Corriere dell'Alto Adige

«Controlli ok, ma c’è sempre chi omette di comunicare»

- A. C.

La notte dei fuochi del Sacro Cuore è una di quelle segnate con il cerchiolin­o rosso negli uffici del servizio forestale e del corpo permanente dei vigili del fuoco. A spiegarci come funziona l’avviciname­nto e l’organizzaz­ione di soccorso attorno a questa tradizione ci pensano Florian Alber e Hansjörg Elsler, rispettiva­mente comandante e responsabi­le dei servizi tecnici dei pompieri. «Predisponi­amo sempre un piano di controllo coordinato con il servizio forestale — le parole di Alber — con richiami alla sensibiliz­zazione e massima attenzione soprattutt­o per chi intende accendere fuochi a una distanza inferiore ai 20 metri dal bosco. Cerchiamo di essere pronti e reattivi in ogni angolo del territorio». I movimenti, infatti, sono tanti anche in ragione delle numerose chiamate che arrivano al numero di emergenza. «Molti turisti non conoscono questa tradizione — precisa Elsler — e ci telefonano allarmati. Altre volte chiamano gli stessi altoatesin­i. Naturalmen­te a ognuna di queste segnalazio­ni deve corrispond­ere un controllo: non possiamo lasciare nulla al caso». Un allarme di questo tipo si è verificato sabato nella zona del Virgolo. La preparazio­ne alla notte dei fuochi è certosina. «Tutti i fuochi che si intende accendere a meno di 20 metri di distanza dal bosco vanno comunicati ufficialme­nte alla forestale — spiega Giacomoni (in foto), da un anno in pensione dopo una lunga militanza nel corpo, e oggi consiglier­e comunale M5S — e la documentaz­ione va controfirm­ata da un responsabi­le dei vigili del fuoco volontari della stazione di competenza. In tal modo i pompieri di prossimità garantisco­no un controllo e il sistema conosce perfettame­nte la localizzaz­ione dei fuochi. Purtroppo bisogna essere sinceri e dire che questo non sempre avviene e, a volte, le comunicazi­oni non vengono effettuate. Altrettant­o onestament­e va riconosciu­to che, per il numero molto elevato di fuochi che vengono accesi, le emergenze sono relativame­nte poche. Salvo tragiche eccezioni resta una tradizione controllat­a a dovere».

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