Stipendi dei docenti, l’Alto Adige batte il Trentino
In Germania retribuzione doppia. E l’Alto Adige batte Trento
TRENTO Passano gli anni ma alcune cose non cambiano mai, come il fatto che i docenti italiani sono tra i peggio retribuiti d’Europa: ad esempio, un docente della scuola secondaria di primo grado del Belpaese a inizio carriera percepisce meno della metà di un collega della Germania — nazione che registra comunque valori molto al di sopra della media europea — e cifre sempre nettamente inferiori rispetto ai colleghi francesi e spagnoli. L’unica eccezione, seppur con uno scarto comunque considerevole, è rappresentata dalle retribuzioni del personale docente impiegato in provincia di Trento e Bolzano, che rispetto al resto del Paese — essendo inserito in graduatorie provinciali e amministrato dalla rispettiva Provincia, direttamente in Trentino, per delega in Alto Adige — riceve salari significativamente più alti: approssimando e tenendo sempre come riferimento un docente delle scuole medie a inizio carriera, circa 200 e 300 euro mensili lordi in più, con varie e numerose eccezioni per Bolzano — che registra peraltro degli scatti di anzianità più generosi — dovute ad esempio a quote orarie aggiuntive e specifiche maggiorazioni e indennità nel caso di possesso da parte del docente di titoli specifici (laurea alla scuola primaria, abilitazione sul Sostegno) e patentini linguistici. Insomma, anche lo scarto tra le retribuzioni dei docenti delle province di Trento e Bolzano e quello di entrambe con il resto d’Italia rimangono una costante, che sembra destinata a durare ancora a lungo.
Secondo una ricerca dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), dal 2000 al 2018 gli stipendi dei dipendenti italiani sono aumentati in media di 400 euro all’anno, mentre nello stesso periodo in Germania si è registrata una crescita media di 5.000 euro annui. Per gli insegnanti non si fa eccezione: nel conto annuale 2017 pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato si legge come le retribuzioni del personale della scuola siano state fortemente penalizzate negli anni della crisi, diventando tra le più basse della Pubblica amministrazione e quindi peggiorando la situazione nel confronto europeo. Tale dato collima con quelli offerti dagli indicatori Ocse 2018 contenuti nell’annuale rapporto «Education at a glance»: in Italia «le retribuzioni contrattuali dei docenti sono diminuite costantemente tra il 2010 e il 2016, in termini reali: nel 2016 gli stipendi, inferiori alla media Ocse, corrispondevano al 93% del loro valore rispetto al 2005».
Inoltre in Italia «la progressione stipendiale di un docente lungo la sua carriera è inferiore rispetto alla media degli altri Paesi, con uno stipendio che, al culmine, raggiunge il 79% (scuola primaria) della media Ocse ad analogo livello di progressione».
Tutto ciò porta a delle evidenti disparità retributive tra i docenti italiani e quelli di alcuni Paesi europei, soprattutto — oltre al danno la beffa, si potrebbe dire — i più limitrofi. Dall’elaborazione effettuata dalla Flc Cgil dei dati Ocse tratti dal rapporto «Education at a glance» — che utilizza i dati delle retribuzioni in vigore nel 2017 — si vede come un docente di scuola media nei primi otto anni di carriera percepisce una retribuzione annuale lorda pari a 24.849 euro in Italia, 52.818 euro in Germania, 26.917 euro in Francia e 38.080 euro in Spagna; tale retribuzione rimarrà ovviamente invariata nel temrappresentata
Assegni medi
Gli insegnanti in regione percepiscono circa 200 e 300 euro mensili lordi in più
po per i docenti precari.
Per i docenti di ruolo al culmine della carriera, cioè dopo circa 28-35 anni d’insegnamento a seconda del Paese, il divario retributivo è ancora più evidente: 37.211 euro in Italia, 69.353 euro in Germania, 46.892 euro in Francia e 45.318 euro in Spagna. L’unica isola felice in Italia è quindi dal TrentinoAlto Adige, dove secondo i dati della Flc Cgil un docente di scuola media a inizio carriera percepisce una retribuzione annuale lorda di 27.274 euro in provincia di Trento e di 28.298 euro in provincia di Bolzano, raggiungendo dopo i 35 anni di servizio — sempre tenendo conto delle specificità altoatesine — rispettivamente la cifra di 39.209,44 euro e di 45.382 euro. Una situazione positiva, non ai livelli della vicina — geograficamente, storicamente e culturalmente — Germania ma perlomeno decisamente migliore rispetto all’ancor più vicino Veneto o alla Lombardia.