Fiduciosi, ma stressati: Ipl fa la fotografia dei dipendenti altoatesini
La fotografia scattata da Ipl: più della metà si lamenta per la pressione sui tempi
Sono orgogliosi del proprio impiego, hanno fiducia nel futuro, ma temono lo stress e la difficoltà a conciliare i tempi del lavoro con quelli familiari. È la fotografia dei dipendenti, pubblici e privati, fatta dall’Istituto per la promozione dei lavoratori. Perini: «Va tutto velocissimo e le persone temono di lavorare male».
BOLZANO Sono generalmente orgogliosi del proprio impiego, hanno fiducia nel futuro, ma temono lo stress e la difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia. È la fotografia dei dipendenti (sia pubblici che privati) altoatesini fatta dal’Istituto per la promozione dei lavoratori (Ipl).
All’indomani della manifestazione del pubblico impiego, che ha visto scendere in piazza circa 4.000 persone per la ripresa della contrattazione ed il recupero del potere di acquisto degli stipendi, l’Ipl ha presentato ieri l’indagine sul clima di fiducia dei lavoratori dipendenti in Alto Adige. Nonostante l’andamento economico globale si sia raffreddato nell’ultimo semestre, gli indicatori di fiducia a livello locale rimangono su buoni livelli. Tanto che i lavoratori dipendenti si attendono addirittura una redistribuzione del reddito a loro favore. Tutto questo anche se nel 2018 si è registrata una stagnazione della dinamica export, le presenze turistiche sono in calo all’inizio della stagione invernale, (meno 5% rispetto all’anno record precedente) e il motore dell’occupazione risulta leggermente rallentato. «In Germania c’è un crollo del clima di fiducia nel settore manifatturiero, e sappiamo che ci sono diverse aziende altoatesine fortemente legate al mercato tedesco. Il vento che tira in Germania e in Italia non è dei migliori» dichiara il direttore di Ipl Stefan Perini.
Eppure gli indici di fiducia dei lavoratori restano molto alti. Tutti gli indicatori raffiguranti il mercato del lavoro (come sviluppo della disoccupazione in Alto Adige, rischio di perdere il proprio lavoro, difficoltà nella ricerca di un lavoro equivalente) restano su livelli alti. Scende la quota di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, mentre aumenta il numero di quelle che pensano di poter risparmiare qualcosa nel prossimo anno.
I lavoratori altoatesini che hanno risposto all’indagine dell’Ipl si dichiarano soddisfatti soprattutto dell’immagine dell’impresa in cui lavorano (indice di +41 su una scala da +100 a -100) e del loro stato sociale di lavoratori (+33). Minor soddisfazione viene espressa nella voce retribuzione (+14) e opportunità di carriera (+8). Il peso principale restano sempre i tempi pressanti, il 36% li percepisce come problematici o molto problematici: «La gente ha la percezione di non fare bene il proprio lavoro perché c’è un’elevata mole e intensità, va tutto troppo veloce e la qualità del lavoro si riflette negativamente» afferma Perini. Il 62% dei lavoratori ritiene di poter svolgere la propria attività a 65 anni, considerando il carico fisico e psicologico. Ma il 55% del campione ritiene che i tempi del propio lavoro siano da «leggermente» a «molto» pressanti.
«I lavoratori risentono della pressione dovuta a tempi stringenti e ai cambiamenti organizzativi — riassume la presidente uscente di Ipl Christine Pichler —. A livello sindacale dobbiamo creare i presupposti per evitare che tali carichi diventino eccessivi per operai ed impiegati».