Gli artigiani attaccano la Lega «Sete di potere, voto pericoloso»
Il presidente Apa: ci fa rischiare l’Iva al 25%
Gli artigiani di Lhv Apa attaccano frontalmente la Lega. «Il proposito di voto di Matteo Salvini sconfina in una forsennata ossessione per il potere» attacca il presidente Martin Haller che teme l’instabilità porti l’Iva al 25%.
BOLZANO Gli artigiani altoatesini temono il voto anticipato. «Se si va a elezioni è presumibile che la legge finanziaria non sarà approvata per tempo» paventa Martin Haller che punta il dito contro Matteo Salvini. «Il suo proposito di andare alle urne — osserva il presidente di Lvh Apa Confartigianato — sconfina in una forsennata ossessione per il potere».
Un attacco frontale al segretario federale della Lega che, a sentire Haller, parrebbe più interessato ai propri destini politici rispetto alle sorti dell’economia del Paese e dell’Alto Adige.
«Se non sarà presentato entro l’autunno un piano di bilancio — continua il leader degli artigiani — l’Iva schizzerà dal 22 al 25%, colpendo in modo pesante la popolazione e le aziende. Invece di aiutare l’economia, come prometteva inizialmente il governo, si fa di tutto per frenarla».
Ragioni che riecheggiano quelle espresse dalla Svp, determinata a supportare la costituzione di un esecutivo ponte che possa mettere i conti in sicurezza, approvando la manovra di bilancio.
Posizioni condivise da tutto il gruppo Autonomie che ieri al Senato, guidato dalla capogruppo Julia Unterberger, ha contribuito con posizione compatta a mettere la Lega in minoranza sulla richiesta (condivisa da Fi e Fd’I) di discutere già oggi la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte. La questione, invece, verrà messa a calendario per il prossimo 20 agosto.
«È una questione di rispetto istituzionale — sottolinea Unterberger — non è accettabile che sia messa ai voti una mozione di sfiducia al presidente del consiglio, senza averne ascoltato prima le comunicazioni che, peraltro, potrebbero superare la mozione stessa».
Per la senatrice della Volkspartei, un’ulteriore cartina al tornasole di una mancanza di buon senso da parte del Carroccio.
«Non è comprensibile cosa sia cambiato in una settimana — incalza — gli stessi che solo pochi giorni fa avevano votato la fiducia a Conte, ora propongono la mozione di sfiducia. Cosa è successo, poi, di così urgente per chiamare il Senato al voto del calendario nei giorni a ridosso di Ferragosto? E, di più, chiedere di
Promesse Era stato assicurato aiuto alla economia invece la si frena
Effetti Se non sarà presentato il bilancio in autunno le aziende soffriranno
convocare l’aula nel giorno del primo anniversario della tragedia di Ponte Morandi a Genova quando, per una questione di rispetto, il Paese dovrebbe essere unito nell’omaggio».
Negli interventi in aula, un solo riferimento all’Alto Adige è giunto proprio da Salvini che, senza nominarla, ha attaccato Maria Elena Boschi, eletta alla Camera nel collegio della Bassa Atesina, per attaccare il Pd e insinuare che chi non vuole il voto anticipato, lo fa per non mollare la poltrona.
«Non temo il giudizio delle urne — sostiene il senatore e segretario federale della Lega — da quando ho iniziato a fare il consigliere comunale a Milano nel 1993, senza avere un seggio sicuro come qualcuno che dalla Toscana si faceva eleggere in Tirolo, scappando da Arezzo. Io non ho mai paura di ascoltare la gente».
Ma anche nel centrodestra ricompattato ci sono distinguo. La senatrice forzista trentina Donatella Conzatti ha sì rispettato le indicazioni di voto in aula, ma l’ha fatto mettendo agli atti — nella riunione del gruppo — la propria contrarietà alle urne.
Unterberger (Svp) «La Lega 7 giorni fa ha dato la fiducia a Conte e ora vuole sfiduciarlo con massima urgenza»
«In questo modo si disperde un patrimonio politico e culturale e, da trentina, non posso affossare la tradizione degasperiana». Di ben altro orientamento la collega di partito Elena Testor che sostiene in toto la linea di Fi.
«Il centrodestra è unito — rimarca l’altra senatrice trentina — a differenza di una nuova maggioranza comica che emerge dall’aula: Pd e M5S si sono fatti la guerra per mesi e ora trovano la quadra».
Sostiene da tempo l’urgenza del voto Fd’I. Andrea de Bertoldi, senatore di Trento, sottolinea che «il centrodestra riparte ed è pronto per le urne».