Gardena, la vecchia ferrovia e il sentiero di San Giacomo
Il percorso è accompagnato dalla maestose vette del Sassolungo
Dopo aver percorso il tunnel della vecchia ferrovia della val Gardena, la Ferata de Gherdëina, attrezzato con pannelli informativi e video, poco distante dalla chiesa parrocchiale di Santa Cristina/St. Christina (1.428 m) si sale seguendo l’indicazione Sentiero della leggenda di San Giacomo/Legendenweg St. Jacob che guida alla chiesa più antica della valle (XII sec.; 1.565 m; 1 ora).
L’antico maso
Il percorso segue un sentiero ben battuto nel bosco fino a giungere a Festil, un antico maso con ballatoi in legno per essiccare il fieno, panoramico sulla valle e sulle maestose montagne del Sassolungo, del Sassopiatto e sul Gruppo delle Mesule. Si procede di poco giungendo all’incrocio con la strada che sale da Ortisei/St. Ulrich e termina qui a Sacun: la chiesetta, in ladino, è chiamata dlieja da Sacun (0.40 ore). Ancora 10 minuti e si è alla chiesa, che già si vede scorgere con il suo alto campanile (aperture periodiche, Associazione turistica Ortisei: tel. 0471 777600).
Posta lungo l’antico percorso Troi Paian che scendeva nella valle dell’Isarco — il bel San Cristoforo affrescato sulla facciata protegge camminatori e pellegrini — una leggenda vuole che qui sia stato battezzato San Giacomo. Pregevoli gli affreschi gotici al suo interno che narrano la vita del santo, mentre le statue lignee sono copia delle sculture eseguite dai fratelli Vinazer-Pescosta, una delle tante famiglie di scultori della valle (1750 ca.). Gli originali, insieme ad altre opere di arte sacra e giocattoli in legno testimoni di questa fiorente e tipica produzione artigianale, sono godibili nel Museo Gardëina a Ortisei (tel. 0471 797554).
Nel Museo, d’impronta etnografica e con alcune sale dedicate al regista locale Luis Trenker (1892-1990), trova spazio anche il telo quaresimale di San Giacomo, unico conservato nella sua integrità in Alto Adige, che veniva utilizzato per nascondere l’altare ai fedeli durante la Quaresima: in 24 riquadri v’è dipinta la Passione di Gesù (1620/1630).
Prigionieri russi
Per il rientro si può scendere a Ortisei sul sentiero n. 4 (0.30 ore) che passa per il Col de Flam e da qui tornare a Santa Cristina (1 ora) lungo il tracciato della vecchia ferrovia, che da Chiusa/Klausen portava a Plan: costruita in pochi mesi nel 1916 con l’aiuto di oltre 6.000 prigionieri russi, rimase in attività fino al 1960. Camminare dove un tempo correvano i suoi antichi binari, oggi sostituiti da pannelli fotografici, è sempre emozionante.
Il tragitto segue un sentiero ben battuto nel bosco
fino a Festil, antico maso con ballatoi in legno per essiccare il legno