fondere H2O e Umanità, un tutt’uno che ci accompagna dalla nascita come un grande amore».
Emozioni che Lorenzi, viaggiatrice precoce, assetata di mondo, e delle sue svariate manifestazioni, affida alle immagini fermate dalla sua macchina fotografica. «Mille sono i momenti, che nella fantastica diversità di questo mondo, ci legano quotidianamente all’acqua – osserva ancora - Il suo aspetto mistico nel mondo indù, quello più concreto della pesca in Etiopia, quello ludico in Birmania nel bagno dei bimbi, quello più triste a Timbuktu, dove la sua mancanza porta carestia e povertà». Da oggi pomeriggio, gli spazi della Galleria Craffonara accolgono un dialogo tra le gigantografie di Lorenzi, che copriranno l’intero perimetro delle sale, e le sculture in creta di Laura Marcolini, graphic designer, che per la prima volta espone al pubblico la sua indagine sull’umano attraverso la scultura. «Come pubblicitaria svolgo un lavoro creativo, che comporta però il dover interpretare le esigenze del cliente, mentre l’approccio artistico permette una libertà quasi assoluta – spiega -. Le persone mi interessano dal punto di vista delle loro fragilità, dei momenti di malinconia. Nei miei lavori è un po’ come se apparissero svuotate».
Un vuoto che è però densità, luogo per ritrovare la propria parte più autentica, mistero in cui, tra gli sguardi assorti, appare la timida lumaca, con i suoi tempi lenti e il suo amore per la pioggia. Avanza silenziosa, ma la bava invisibile che lascia dietro di sè è tenace, proprio come certi pensieri o ricordi non smettono di riproporsi. Tra le dieci sculture esposte, l’enigmatico personaggio con un codice a barre sulla fronte: «Davvero si può acquistare tutto?», sembra chiedersi. Un volto di anziana è sconvolto da dubbi e paure, ma c’è anche una giovane bagnante. «L’ho immaginata dopo essere stata sconfitta a una gara. Anche se è a capo chino si risolleverà presto: la capacità rigenerante della giovinezza è con lei», conclude Marcolini.
Opere Gli scatti della fotografa girano il mondo, ma l’acqua che ispira è quella del lago di Garda