«I medici non sono bilingui? Assumiamo degli interpreti»
Senza patentino 342 camici bianchi. La mozione si rifà al «modello Monaco»
Sul modello di Monaco, l’idea dei Verdi per risolvere la questione dei dottori in difficoltà con l’italiano o il tedesco e garantire il pieno bilinguismo negli ospedali altoatesini. In tutto i sanitari senza patentino sono 493, di cui 342 medici. Sul tavolo anche corsi facoltativi di traduzione e interpretariato.
BOLZANO Interpreti professionali per affiancare i medici che hanno problemi con l’italiano o con il tedesco. Questa la proposta del gruppo consigliare dei Verdi che verrà presentata nella prossima sessione del Consiglio provinciale (oggi la prima seduta).
Negli ultimi mesi gli animi intorno al tema del bilinguismo in Alto Adige si sono di nuovo scaldati per il fatto che non si trova sufficiente personale medico-sanitario che padroneggi entrambe le lingue ufficiali della Provincia. Al momento sono 493 le persone senza patentino all’interno del personale sanitario qualificato: fra questi 342 sono medici, 147 infermieri e 3 ostetriche. Ingaggiare traduttori e interpreti professionali nel campo della sanità sarebbe — secondo i Verdi — una soluzione ragionevole al problema, prendendo come modello l’ospedale di Monaco che offre un servizio interno di interpretariato in 35 lingue: «Da una interrogazione abbiamo saputo che in Alto Adige questo servizio viene offerto a persone di tante altre madrelingue attraverso i mediatori culturali che permettono la comunicazione necessaria tra medico e paziente — afferma Brigitte Foppa, consigliera provinciale —. Nel caso dell’italiano e del tedesco, in caso di necessità, ci si arrangia grazie ad altro personale presente che si fa carico della traduzione quando il medico non parla la lingua del paziente». Secondo Foppa «il personale qualificato in ambito sanitario non ha competenze in tradizione e interpretariato, quindi si dovrebbe puntare a una comunicazione accessibile e di qualità per un ambito così delicato come la salute». In aggiunta, nella mozione vengono previsti dei corsi di formazione e di aggiornamento facoltativi per il personale infermieristico e medico in ambito di traduzione e interpretariato.
E sempre in tema di bilinguismo, per combattere la fuga dei cervelli in un’altra mozione i Verdi chiedono l’attribuzione automatica del «patentino» ai laureati di Bolzano e Innsbruck. «Il tradizionale esame provinciale di bilinguismo non è oggi l’unica strada per conseguire il patentino, infatti si può conseguire attraverso una certificazione europea come il Goethe Institut o il TestDaF per il tedesco e il Celi o il Cils per l’italiano, e se ci si diploma in una scuola superiore di lingua italiana e ci si laurea in un’università di lingua tedesca o viceversa. È paradossale — osserva Riccardo Dello Sbarba — che da questa impostazione siano escluse la laurea presso l’università trilingue di Bolzano, lo studio bilingue della Scuola superiore di sanità Claudiana e lo studio bilingue integrato di giurisprudenza di Innsbruck: tutto percorsi plurilingui di alta formazione, cui però non consegue il riconoscimento del patentino di bilinguismo». La fuga di cervelli è da fronteggiare: «L’Alto Adige ha bisogno di laureati che restino nel territorio riconoscendole il loro bilinguismo reale» concludono i Verdi.