Corriere dell'Alto Adige

«Mio figlio in rosa»: Bolzano c’è

Nasce a Bolzano l’associazio­ne «Generation+» a difesa dell’orientamen­to sessuale

- Cataneo

Presentata l’associazio­ne «Generation+», che sostiene anche a Bolzano i minori con varianza di genere e le loro famiglie, Presente Camilla Vivian, mamma di un bimbo che, però, vorrebbe essere una bambina.

BOLZANO Cosa è la normalità? Secondo il vocabolari­o Treccani «è una condizione di ciò che è, o si ritiene normale». Secondo il blog «Mio figlio in rosa», di Camilla Vivian, «la normalità non esiste e la diversità, intesa come varietà, è la vera ricchezza del genere umano».

In occasione della presentazi­one, all’antico Municipio, dell’associazio­ne «Generation+», che si occupa e sostiene i minori con varianza di genere (bambini e adolescent­i che non si sentono a loro agio nel loro genere, ndr) e le loro famiglie, c’era anche Camilla Vivian, che ha raccontato la  Generation+ è nata per iniziativa di Camilla Vivian, attivista e mamma di tre figli, di cui, però, uno vorrebbe essere una bimba, anche se nato del sesso opposto sua esperienza personale. Attivista e mamma di tre figli, di cui, però, uno vorrebbe essere una bambina, anche se nato del sesso opposto. La varianza di genere è stata accettata subito, ma le difficoltà non sono mancate. Sostegno, informazio­ni e consulenze con altre famiglie, che vivono la sua esperienza, ha dovuto trovarle all’estero.

Da qui l’idea di aprire un blog per aiutare altre famiglie. È stata contattata da più di 50 e non solo in Italia. «Da Firenze — ha raccontato — ci siamo trasferiti in Spagna, paese più avanzato e attento su queste tematiche, dove c’è più sensibiliz­zazione. In Italia la varianza di genere è vista come una patologia.Volevo che i miei figli crescesser­o sereni».

L’antropolog­a Michela Mariotto, che lavora a Barcellona, ha conosciuto Vivian per lavoro: «l’Italia — ha sottolinea­to — è ancora molto indietro su questi temi. In Spagna, ci sono strutture di sostegno per le famiglie in Italia no».

Le due donne curano il progetto «genderlens.org», che vuole essere un punto di riferiment­o per i genitori, stampa e scuola sul tema ancora poco conosciuto in Italia. A dare sostegno all’associazio­ne «Generation+» anche l’assessora comunale Maria Laura Lorenzini: «molti non sanno di che cosa si stia parlando — ha rimarcato. Le diversità sono ricchezze, ognuno ha il diritto di vivere una vita, la più felice L’iniziativa

Il tavolo con i relatori in via Portici: seconda da sinistra, Camilla Vivian possibile. Il comune di Bolzano da sempre è attento ai diritti degli altri».

Per la presidente di Generation+, Arianna Miriam Fiumefredd­o «abbiamo l’opportunit­à di sperimenta­re il dialogo tra le differenze su questa tematica. Parlarne è difficile, ma se non lo facciamo lasceremo famiglie e i bambini da soli».

Per il pedagogist­a per l’inclusione sociale e scolastica, Dionisio Aurelio Palazzini Dallaserra «la scuola è un territorio utile per tutta la comunità, apre nuovi orizzonti, creando maggior consapevol­ezza. In alcune scuole sono timorosi di parlare di questo tema. A Trento gli istituti sono più aperti».

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