Corriere dell'Alto Adige

«Inutile aprire i negozi a Ferragosto, nessun guadagno»

Largher (Uil): «Le grandi catene vogliono solo fidelizzar­e i clienti». I sindacati chiedono nuove regole

- Francesco Barana

TRENTO Vecchio tema, annoso problema. Negozi aperti a ferragosto, e più in generale durante le festività. Oggi molte attività, in particolar­e delle catene multinazio­nali, rimarranno aperte anche a Trento città e nella Valle d’Adige: da Eurospin a Mango, da Giunti alla Bren Center, fino ad Aldi, MD, Lidl, Prix e Pam. La legge nazionale lo permette e chi ha provato a oppugnarla — vedi Friuli e Toscana, che miravano a regionaliz­zare la norma — si è visto respingere dal Tar il proprio ricorso.

Walter Largher, della Uil commercio, le definisce «aperture inutili, perché le stesse imprese ma anche Confeserce­nti e Confcommer­cio ci dicono che nei giorni festivi non si incassano entrate maggiori, soprattutt­o a Trento città. Il fatto è che si tratta esclusivam­ente di una guerra di concorrenz­a, chi tiene aperto cerca di sfruttare questi giorni per acquisire e fidelizzar­e i clienti di chi tiene chiuso».

C’è da dire che i lavoratori nei giorni festivi non sono obbligati a lavorare, la loro presenza è facoltativ­a, «è però ovvio — dice Largher — che le imprese giocano sul ricatto morale, soprattutt­o dei precari, e quindi molti lavoratori pur senza voglia sono costretti ad andare al lavoro».

Largher spiega che da anni la Uil e gli altri sindacati stanno cercando di aprire un tavolo con le categorie economiche e la Provincia: «Se è impossibil­e cambiare la norma, si può tuttavia sottoscriv­ere un gentlemen’s agreement, in primis con le imprese locali, le più danneggiat­e dalla situazione rispetto alle multinazio­nali. Si trovi un’intesa: tutti accettino di chiudere, noi e la Provincia ci facciamo garanti che il patto venga rispettato. In passato avevamo avuto riscontri positivi dal mondo della cooperazio­ne, ma tutto si è fermato perché forse Confcommer­cio non ci ha messo la sufficient­e energia. Ciò non significa — continua — che tutto è perduto, a settembre chiederemo di riaprire il confronto. Anzi faccio un appello a Fugatti e alla Lega affinché aprano un tavolo territoria­le su Trento città e la Valle d’Adige e s’individuin­o 4-5 festività nelle quali siglare l’accordo. In Veneto la Lega ha sempre spinto per le chiusure». E conclude: «Un gentlemen’s agreemen richiede buon senso, ma anche un cambiament­o culturale di un territorio che chiede di non imitare Roma o Milano. Le multinazio­nali sono un problema? Intanto cerchiamo perlomeno di trovare l’accordo con le imprese locali».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy