Materia Prima
In mostra 10 artisti internazionali a Palazzo Aliprandini di Livo Alberi, ambiente, frutta diventano opere d’arte, installazioni e ricerca
Succede a volte che l’espressione artistica, pur con altri mezzi, sottoponga la realtà a un’indagine altrettanto incalzante quanto la logica serrata di un sillogismo. Lo evidenzia la mostra di arte contemporanea Materia Prima allestita in queste settimane negli spazi di Palazzo Aliprandini Laifenthurn a Livo, nel cuore della Val di Non. Ad essere indagato in questo progetto che coinvolge dieci artisti di livello internazionale e due gallerie, Curva Pura di Roma e Boccanera di Trento, è l’elemento costitutivo, l’idea fondante del processo creativo per ciascuno dei dieci artisti presenti, che declinano in modo personale la ricerca, partendo comunque da quel termine «materia» che accomuna tutti gli approcci e anche etimologicamente riporta al legno, alla sostanza del melo, protagonista predominante dell’economia della valle. Ed è, nell’installazione di Ugo Piccioni, un melo vivente, posizionato con la sua zolla di terra in un grande basamento e dai cui rami spuntano lettere anziché frutti, che si fa metafora visiva del legame dell’indagine artistica. La mela con tutto il suo carico simbolico è anche al centro del lavoro di Piotr Hanzelewicz, artista di origini polacche, che ne ha create centinaia, sotto forma di disegni oppure di oggetti tridimensionali, con la collaborazione della madre e degli alunni delle scuole del luogo per raccoglierle poi in 40 scatole di legno che evocano la raccolta dei frutti reali. Oppure ad essere evocata come principio costituente è la natura, nelle opere esposte di Medina Zabo che lavora con materiali come i telai dismessi delle api, dando loro una nuova forma e vita, lasciando intendere che non si tratta di un intervento definitivo, ma solo di un passaggio. Anche Federico Seppi usa legni di recupero, di larice e abete, che poi ricopre con lamine di rame ossidato in un processo lentissimo oppure con guazzo d’argento, che esaltano
la forma concettuale di una goccia d’acqua o l’argilla di un terreno. Nel trittico di tavole in osb, un materiale industriale, la pittura ricercata di Arianna Bonamore lascia emergere dal complesso monocromatismo di fondo, di nuovo in un processo laborioso, singoli elementi figurativi che paiono condensarsi autonomamente. Rosario Vicidomini, Cristian Avram, Veronica De Giovanelli e Pasquale Nero Galante svolgono pure la loro ricerca attraverso la pittura, ad olio o meno, ma sempre in un lungo processo di stratificazione e anche di raschiamento e sottrazione per arrivare all’essenza, che siano simulacri di morte come in Galante, o paesaggi geologici dilavati e privati di ogni naturalismo in De Giovanelli, oppure ancora nei continui rimandi cromatici di Avram e nella pittura quasi monacale di Vicidomini, da cui emerge l’incidenza della luce che si fa materia. Infine la doppia serie di fotografie di Claudio Orlandi gioca sull’inganno della nostra percezione della natura, di aspetti e fenomeni che pensiamo di cogliere nella loro verità prima di scoprire che negatività e positività possono essere confuse. Se l’oggetto esplicito dell’indagine artistica di questa mostra curata da Michela Becchis è la «materia prima» dell’arte, a manifestarsi è nelle variazioni proposte dagli artisti l’inscindibilità della possibile idea matrice dal processo creativo che da essa parte e include addirittura l’ambiente e la ricezione di chi guarda. Il progetto nato dalla collaborazione delle due importanti gallerie, deputate entrambe, una nella capitale e l’altra in regione, all’arte e ricerca contemporanee è un primo esperimento di respiro extraterritoriale e si avvale del sostegno e della partecipazione dell’associazione culturale locale Il Quadrifoglio che per la prima volta si occupa a Livo di arte contemporanea.
«In realtà -precisa la curatricesi tratta di dieci mostre personali piuttosto che di una collettiva. Abbiamo dato spazio ai singoli artisti di esprimersi e indagare sul tema proposto. Le stanze del palazzo Aliprandini sono state luogo ideale per questa mostra». Materia prima che ha il patrocinio anche della Provincia Autonoma di Trento, della Regione Trentino Alto Adige e del Consorzio dei Comuni del Trentino resta aperta fino al 21 luglio prossimo.