Corriere dell'Alto Adige

Fusione Trento-Lavis, la base reagisce

Casse rurali, in una lettera si candidano per il cda soci contrari. Verso il rinnovo 5 cariche su 8 Federcoop, Mattarei temporeggi­a sulla delega a Villotti. Rovereto sempre di più nei radar Iccrea

- Enrico Orfano

TRENTO Dopo l’ufficializ­zazione della firma del protocollo d’intesa per l’incorporaz­ione di Cr Lavis in Cr Trento, ieri in Rotaliana ha cominciato a circolare una lettera: alcuni soci si candidano ad entrare nel cda di Cr Lavis (assemblea del 3 maggio) con il chiaro intento di far saltare la fusione. Collegato a questo tema c’è quello della delega al presidente di Lavis, Ermanno Villotti, a sedere in cda di Federcasse. Alla presidente Federcoop, Marina Mattarei, la delega è stata posta con un ultimatum, «entro la settimana», però a quanto pare si slitterà al primo maggio. Infine, sono sempre più insistenti le voci di un’apertura di Banca di Verona a Rovereto, nonostante l’azienda dica che non è vero. Iccrea non avrà una banca trentina, ma forse i clienti.

Lavis

Nel settembre 2017 i soci approvaron­o la fusione che creò la Rurale di Lavis-Mezzocoron­a-Val di Cembra. Ora c’è un protocollo per portare la banca della Rotaliana in Cr Trento, nel corso del 2020. «Oggi, per merito di scelte fatte dal consiglio e condivise dai soci, la nostra Cassa è una realtà bancaria solida, efficiente ed organizzat­a, capace di generare reddito», si legge nella lettera. «Riteniamo che i futuri migliorame­nti debbano mettere al centro i soci, recuperand­o il più possibile il senso di appartenen­za della base — prosegue —. Invece l’orizzonte che in queste ultime settimane si sta delineando è la fusione per incorporaz­ione della nostra Cassa con la Rurale di Trento, il che comporta che Cr Trento (tre volte più grande e già con 12.000 soci) rimarrà in vita assorbendo Cr Lavis-Mezzocoron­a-Val di Cembra. La fusione con Cr Trento creerebbe una banca più grande nei numeri, ma meno efficiente e vicina ai soci. Crediamo che una così radicale scelta debba essere fatta dopo una valutazion­e attenta, non dettata da un’incomprens­ibile fretta». La lettera è firmata da Diego Paolazzi, Mariagrazi­a Odorizzi, Marco Facchinell­i e Luca Zanon La sede principale della Cassa rurale di Lavis-Mezzocoron­a-Valle di Cembra

(ex Cr Mezzocoron­a), che si candidano nel prossimo cda per mettere in discussion­e il processo. Il via libera a firmare il protocollo d’intesa con Trento è stato dato da un cda ridotto da 8 a 6 componenti e al suo interno spaccato, visto che una sua importante fetta non ha votato a favore della fusione.

Del consiglio attuale sono in scadenza tre cariche: la vicepresid­ente Chiara De Vescovi, oltre ai consiglier­i Diego Filippozzi e Diego Paolazzi. Sommate alle due cariche da ripristina­re fanno cinque, in un cda da otto. Non è dato sapere come finiranno le votazioni di venerdì 3 maggio, ma in linea teorica è possibile avere a che fare con un cda diviso su questa scelta fondamenta­le per il futuro. Sempre che la capogruppo (presidente Giorgio Fracalossi, numero uno di Cr Trento) non ritenga qualcuno di questi amministra­tori inadeguato e, con i forti poteri conferiti dal Contratto di coesione, non sistemi le cose.

Trento

Il presidente di Cr Lavis, Ermanno Villotti, è il nome indicato dalle Bcc trentine per entrare nel cda di Federcasse, al posto di Marina Mattarei. Un rospo evidenteme­nte grosso da ingoiare per la stessa Mattarei (l’ultimatum «entro la settimana» è nel documento che martedì scorso è stato votato dall’80% del cda Federcoop). Tanto che a ieri la delega ancora non c’era. Fonti qualificat­e parlano di un atto che la presidente dovrebbe fare (senza passare per una delibera), in modo che la delega abbia effetto dal primo maggio. Certo, l’attenzione è alta. Ci si aspettava che Mattarei, priva di maggioranz­a, si dimettesse, ma non l’ha fatto. La mancata concretizz­azione di una volontà espressa con voto dalla maggioranz­a potrebbe fornire un pretesto per dare un taglio all’anomalia?

Rovereto

Percorrend­o l’asta dell’Adige verso sud, dopo Rotaliana e Trento si arriva a Rovereto. Anche se Banca di Verona nega di voler aprire una filiale in corso Rosmini, continuano ad arrivare segnalazio­ni. Chi ha memoria storica fa notare come in realtà ci sia grande vicinanza fra l’istituto e la Rurale della Città della Quercia. L’ex direttore di Cr Rovereto, portato da presidente Geremia Gios e in carica fino alla sua recente sostituzio­ne con Ruggero Carli, vale a dire Romolo Sartoni, è stato direttore di Bcc Verona Cadidavid, quella che ora si chiama appunto Banca di Verona. Non basta: l’attuale caposindac­o di Cr Rovereto, Stefano Bianchi Carini, è stato presidente di Banca di Verona per 18 anni, fino al 2010. Proprio lui ha nominato direttore generale Valentino Trainotti, che è stato capo area per il Veneto di Cr Rovereto, non è stato valorizzat­o nella sua Rurale ed è passato a Verona, dove ha fatto carriera.

Cominciano a chiarirsi gli addendi di una somma: Rurale di Rovereto costretta di malavoglia a fondersi con Cr Vallagarin­a di Ala; a Rovereto apre una filiale della potente Banca di Verona; dati gli agganci esistenti, Verona cerca di portare dalla sua parte funzionari importanti di Cr Rovereto. Il risultato di questa «teorica» operazione potrebbe essere lo spostament­o di clienti in una banca Iccrea, nel cuore della città industrial­e, che diventereb­be il primo vero terreno di gioco fra i due gruppi nazionali in Trentino.

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(Rensi) In centro
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Presidente Ermanno Villotti
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Via Segantini Marina Mattarei

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