Delitto di Nago, la difesa valuta la perizia Manfrini in silenzio davanti al giudice
Convalidato l’arresto, resta in carcere. L’avvocato: è disperato. Oggi l’addio a Eleonora
TRENTO Una decisione prevedibile. Marco Manfrini ha scelto il silenzio, il cinquantenne di Rovereto accusato di aver ucciso a calci e pugni la moglie Eleonora Perraro, 44 anni, nella notte tra mercoledì e giovedì nel giardino del bar «Sesto grado» di Nago Torbole, ieri mattina davanti al gip Riccardo Dies si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha voluto raccontare nulla di quella maledetta notte, perché, dice lui, non ricorda.
«È confuso e disperato», ha spiegato l’avvocato Elena Cainelli. «Ricorda qualche flash della giornata, prima del delitto», precisa il legale. «Una serata romantica al lago». Manfrini racconta della decisione, presa insieme, di trascorrere la serata nella «Busa», ricorda di aver mangiato un toast con la moglie e di aver iniziato a bere. Non un solo bicchiere di vino o birra, ma superalcolici. Poi il buio. Il blackout.
Un’amnesia che non convince gli investigatori dell’Arma, che indagano sull’omicidio, ma l’uomo insiste: «Non ricordo». E continua a parlare di Eleonora. «Non ce la posso fare senza mia moglie», ripete al suo avvocato.
Sembra credibile quando parla di lei e racconta i momenti belli dicendo che era la donna della sua vita, eppure Eleonora non c’è più. La violenza l’ha uccisa, le botte, la rabbia. Una furia cieca agghiacciante. Era già successo, i vicini avevano notato altre volte i lividi sul volto di Eleonora, ma quella notte non si è fermato. I carabinieri stanno analizzando ogni particolare di quella terribile giornata, hanno sequestrato reperti, abiti, il puff sporco di sangue. Si cerca di capire.
Poi c’è la protesi dentaria che è stata trovata nel giardino del locale e potrebbe confermare i segni del morso trovati sul volto della donna, anche se alcuni conoscenti raccontano che Marco aveva l’abitudine di togliere la protesi dopo aver mangiato perché gli dava fastidio. Particolari. Saranno le indagini a ricostruire la dinamica, resta il silenzio, assordante, di Marco Manfrini che a distanza ormai di quattro giorni continua a tacere. La difesa forse già oggi nominerà un consulente per valutare gli accertamenti medico-legali effettuati dal dottor Dario Raniero dell’università di Verona, incaricato dalla Procura, e gli esami tossicologici. Ci vorranno almeno sessanta giorni per avere i risultati definitivi dell’autopsia e capire l’esatta causa della morte di Eleonora. Ma la difesa dell’uomo sta valutando anche una perizia psichiatrica per far luce sulle condizioni psicologiche di Marco Manfrini. Ieri mattina il gip ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria e ha confermato la custodia cautelare in carcere per l’ex idraulico di Rovereto, che è detenuto a Spini di Gardolo.
Intanto oggi sarà il giorno dell’ultimo abbraccio alla sfortunata quarantaquattrenne, alle ore 14.30 i familiari, distrutti dal dolore, e gli amici si ritroveranno nella chiesa di Santa Maria Assunta di Riva per salutare un’ultima volta Eleonora