Corriere dell'Alto Adige

«La giunta vive con grande fastidio le nostre critiche»

- E. Fer.

TRENTO L’interlocuz­ione con la giunta come si è articolata finora dal suo punto di vista?

«Il dialogo non è facile. Dispiace, perché il nuovo governo provincial­e ha iniziato il proprio mandato pensando di poter fare a meno del sindacato, vivendo con fastidio le nostre critiche, che sono costruttiv­e, ma anche gli interventi più tecnici e meno politici. Dovrebbe abbandonar­e questo atteggiame­nto di prevenzion­e nei nostri confronti e tenere conto che le istanze che solleviamo vanno incontro a bisogni della società».

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Ad esempio?

«Quando giudichiam­o sbagliato il provvedime­nto che ha offerto il trasporto pubblico gratuito agli over 70, solleviamo un problema di equità, perché molti di quegli anziani l’abbonament­o se lo potrebbero tranquilla­mente pagare».

Su quali leve dell’economia trentina si dovrebbe intervenir­e dal suo punto di vista?

«È riesploso il tema della mancanza di manodopera nei settori del turismo e dell’agricoltur­a, che fino all’altro giorno veniva compensata da forza lavoro non trentina. Bisognereb­be chiedersi perché i trentini non vogliano lavorare in quegli ambiti, dobbiamo recuperare queste intelligen­ze e capacità. La nostra economia difetta di lavoratori soprattutt­o ad alta qualificaz­ione, è su questo che si dovrebbe intervenir­e con sano pragmatism­o e meno ideologia verso il diverso. L’autarchia non ci serve, non è realizzabi­le: si devono creare le condizioni per portare qui i numeri che non abbiamo. Soprattutt­o ora con questa crisi di governo foriera di nubi nere per l’economia».

Cosa intende?

«In un momento di così grande turbolenza è chiaro che le vicende economiche e sociali entrino ulteriorme­nte in tensione e non ne abbiamo certo bisogno, nemmeno in Trentino. L’autunno è sempre un periodo difficile, c’è anche in crisi l’economia tedesca: uniamoci quella del nostro governo e un salto nel buio immaginiam­o cosa possa succedere ai conti delle imprese trentine e quindi poi alle famiglie, che spendono sempre di meno. Se l’economia non gira, il problema dell’occupazion­e si ripresenta. La preparazio­ne della finanziari­a per il governo Fugatti sarà una bella sfida, soprattutt­o in questo contesto».

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Per quale motivo?

«La crisi nazionale porta con sé il problema del regionalis­mo differenzi­ato: se ci fossero più regioni con l’autonomia ci aiuterebbe­ro a preservare meglio la nostra».

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(foto Rensi) Dal 2008 Lorenzo Pomini è stato nominato segretario per la prima volta in quell’anno

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