Risanamenti condominiali, è «flop»
L’incentivo non basta. La Cna: cambiare l’iter. La Provincia: inquilini, intese difficili
Gli incentivi provinciali per le ristrutturazioni energetiche stentano a decollare: nel 2019 ci sono state solamente 9 domande, nel 2018 erano state 10. «L’iter è troppo complesso, la Provincia convochi imprese e amministratori di condominio. Queste regole vanno semplificate» denuncia il presidente della Cna, Claudio Corrarati. La direttrice dell’Ufficio energia Petra Seppi avverte: «Lo scoglio principale sono le intese tra proprietari».
BOLZANO I risanamenti energetici non decollano e la Cna accusa la Provincia di aver previsto un iter troppo complicato per accedere agli incentivi. «Bisogna avviare un tavolo per semplificare tutta la materia» avverte il presidente della Cna, Claudio Corrarati. Anche se gli incentivi sono più utilizzati rispetto al passato, i numeri dicono che lo strumento stenta a decollare. Specialmente nel capoluogo. Nel 2018 le domande sono state 10, quest’anno nove, i termini però si chiudono a giugno e in Provincia confidano che arriveranno altre domande.
Il programma
Rendere più performanti gli edifici è uno dei capisaldi del piano Energia 2050 della Provincia. Attraverso i risanamenti energetici infatti è possibile abbattere i consumi di riscaldamento e quindi anche le emissioni inquinanti.
Le regole del 2017 stabiliscono che la Provincia versi in un’unica tranche il 70% delle spese ammissibili a patto che si trasformi l’edificio almeno in un Casaclima C. In questo modo chi ristruttura ha a disposizione il capitale per investire. Tuttavia l’operazione stenta a decollare: gli edifici che dovrebbero essere risanati sono circa 60mila, le domande di contributo sono state una trentina in quasi dieci anni. A Bolzano, ad esempio, ci sono state solo 5 domande. Tutte nel 2018. Quest’anno ancora nessuna. Cifre che, secondo la Cna, sono un campanello d’allarme.
Gli artigiani
«La nostre aziende continuano ad ottenere incarichi di risanamento per singoli appartamenti, ma non per interi condomini. Abbiamo verificato con gli amministratori condominiali — prosegue Corrarati — che la pratica per ottenere gli incentivi è eccessivamente burocratizzata e richiede anche garanzie fideiussorie da parte degli stessi amministratori. Con queste condizioni, l’incentivo provinciale non sta sortendo gli effetti sperati. Chiediamo alla Provincia di convocare un tavolo di confronto con gli amministratori di condominio e le associazioni delle imprese per verificare in che modo è possibile migliorare l’iter di una misura, che rimane comunque valida». Secondo la Cna, una delle criticità principali è legato non solo all’accordo tra proprietari ma alla burocrazia. «L’incentivo è allettante ma — sottolinea il presidente di Cna, Corrarati — non sta ottenendo gli effetti sperati perché gli amministratori condominiali hanno difficoltà ad ottenerlo. Non è facile mettere d’accordo tutti i residenti di un condominio per procedere con i lavori, ma se si trova l’intesa e l’incentivo risulta irraggiungibile per difficoltà procedurali è un’occasione di lavoro persa per le piccole aziende dell’edilizia e dell’impiantistica, oltre che per il raggiungimento degli obiettivi ambientali della Provincia. La ristrutturazione dei Cantiere
Un edificio in fase di ristrutturazione Gli incentivi provinciali per il risanamento energetico stentano a decollare. La Cna chiede nuove regole singoli alloggi, grazie all’anticipo del bonus fiscale istituito dalla Provincia, ha dato negli ultimi anni una spinta decisiva al settore delle costruzioni, fortemente in crisi, fornendo ossigeno soprattutto alle piccole aziende. Vorremmo che un nuovo impulso arrivasse dai condomini. Per ottenere il risultato, probabilmente occorre un tagliando al regolamento dell’incentivo provinciale, da concordare con gli amministratori e imprese».
La Provincia
I nuovi incentivi sono stati introdotti nel 2017. Fino ad allora la Provincia anticipava il 30% delle spese: uno strumento utile poco utilizzato. «Tra il 2012 ed il 2017 abbiamo avuto solo 5 richieste» spiega la direttrice dell’ufficio Energia, Petra Seppi. «Dal 2017 l’anticipo è salito al 70% e i risultati si sono visti subito. Nel 2017 abbiamo avuto 6 domande, nel 2018 sono diventate 10 e quest’anno sono già nove. Ma i termini scadono a giugno quindi — prosegue la dirigente provinciale — prevedo che arriveranno una quindicina di domande». Sulla complessità delle regole, Seppi chiarisce che una delle criticità maggiori è l’accordo tra i proprietari. «Per accedere all’incentivo del 70% occorre l’accordo di almeno 5 proprietari. Questo è stato pensato per incentivare le persone a mettersi d’accordo».