Corriere dell'Alto Adige

Tisi: «David solo davanti all’abisso del dolore»

Folla per l’addio alla famiglia Pancheri. Le parole del vescovo Tisi

- Di Giannanton­io

Folla a Romallo per l’addio alla famiglia Pancheri. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi il figlio David aveva ucciso i genitori, prima di suicidarsi. «La sofferenza esige rispetto» riflette il vescovo trentino Lauro Tisi.

Tre bare, una accanto TRENTO all’altra, adornate di fiori e fiancheggi­ate dalle penne nere. Madre, padre e figlio, uno vicino all’altro fino all’ultimo saluto, come era scritto nel biglietto lasciato da David sul mobiletto all’ingresso di casa. «Troppa sofferenza, chiedo a Dio di aiutarci a morire tutti insieme».

Una folla silenziosa e addolorata ieri ha gremito la chiesetta di Romallo per i funerali della famiglia Pancheri. Per qualche ora il bar della piazza ha abbassato la saracinesc­a e tra le vie del piccolo centro noneso non passeggiav­a più nessuno. Tutto il paese (letteralme­nte) si è stretto al dolore dei familiari, rincuorati dalle parole dell’arcivescov­o Lauro Tisi.

Nella notte tra venerdì e sabato David aveva preso il revolver del papà Giampietro e aveva sparato tre colpi. I primi due li aveva rivolti verso i suoi genitori che dormivano nella loro stanza da letto e l’altro contro di sé dopo che era andato nella sua camera, quella che ormai occupava da anni quando veniva in val di Non per trascorrer­e le vacanze insieme alla sua famiglia. Una tragedia immane che ha lasciato tutti senza parole. In molti si sono interrogat­i sul perché e hanno cercato anche di trovare una risposta nella malattia della mamma Adriana, 72 anni, e nel male incurabile del papà, 79 anni. La grave situazione familiare sarebbe diventata intollerab­ile per il figlio David. In questo momento, però, «la parola più adatta davanti a tanto dolore è il silenzio. La sofferenza esige rispetto, chiede che ci si metta una mano sulla nostra bocca — ha detto nell’omelia l’arcivescov­o Lauro Tisi —. Ma accostando, in punta di piedi assieme a Gesù, il tormento e l’angoscia di David, che sono stati il fattore scatenante del suo tragico gesto, le uniche parole che escono dalla mia bocca sono compassion­e e misericord­ia. Altro non mi viene davanti a un dolore che non possiamo neanche immaginare. Quando l’abisso del dolore ti porta nella solitudine del tuo cuore può accadere di tutto».

Quella sua solitudine era diventata troppo opprimente. Nei giorni precedenti alla drammatica notte David, per la prima volta, si era aperto ad alcuni suoi amici in paese, condividen­do con loro i pensieri che lo tormentava­no.

Dalle testimonia­nze dei conoscenti, glielo si leggeva nel volto che qualcosa non andava. Così, «questa tragedia, con il suo carico di domande senza risposta, chiede urgentemen­te di non fermarsi sulla soglia del volto delle persone — ha proseguito l’arcivescov­o nella sua omelia —. Dobbiamo riappropri­arci dell’incontro reale con i nostri fratelli. Questa società ha perso la capacità di incontrars­i realmente. Non ci sono alternativ­e all’incontro per liberare la forza della vita e metterla al riparo dal rischio di tragiche derive. Da queste bare arriva un messaggio: frequentat­evi nell’amore».

Sono stati proprio gli incontri con la famiglia Pancheri a lasciare il segno nella gente del posto. «Giampietro, ci guardavi con quella tenerezza che ti veniva dal cuore — ha ricordato al termine della celebrazio­ne una ragazzina —. Il mio fratellino voleva sempre giocare con te alla caccia e tu lo assecondav­i sempre. Anche tu facevi parte della nostra grande famiglia. Conservere­mo sempre un ricordo bellissimo di voi. Ciao amici».

Pur avendo lasciato la sua terra d’origine quando era appena adolescent­e, Giampietro era rimasto molto affezionat­o al suo paese ed era una delle colonne portanti degli alpini di Romallo. Era stato lui, otto anni fa, a portare in alto il gagliardet­to della comunità all’inaugurazi­one del monumento ai caduti. Così, ieri, le penne nere del paese, e non solo, si sono riunite per dare l’ultimo saluto al loro caro compagno, a sostengo dei suoi due fratelli, Franco e Vincenzo, e di sua sorella Annamaria. Infine, come deciso dai familiari, Adriana, Giampietro e David sono stati sepolti nel cimitero di Romallo.

L’omelia

«In questo momento la parola più adatta è il silenzio Il tormento ha causato la tragedia»

La bimba

«Caro Giampetro, ci guardavi sempre con tanta tenerezza. Ciao amici»

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(Fotoserviz­io Rensi\Pretto) Il saluto C’erano anche gli alpini a Romallo per l’addio alla famiglia Pancheri
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Un fiume di persone, amici e parenti della famiglia Pancheri ieri ha seguito il corteo funebre lungo le vie. In paese i bar hanno chiuso le saracinesc­he in segno di lutto e di rispetto
Il paese Un fiume di persone, amici e parenti della famiglia Pancheri ieri ha seguito il corteo funebre lungo le vie. In paese i bar hanno chiuso le saracinesc­he in segno di lutto e di rispetto
 ??  ?? Il cimitero Tantissimi amici e compaesani addolorati e ancora increduli di Romallo hanno voluto salutare un’ultima volta Giampietro Pancheri, la moglie Adriana e il figlio David
Il cimitero Tantissimi amici e compaesani addolorati e ancora increduli di Romallo hanno voluto salutare un’ultima volta Giampietro Pancheri, la moglie Adriana e il figlio David
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