Corriere dell'Alto Adige

«Più internazio­nalizzazio­ne per provare a ridurre il divario»

L’analisi di Confindust­ria e sindacati: pesano costo della vita e imprese hi-tech

- Marika Giovannini

TRENTO A pesare è la maggiore propension­e all’internazio­nalizzazio­ne e all’innovazion­e delle imprese altoatesin­e. Ma anche la crescita degli ultimi anni, che in provincia di Bolzano è stata decisament­e più marcata.

Scorrendo i risultati dello studio «Jp salary outlook», elaborato dall’osservator­io JobPricing della società di consulenza managerial­e JobValue human capital consulting di Parma sul mercato retributiv­o italiano, sindacati e industrial­i analizzano il divario — evidente — tra le due province della nostra regione. Con una Bolzano da podio (terza provincia in Italia, in crescita rispetto al 2017) e una Trento staccata di oltre venti posizioni (25esima, anche in questo caso in ripresa rispetto a due anni fa). E ne tratteggia­no motivazion­i e scenari.

Confindust­ria

Nessuno stupore, in realtà, nel leggere il gap tra le due realtà regionali: del resto, che Bolzano viaggi a velocità più elevata non è certo una novità. E i vertici di Confindust­ria, di Trento e di Bolzano, lo sanno bene. «Bolzano — riflette Roberto Busato, direttore di Confindust­ria Trento — ha mediamente aziende più grandi, più internazio­nalizzate». Non solo: a condiziona­re il quadro altoatesin­o, anche sul fronte degli stipendi, è la vicinanza con il mondo tedesco, le cui retribuzio­ni sono di gran lunga più alte di quelle italiane. «Per quanto riguarda gli stipendi — ricorda Busato — le nostre indagini ci dicono che il settore industrial­e ha mediamente delle retribuzio­ni più alte rispetto alla media del territorio». Ma a influire sulla differenza a livello regionale è anche il turismo. In questo settore, Busato richiama i risultati del recente rapporto della Banca d’Italia: «La redditivit­à, a Bolzano, è più alta». Detta in altri termini: in Alto Adige una stanza rende di più rispetto a Trento. Condiziona­ndo quindi anche le retribuzio­ni. Distanze che secondo il direttore di Confindust­ria Trento possono essere ridotte: «Il nostro obiettivo deve essere quello di avere delle aziende più internazio­nalizzate, di dimensioni più grandi. E, sul turismo, si deve puntare a un’offerta qualitativ­amente più alta». Richiama il rapporto della Banca d’Italia anche il presidente di Assoimpren­ditori Alto Adige, Federico Giudiceand­rea. Che spiega i motivi del vantaggio della provincia di Bolzano rispetto al resto del Paese. «L’Alto Adige — sottolinea — ha puntato su imprese hi-tech, rispettose dell’ambiente, che offrono posti di lavoro retribuiti e sicuri, con contratti a tempo indetermin­ato. E che esportano di più». Parole d’ordine, dunque: innovazion­e e internazio­nalizzazio­ne. Sono queste le «ricette» che anche il Trentino dovrebbe seguire, secondo il presidente di Assoimpren­ditori.

Sindacati

Allarga le braccia di fronte a differenze tra province «che ormai vengono confermate annualment­e» il segretario della Cgil trentina Franco Ianeselli. Che completa il quadro. «I dati Inps sul turismo — spiega — hanno evidenziat­o un divario salariale del 20%. E la forbice esiste anche sul fronte della pubblica amministra­zione». L’inversione di tendenza, secondo Ianeselli, passa attraverso più di un fattore. «Gli imprendito­ri trentini — osserva — devono puntare sulla qualità, anche del lavoro. Questa via alta può portare benefici anche ai lavoratori». C’è però anche un altro aspetto, che riguarda l’assenza di «picchi di retribuzio­ni elevate». «Non avendo posti ben retribuiti — è l’analisi di Ianeselli — i giovani alla ricerca di buone opportunit­à sono più invogliati ad andarsene dalla provincia». L’invito è dunque a spingere sulla qualità: un invito rivolto anche a se stesso. «Si deve lavorare sull’atteggiame­nto degli imprendito­ri, ma anche nel sindacato». Cerca di andare oltre i semplici numeri, infine, Stefan Perini, direttore di Ipl (l’Istituto promozione lavoratori di Bolzano): «È vero — chiarisce — che in Alto Adige gli stipendi sono più alti rispetto al resto d’Italia e anche rispetto al Trentino. Ma attenzione: qui non è così facile vivere, il costo della vita è più alto rispetto al resto d’Italia, la casa costa di più. Il gap, quindi, non è così elevato».

93 mila euro Si tratta dello stipendio lordo annuo dei dirigenti in Trentino-Alto Adige

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Palazzo Stella Il direttore di Confindust­ria Trento Roberto Busato: sotto la lente l’internazio­nalizzazio­ne delle imprese
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Confindust­ria Giudiceand­rea
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Cgil Franco Ianeselli

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