Provinciali, sanzioni in aumento
Codice di condotta: le violazioni accertate passano da 11 a 24. Cgil: funzionari, più formazione
Con il nuovo codice di comportamento, i dipendenti provinciali non possono più sgarrare. Da quando sono entrate in vigore le nuove regole il numero di sanzioni inflitte ai dipendenti è raddoppiato. Dalle 11 del 2017 si è passati a 24. «Il problema principale sono gli incarichi non autorizzati» spiega il responsabile anticorruzione, Eros Magnago. La Cgil: «Spesso i dirigenti sono poco formati per gestire il personale»
BOLZANO Con il nuovo codice di comportamento i dipendenti provinciali devono rigare dritto. Le regole introdotte lo scorso anno infatti hanno fatto raddoppiare le sanzioni. «Il problema maggiore sono gli incarichi non autorizzati» spiega il responsabile dell’anticorruzione Eros Magnago nella sua relazione annuale. Secondo la Cgil però il problema maggiore sono i dirigenti: «Spesso si tratta di ottimi tecnici che però fanno fatica a gestire il personale. E così le situazioni si incancreniscono e si arriva alle sanzioni» commenta Ulli Bauhofer della Funzione pubblica Cgil.
Le cifre contenute nella relazione del responsabile anticorruzione dimostrano l’impatto che il nuovo codice di comportamento entrato in vigore lo scorso agosto ha avuto sull’amministrazione provinciale. Anche se il numero di segnalazioni è passato — una trentina su quasi 13mila dipendenti — gli effetti del giro di vite sono visibili a occhio nudo. Tra il 2017 ed il 2018 il numero di comportamenti scorretti segnalati è rimasto invariato (da 34 si è passati a 34) ma le sanzioni sono più che raddoppiate. Nel 2017 erano state solamente 11, nel 2018 sono state 24. Ma la cifra potrebbe aumentare visto che ci sono ancora cinque procedimenti pendenti. Ma il raddoppio delle sanzioni indica chiaramente che, rispetto al passato, c’è stato qualche cambiamento.
In cinque casi — nel 2017 i casi erano stati solamente tre — è addirittura partita una segnalazione in procura perché si trattava di illeciti penalmente rilevanti. Ovvero uno caso di per false attestazioni in servizio, uno di falsa allegazione ai moduli di missione, uno per peculato, uno per false dichiarazioni e uno addirittura per minacce. In un caso è scattata la sospensione dal servizio, in due casi invece si è arrivati alla riduzione dello stipendio.
«La Provincia ha sempre avuto un approccio garantista ma ora che è stato formalizzato il codice di condotta non ha molto margine di manovra. Ma nella maggior parte dei casi non si tratta di fatti gravi, il problema principale — sottolinea Magnago — riguarda gli incarichi extra dei dipendenti. Spesso non viene richiesta l’autorizzazione e dunque scattano le sinevitabili sanzioni previste dal codice di condotta».
Un’altra novità del 2018 riguarda il whistleblowing. Con l’approvazione della legge che tutela chi fa segnalazioni anonime, il numero di procedimenti è aumentato. Le segnalazioni arrivate al responsabile anticorruzione sono state ben 13.
Come previsto dalla legge, la relazione del responsabile anticorruzione è stata esaminata anche dall’Organismo di valutazione (Oiv) che ha espresso qualche piccolo rilievo. In particolare i responsabili dell’Oiv Elena Eccher e Wolfgang Bauer sottolineano la necessità di prevedere maggiori controlli per v«erificare la veridicità delle dichiarazioni rese sull’insussistenza di cause di inconferibilità di incarichi» e chiedono di individuare «in maniera più dettagliata le misure da prendere per prevenire atti di corruzione all’interno dell’amministrazione».