«Girare l’Europa senz’auto? Si può»
Micaletto e il tour a Capo Nord solo con mezzi pubblici: «L’ambiente respira»
Il project manager bolzanino Luca Micaletto, per dimostrare che attraverso il continente si può tranquillamente viaggiare usufruendo del trasporto pubblico, ha percorso diecimila chilometri attraversando mezza Europa, da Bolzano a Capo Nord, tutto rigorosamente utilizzando i mezzi pubblici. Micaletto ha viaggiato per e ventiquattro giorni con treni, navi e bus. «Io e la mia compagna di viaggio Frances non volevamo pesare sull’ambiente».
Diecimila chilometri e ventiquattro giorni di viaggio attraversando mezza Europa, da Bolzano a Capo Nord, tutto rigorosamente utilizzando i mezzi pubblici.
È questa l’impresa in cui si è cimentato questa estate il project manager bolzanino Luca Micaletto, per dimostrare che attraverso il continente si può tranquillamente viaggiare usufruendo del trasporto pubblico, efficiente, molto più economico rispetto a un volo di linea o a un traghetto e ideale per un viaggio a tappe.
Allora Luca, com’è nata l’idea di fare questo viaggio a Capo Nord?
«In realtà l’idea l’ho in mente fin da quando ero piccolo. Andare a Capo Nord è sempre stato un mio sogno. Lo volevo fare, però, in un certo modo, attraversando diversi paesi europei».
Perché ha scelto di farlo utilizzando proprio i mezzi pubblici?
«Abbiamo scelto il mezzo pubblico perché sia io che Frances, la mia compagna di viaggio, non volevamo pesare sull’ambiente e poi perché lo ritenevamo il modo migliore per visitare quanti più posti possibile». Quali mezzi avete usato?
«Treni, due navi, bus e, negli ultimi duemila chilometri, abbiamo usufruito di un servizio di car sharing, molto conveniente perché se si è in almeno tre passeggeri, e noi eravamo in quattro avendo caricato altre due persone, non si pagano le autostrade. D’altronde non avevamo scelta, poiché da Rovaniemi, la cittadina di Babbo Natale, non c’erano altri mezzi che avremmo potuto utilizzare per spingerci ancora più a nord». Avete attraversato mezza Europa...
«Abbiamo attraversato quindici o sedici Paesi, tra cui Repubblica Ceca, Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia. Da qui abbiamo preso un battello e ci siamo imbarcati per Helsinki, in Finlandia, da dove abbiamo proseguito in macchina». Qual è stato il momento più bello del viaggio?
«Sicuramente l’arrivo a Capo Nord, l’andare a vedere il globo che rappresenta il punto più settentrionale. Purtroppo non siamo riusciti a vedere il sole a mezzanotte».
Che cosa dicevano le persone con cui parlava e alle quali racconta va che si eri imbarcato da Bolzano con i mezzi pubblici?
«Beh, innanzitutto dovevamo spiegare dove fosse Bolzano perché nessuno la conosce. Lo scopo del viaggio è stato, però, anche quello di raccogliere fondi per l’Aias, un’associazione bolzanina che si occupa di persone disabili. Proprio questa settimana abbiamo in programma un incontro con i responsabili dell’associazione per capire su quanti fondi possiamo contare. L’idea è di organizzare qualcosa che vada incontro alle loro necessità e alle loro esigenze. Si tratterà, probabilmente, di un’uscita di una giornata a Milano, Venezia o Bologna». Tornando al viaggio, c’è stato un momento in cui ha pensato:ma chi me l’ha fatto fare?
«Effettivamente sì. In particolare quando, poco dopo aver preso la macchina a noleggio a Rovaniemi, una renna ci ha sfondato la portiera posteriore dell’auto. Fortuna che siamo riusciti a proseguire lo stesso, seppur con lo sportello un po’ traballante». A conti fatti, il viaggio quanto è costato?
«Innanzitutto c’è da dire che Flixbus ci ha coperto ventotto tratte, quattordici a me e quattordici alla mia compagna di viaggio. Tolte queste, abbiamo speso circa 700 euro. Se non avessimo usufruito della copertura Flixbus, avremmo speso circa 300 euro in più».
Le motivazioni che l’hanno spinta a fare questo viaggio sono chiare, ma secondo lei è un’ esperienza fattibile anche per chi fosse mosso semplicemente dal desiderio di viaggiare?
«Sì, assolutamente. Certo, bisogna tenere conto del fattore tempo. Io ho usufruito di tutte le ferie di questo e del prossimo anno». Quanto vi fermavate in ogni posto?
«Cercavamo di trattenerci un giorno e mezzo o due. Siamo riusciti a vedere bene tutti i posti in cui ci siamo fermati. Uno dei luoghi più affascinanti è stato il paese dei cercatori d’oro in Finlandia. Ti spiegano come e dove cercare e poi, pagando una piccola concessione, ci si può dedicare alla ricerca».
La prima cosa da mettere in valigia per affrontare un viaggio del genere?
«Tanta pazienza. E anche un buon compagno di viaggio».
Tornando all’attualità, lei si occupa di green mobility ed era stato interpellato sul progetto tram di Bolzano, proponendo il veicolo Pod.
«Esatto. Si tratta di un progetto che ho sviluppato in due anni, prendendo spunto da quello realizzato all’aeroporto di Heathrow a Londra. Ho presentato la mia idea al comune di Bolzano, che, però, ha optato per un’altra scelta. Sicuramente il tram muove più passeggeri rispetto a un Pod, ma è anche vero che ha dei costi di realizzazione superiori ed è anche più invasivo nei confronti dei cittadini che vivono in prossimità del tragitto». Come aveva pensato di sviluppare la sua idea?
«Collegare Bolzano sud e nord costruendo una struttura sopra la ciclabile, da San Giacomo a piazza Verdi, passando per la Fiera, il Noi Techpark, il centro commerciale Twenty, ponte Roma, viale Trento. Tutto ciò per snellire la circolazione in un quadrante cittadino particolarmente congestionato».
Tempo fa aveva promosso anche una petizione per spostare la fermata del Flixbus presso la nuova stazione degli autobus circa 1.500 firme.
«Si, la petizione era partita benissimo e aveva avuto un gran successo. L’idea era di spostare la fermata presso la nuova stazione degli autobus. Secondo me era un idea migliore e meno costosa rispetto al progetto di costruire una nuova stazione in zona industriale. Nelle grandi capitali europee, d’altronde, tutti i servizi principali arrivano nello stesso punto, per favorire chi non vuole prendere la macchina e preferirebbe spostarsi in treno o in bici o con i mezzi pubblici».
Solidarietà L’iniziativa è servita anche a raccogliere fondi per l’Aias, una associazione bolzanina che si occupa di persone con disabilità
Low cost
Per attraversare una quindicina di Paesi europei abbiamo speso circa 700 euro usando soprattutto autobus e treni