Sentiero culturale, venti chilometri immersi nella storia
Da Tonadico al Cimèrlo, il cammino si può comodamente completare in due giorni
L’alpestre val Canali, percorsa dal Torrente Canali, costituisce l’accesso meridionale al gruppo dolomitico delle Pale di San Martino: in località Cant del Gal vede l’innesto della laterale val Pradidali, ancora più selvaggia, che s’incunea proprio nelle Pale (Cima Pradidali 2.774 m).
Storia in cammino
Il sentiero storico culturale da Tonadico al Cimèrlo sul cammino della storia va alla sua scoperta: lungo circa 19 chilometri e con dislivello complessivo di 1.750 metri, si distingue in un percorso breve, più storico-culturale (2 ore andata) e un percorso lungo, più paesaggistico (altre 5 ore). È così comodamente percorribile in due giorni (dai Prati di Cimerlo la via ferrata «Dino Buzzati» raggiunge Cima Cimerlo, 2.503 m). L’avvio, guidati da una freccia gialla su fondo rosso, è presso l’antica lissiera, il lavatoio pubblico di Tonadico, poco distante da Palazzo Scopoli, antica residenza della stessa potente famiglia di notai, oggi sede del Municipio e punto informativo. La prima sosta è costituita dal capitello della Madonna della Luce (1901), contemporaneo alla realizzazione del sistema di captazione delle acque per fini idroelettrici (pannelli informativi). Seguono i ruderi arroccati di Castel Pietra (in restauro), feudo medioevale dei potenti Conti Welsperg a controllo della via tra l’Agordino e Fiera di Primiero.
Prati e baiti in pietra
Si raggiunge Villa Welsperg, dopo aver superato l’omonimo laghetto (biotopo), antica residenza di caccia, oggi stimolante sede e centro visitatori del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino (tel. 0439 765973). Dopo la villa ha inizio la seconda parte del Sentiero (a seguito della tempesta Vaia verificare lo stato del tracciato), che attraversa prati con i caratteristici baiti in pietra e legno utilizzati per il ricovero del bestiame e la conservazione del fieno; tra questi, Prati Fosne e Pra Cimèrlo, complesso rurale composto da casera, stalla e tabià, già documentato nel 1681 e oggi adibito a struttura espositiva del Parco.
Le muse fedaie
Ai piedi del Sass Maor, al bivio per il Rifugio Pradidali, base d’accesso a impegnative vie ferrate, si piega verso i ruderi di Malga Pradidali (1.428 m) con l’omonima sorgente e i ghiaioni coperti da pino mugo.
Superate le radure Prà d’Ostio si raggiunge l’accogliente Agritur Malga Canali (1.300 m), quindi la località Cant del Gal (1.160 m; alberghi) — nome che fa riferimento alle arene di canto del gallo cedrone — e si rientra a Villa Welsperg seguendo magari il Sentiero delle muse fedaie (in estate bus-navetta da e per Villa Welsperg).