Vecchioni: «Canto Alex Zanardi e Leopardi»
Mercoledì il cantautore con il tour «L’Infinito». «Dedica a Manuel Bertuzzo»
Roberto Vecchioni arriva mercoledì prossimo all’Auditorium Santa Chiara di Trento con il tour «L’Infinito». Uno spettacolo che ruota attorno al nuovo album e narra in musica personaggi come Alex Zanardi, Giulio Regeni, la guerrigliera curda Ayse, il poeta Giacomo Leopardi.
E’ già stato in Trentino-Alto Adige?
«Amo molto questa regione e soprattutto Trento, dove adoro tornare perché c’è una grande concentrazione di persone che ascoltano la canzone d’autore. Direi che il trentino è un po’ una nicchia in Italia per la musica d’autore, la prosa e la cultura in generale. Amo scorgere le montagne e guardarmi dentro. Penso al Trentino e la mia mente ritorna all’Accademia di Alta Formazione Musicale dell’Alto Adige, ai teatri a cielo aperto dove i concerti sono più «alti» e indimenticabili. Inoltre, ritornare in Trentino per me è una festa»
Trentino-Alto Adige Amo questa regione dove i concerti sono sempre indimenticabili, tornare qui è una festa
Con Guccini Guccini torna a cantare con me in questo disco, narriamo gli eroi di oggi, più forti del destino
Crede di essere d’ispirazione per i giovani?
«Era più facile negli anni 70. Oggi è tutto più difficile, non solo per il cantautorato ma anche per la cultura, la letteratura, la musica, il teatro. Oggi è tutto più rapido, immediato e frenetico. Così la musica e la cultura in generale ne seguono i ritmi e modi. Non disdegno le sperimentazioni musicali o il nuovo modo di rivendicare dei ragazzi di oggi, dico solo che oggi, un ragazzo che si avvicina al mondo del canto d’autore, è una vittoria in più. Nella prima parte del concerto, emerge un mio concetto relativamente recente, (una riflessione che porto avanti da 10 anni) di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima».
Nel nuovo album c’è anche il ritorno sulla scena musicale di Francesco Guccini, nel brano ispirato a Alex Zanardi
«Io e Francesco Guccini volevamo rivolgerci alle nuove generazioni nell’unico modo che sappiamo fare: cantando parole che arrivassero nel cuore delle persone, che parlassero di eroismo vero, quello che grandi uomini, fonte di ispirazione per molti. Alex Zanardi per me incarna l’immagine di un uomo coraggioso, più forte del suo destino, Un uomo che va oltre i suoi limiti. La storia del campione è la metafora della “passione per la vita che è più forte del destino” e che va oltre tutto e tutti. E da qui, ho deciso di dedicare l’intro del mio concerto anche a Manuel Bertuzzo, ragazzo valoroso e straordinario che ha fatto di una tragedia una potenzialità. Ce ne sono molti di uomini e donne che fanno del loro destino una nuova opportunità, e credo sia importante ricordarli. Sono uomini mai sconfitti, che hanno una forza umana meravigliosa. Francesco Guccini appena ha sentito la canzone se ne è subito innamorato. Da lì la nostra collaborazione è stata scontata… In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera. Forse per questo Francesco Guccini (che ho fortemente voluto), ha scelto di cantare con me».