«Davanti anni difficili, no agli interventi-spot: cerchiamo sintesi alte»
TRENTO Come giudica finora il rapporto con la giunta?
«Rilevo un atteggiamento fortemente divisivo in questo esecutivo, teso a stabilire un “noi” e un “loro” su moltissimi fronti: popolo contro élite, valli contro città. Su argomenti ideologicamente meno sensibili, invece, mi pare la giunta del “ditemi voi”: spesso ha chiesto a noi o alle categorie economiche cosa fare, in mancanza di proposte proprie. Certo, l’ascolto è importante, ma normalmente le visioni forti nascono da idee che si confrontano e arrivano a una sintesi elevata».
Quali le mosse che andrebbero fatte in campo economico e sociale?
«Ci attende un autunno dalle scelte forti in termini di impatto finanziario: c’è il contratto dei dipendenti pubblici da rinnovare, quello dei lavoratori del Progettone, per il quale la giunta al momento non ha intenzione di stanziare risorse economiche. Si devono anche recuperare le risorse per adeguare i finanziamenti al settore delle cooperative sociali: il contratto è stato rinnovato, ma senza un aumento degli stanziamenti i lavoratori non potranno essere pagati. Avevamo proposto di recuperare i 15 milioni di euro disponibili in seguito all’entrata in vigore del reddito di cittadinanza, ma non siamo stati ascoltati».
Cos’altro?
«Bisogna anche capire cosa succederà di fronte al previsto incremento delle tasse: sul tavolo c’è un aumento dell’addizionale regionale Irpef da 25 milioni. Ma anche i 100 milioni di tagli prospettati alla sanità e il venir meno, nel 2022, di altri 330 milioni dal bilancio determinato dalla significativa contrazione dei gettiti arretrati di tributi erariali definiti con l’accordo di Milano».
Che fare dunque?
«Serve un governo provinciale che non giochi al piccolo egoismo e utilizzi le risorse non per interventi a spot, ma per coniugare welfare e crescita».
In che modo?
«Puntando ad esempio sulla formazione continua, cruciale perché permette di affrontare il cambiamento tecnologico, quindi di produrre quella crescita economica che è fondamentale per avere un bilancio provinciale in grado di produrre welfare. Noi siamo in campo con le nostre proposte, sta alla giunta scegliere se prepararsi a degli anni in cui si ricercano delle sintesi alte oppure momenti nei quali ciascuno pensa al consenso immediato ma rischia di rimetterci la comunità nel breve periodo».