Corriere dell'Alto Adige

Due morti sotto le valanghe

Monte Spico, tragico fuoripista: vittima un ventenne di Valdaora Vallunga, alpinista di Novara travolto durante un’ascensione

- Di Luigi Ruggera

BOLZANO Due valanghe sono cadute, a un paio d’ore di distanza una dall’altra, sulle montagne altoatesin­e. Il tragico bilancio è di due morti: il primo è un giovane sciatore altoatesin­o, Jakob Pallhuber, 21 anni di Valdaora, nipote degli ex campioni Hubert e Wilfried. è È stato travolto dalla neve durante un fuoripista in Val di Tures. Poco più tardi, in Vallunga nei pressi di Selva Gardena, un’altra valanga ha travolto, uccidendol­o, un alpinista di Novara di 35 anni.

La prima tragedia

Jakob Pallhuber si trovava assieme alla sorella minore Greta, ed altri quattro amici, a Speikboden - Monte Spico, la località sciistica sopra Campo Tures in valle Aurina. I sei amici, tutti giovanissi­mi, stavano sciando sulle piste battute della località, quando, verso le 10.30, hanno deciso di effettuare un fuoripista, avventuran­dosi nel canalone situato accanto alla pista «Sonnklar», ad una quota di circa 2.400 metri. Il canalone è separato dalla pista da recinzioni e cartelli di divieto, che il gruppetto ha però scavalcato proprio per raggiunger­e il pendio di neve immacolata. Non è del resto la prima volta che gli sciatori della zona, attratti dal fuoripista, decidono di scendere lungo quel ripido pendio, pur essendo vietato.

Pallhuber aveva con se anche l’Arva acceso, l’apparecchi­o di ricerca in valanga, ed era quindi equipaggia­to proprio per affrontare un fuoripista: è stato lui il primo a scendere lungo il canalone, ma appena ha iniziato, al suo passaggio si è staccata la valanga, che lo ha travolto in pieno. «Oltre a lui, anche un altro ragazzo del gruppo era stato marginalme­nte travolto, ma era riuscito a fermarsi, e si era aggrappato ad un albero. Gli altri ragazzi invece erano ancora fermi, a monte, e non sono stati travolti» racconta Walter Unterregel­sbacher, vicepresid­ente del locale soccorso alpino dell’Avs, uno dei primi ad intervenir­e sul posto. «Il ragazzo è stato estratto circa 10, al massimo 15 minuti dopo la valanga, perché due nostri uomini si trovavano già in zona. Ma il giovane sciatore purtroppo era morto». Ogni tentativo di rianimazio­ne, da parte del medico d’urgenza giunto con l’elicottero Pelikan, è stato purtroppo vano. Il ragazzo era infatti stato trascinato per circa 200 metri dalla valanga, larga una cinquantin­a di metri. I soccorrito­ri hanno poi proseguito le ricerche, per un’altra ora, in modo da escludere che qualche altra persona, non appartenen­te al gruppetto di giovani, fosse rimasta sepolta dalla valanga. Sul posto anche l’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites.

La vittima aveva solo 21 anni ed era iscritto alla facoltà di informatic­a dell’università di Graz, ma al tempo stesso, da circa un anno, lavorava presso un’azienda di Brunico. Era un grande appassiona­to di montagna, di sci, di alpinismo, di mountain bike. Jakob faceva parte di una nota famiglia di sportivi: suo papà Josef è un maestro di sci, mentre suo zio Wilfried (Willi) è il pluricampi­one mondiale di biathlon, così come un altro zio, Hubert, è l’ex campione del mondo di mountain bike nonché commissari­o tecnico della nazionale italiana della specialità. La sorella di Jokob, Greta, è una delle promesse azzurre della mountain bike. La ragazza ieri mattina si trovava assieme a lui, ed ha assistito alla valanga mortale che ha travolto il fratello.

«Una tragedia terribile» commenta il sindaco di Valdaora, Georg Jakob Reden, che conosceva personalme­nte la giovane vittima: «Jakob era un bravo ragazzo, simpatico e molto sportivo. Esprimo le mie condoglian­ze alla famiglia».

Il secondo incidente

Famiglia di sportivi Jakob Pallhuber, figlio di un maestro di sci, era il nipote dei campioni Wilfried e Hubert

Poco più tardi, verso le 12.20, in Vallunga un’altra valanga ha travolto un alpinista, che assieme ad un amico stava salendo lungo un canalone per raggiunger­e una cascata di ghiaccio, che i due avrebbero voluto scalare: la cascata «La Piera», molto nota e ambita dagli appassiona­ti del settore. «Non erano ancora arrivati alla cascata e stavano camminando nella neve, con le piccozze e il materiale d’arrampicat­a ancora chiusi nello zaino» spiega Hubert Moroder, del soccorso alpino della Val Gardena del Cnsas. «Si trovavano poco sopra un’altra cascata di ghiaccio, nota come il “Flauto magico”, e stavano salendo ancora, quando la valanga ha travolto uno dei due e lo ha fatto precipitar­e sulle rocce». Un volo che non ha purtroppo lasciato scampo all’alpinista, Gabriele Torno, 35 anni di Novara. Per recuperare la salma, è intervenut­o l’elicottero Pelikan con il verricello. Nella stessa zona, un anno fa, era morta sotto una valanga una guida alpina tedesca. Ieri, per entrambe le tragedie, i carabinier­i hanno effettuato i rilievi di legge.

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Le vittime Gabriele Torno durante una recente scalata su ghiaccio. Nella foto in alto, Jakob Pallhuber (Facebook)

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