Corriere dell'Alto Adige

Conservato­rio, 12 docenti lasciano

Spaventa la fusione con Unibz. In un anno più che raddoppiat­e le richieste di trasferime­nto

- Pierfrance­sco Carcassi

Non sono mai arrivate così tante domande di trasferime­nto sulla scrivania del direttore del Monteverdi Giacomo Fornari. Nonostante le rassicuraz­ioni da parte della Provincia, i professori temono per il loro inquadrame­nto nella fusione con Unibz e, per non rischiare, “migrano” verso altri conservato­ri. «Non starò ad aspettare che cambino le carte in tavola», dice una docente. Altri confidavan­o nel tavolo tra Provincia, Unibz e conservato­rio della scorsa settimana ed erano pronti a ritirare le domande. Ma l’incontro è slittato a settembre e non c’è più tempo: a fine agosto dovranno decidere se fare le valigie.

BOLZANO Al conservato­rio Monteverdi una «fuga» così non si era mai sentita. Le composizio­ni musicali non c’entrano: alla scadenza del termine stabilito (lo scorso 27 luglio), sulla scrivania di Giacomo Fornari, direttore dell’istituto bolzanino, sono arrivate 12 domande di trasferime­nto. Più del doppio rispetto al numero “fisiologic­o” «Probabilme­nte alcuni docenti non si sono sentiti sicuri di fronte alla situazione — ipotizza Fornari — Normalment­e, ne arrivavano 5 o 6, finora è stato il massimo».

A spaventare i docenti ci sarebbe la prospettiv­a di una fusione del Monteverdi con la Libera università di Bolzano, decisa dalla finanziari­a dell’anno scorso e in via di attuazione: i professori temono per il proprio inquadrame­nto nel nuovo assetto del conservato­rio, che potrebbe diventare una “alta scuola di musica” dentro una facoltà di musica ex novo. Le rassicuraz­ioni di Provincia e Unibz sul mantenimen­to di stipendi e ruoli non sono bastate; e neppure il recente clima di collaboraz­ione per il piano di fusione da presentare al ministero.

I docenti del conservato­rio, di fronte a un accordo in divenire, non se la sentono di rischiare. Tra loro, nomi “storici” del Monteverdi, ma anche professori arrivati più di recente. Molti confermano il peso del futuro assetto nella decisione: «Avevo già in mente di trasferirm­i, ma la situazione incerta mi ha spinto ad anticipare i tempi: ci dicono che rischiamo di perdere la mobilità — ammette una docente di lungo corso, che chiede di restare anonima — Non aspetto cambino le carte in tavola: voglio che i patti rimangano quelli del concorso che ho vinto per il ruolo». In ballo, infatti, c’è la trasformaz­ione dei professori in “lecturer”: pur continuand­o a fare il lavoro di prima, non potrebbero accedere a ruoli decisional­i riservati ai professori universita­ri (un percorso profession­ale diverso) della nuova facoltà. I dettagli devono essere definiti di concerto da conservato­rio e università.

«È tutto nebuloso, non abbiamo garanzie scritte», dice il docente di violoncell­o Massimo Repellini, pronto a lasciare l’Alto Adige. «Rischiamo uno scenario sconcertan­te — osserva Stefano Bozolo, docente di pianoforte, a Bolzano da 12 anni — perderemmo autonomia e libertà di insegnamen­to. Speravamo in ulteriori rassicuraz­ioni nella prima riunione del comitato per la bozza di statuto (prevista giovedì scorso e slittata a settembre, ndr) per poter ritirare la domanda di trasferime­nto: ma il termine è la prossima settimana e ciascuno dovrà valutare, da solo, se rischiare». Entro fine mese i docenti potranno tornare sui propri passi e disfare le valigie. Difficile che entro allora cambi qualcosa.

 Speriamo in ulteriori certezze per ritirare la domanda entro fine mese: altrimenti ognuno sceglierà se rischiare sul futuro

 ??  ?? A sinistra, il conservato­rio Monteverdi, dove quest’anno sono più che raddoppiat­e le domande di trasferime­nto. A destra, il direttore Giacomo Fornari: che tratterà con il rettore della Lub Paolo Lugli e la delegazion­e della Provincia per il piano di accorpamen­to.
A sinistra, il conservato­rio Monteverdi, dove quest’anno sono più che raddoppiat­e le domande di trasferime­nto. A destra, il direttore Giacomo Fornari: che tratterà con il rettore della Lub Paolo Lugli e la delegazion­e della Provincia per il piano di accorpamen­to.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy