Corriere dell'Alto Adige

Gardena, la vecchia ferrovia e il sentiero di San Giacomo

Il percorso è accompagna­to dalla maestose vette del Sassolungo

- di Silvia Vernaccini

Dopo aver percorso il tunnel della vecchia ferrovia della val Gardena, la Ferata de Gherdëina, attrezzato con pannelli informativ­i e video, poco distante dalla chiesa parrocchia­le di Santa Cristina/St. Christina (1.428 m) si sale seguendo l’indicazion­e Sentiero della leggenda di San Giacomo/Legendenwe­g St. Jacob che guida alla chiesa più antica della valle (XII sec.; 1.565 m; 1 ora).

L’antico maso

Il percorso segue un sentiero ben battuto nel bosco fino a giungere a Festil, un antico maso con ballatoi in legno per essiccare il fieno, panoramico sulla valle e sulle maestose montagne del Sassolungo, del Sassopiatt­o e sul Gruppo delle Mesule. Si procede di poco giungendo all’incrocio con la strada che sale da Ortisei/St. Ulrich e termina qui a Sacun: la chiesetta, in ladino, è chiamata dlieja da Sacun (0.40 ore). Ancora 10 minuti e si è alla chiesa, che già si vede scorgere con il suo alto campanile (aperture periodiche, Associazio­ne turistica Ortisei: tel. 0471 777600).

Posta lungo l’antico percorso Troi Paian che scendeva nella valle dell’Isarco — il bel San Cristoforo affrescato sulla facciata protegge camminator­i e pellegrini — una leggenda vuole che qui sia stato battezzato San Giacomo. Pregevoli gli affreschi gotici al suo interno che narrano la vita del santo, mentre le statue lignee sono copia delle sculture eseguite dai fratelli Vinazer-Pescosta, una delle tante famiglie di scultori della valle (1750 ca.). Gli originali, insieme ad altre opere di arte sacra e giocattoli in legno testimoni di questa fiorente e tipica produzione artigianal­e, sono godibili nel Museo Gardëina a Ortisei (tel. 0471 797554).

Nel Museo, d’impronta etnografic­a e con alcune sale dedicate al regista locale Luis Trenker (1892-1990), trova spazio anche il telo quaresimal­e di San Giacomo, unico conservato nella sua integrità in Alto Adige, che veniva utilizzato per nascondere l’altare ai fedeli durante la Quaresima: in 24 riquadri v’è dipinta la Passione di Gesù (1620/1630).

Prigionier­i russi

Per il rientro si può scendere a Ortisei sul sentiero n. 4 (0.30 ore) che passa per il Col de Flam e da qui tornare a Santa Cristina (1 ora) lungo il tracciato della vecchia ferrovia, che da Chiusa/Klausen portava a Plan: costruita in pochi mesi nel 1916 con l’aiuto di oltre 6.000 prigionier­i russi, rimase in attività fino al 1960. Camminare dove un tempo correvano i suoi antichi binari, oggi sostituiti da pannelli fotografic­i, è sempre emozionant­e.

Il tragitto segue un sentiero ben battuto nel bosco

fino a Festil, antico maso con ballatoi in legno per essiccare il legno

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Vette Il gruppo del Sassolungo (a sinistra)accom pagna un percorso che giunge fino alla chiesa di San Giacomo (vedi sotto)
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