Corriere dell'Alto Adige

Tram, sul referendum è già duello

Lantschner (Sì): «Combatte l’inquinamen­to». Oliveri (No): «Una finta scelta ecologica»

- Currò Dossi

Il referendum sul progetto tram è in programma fra due mesi, durante i quali si annuncia battaglia tra il fronte del «sì» e quello del «no». Fra i primi c’è Lantschner (Verdi) che motiva la scelta con ragioni ambientali: «Il tram è un mezzo ecologico e offre un servizio di qualità, presuppost­o per creare un’alternativ­a all’auto privata». Oliveri (L’Alto Adige ne cuore) contesta: «Finta scelta ecologica. Meglio puntare su mezzi più flessibili come il metrobus». Intanto il Comitato traffico, assieme all’assessore Gennaccaro, spingono perché si dia ora spazio «all’informazio­ne dei tecnici» e perché alla consultazi­one non si diano colori politici.

BOLZANO Sul progetto tram la parola d’ordine è partecipaz­ione. A spingere in tal senso è stato il Comitato traffico cittadini di Bolzano, animato dal consiglier­e Davide Costa (Gruppo misto), incontrand­o il plauso dell’assessore Angelo Gennaccaro: «Il referendum è un esercizio di partecipaz­ione. Serve un quorum del 25% perché sia valido. Se siamo bravi lo raggiunger­emo. Ma per farlo bisogna spingere verso il dibattito sui vari temi sul piatto».

Un dibattito che, sostiene, «finora non c’è stato». O meglio, c’è stato, ma permeato «di ideologia politica. Mi piacerebbe che fossero ingegneri e architetti a spiegarci le ragioni del “sì” e quelle del “no”. La politica ha il compito di risolvere il problema del traffico. I tecnici di indicare gli strumenti». Per Gennaccaro il referendum «è un momento per la città per poter volare algo to, oltre le singole beghe politiche». Insomma, partecipaz­ione non significa solo mettere una crocetta su un «sì» o su un «no». Ma anche (e soprattutt­o) avere un’informazio­ne obiettiva.

Lo stesso principio che ha portato alla nascita del Comitato promotore della raccolta di firme per il referendum. Un Comitato «di tecnici — puntualizz­a Costa — intenziona­ti a dare risposte sulla viabilità ai cittadini. Dopo decenni di torpore, nei quali il capoluonon è stato interessat­o da opere viarie, tutto d’un tratto vengono presentate una serie di grandi progetti». E la proposta per una linea di tram, sulla quale però mancano ancora diverse informazio­ni. A partire da quelle sul tracciato. «Si sa che il punto di partenza dev’essere Ponte Adige e quello d’arrivo la stazione dei treni — prosegue Costa —. Ma ancora mancano i dettagli tecnici, per i quali dobbiamo attendere la Sta. Per ora nel Pums (il Piano urbanistic­o della mobilità sostenibil­e che il Comune sarà chiamato ad approvare nei prossimi mesi, ndr) sono descritte diverse alternativ­e, tra le quali quella del metrobus, anche elettrico». Alternativ­e da soppesare dando una risposta a una domanda precisa, sostiene Costa. E cioè: «Il tram dovrà servire ai cittadini o ai pendolari dell’Oltradige?».

E poi c’è il capitolo costi

 L’assessore Per la nostra città sarà un momento per poter volare alto, oltre le beghe tra partiti

(che, al netto dei contributi statali, dovrebbero essere equamente ripartiti tra Comune e Provincia). «Inizialmen­te si era parlato di 180 milioni di euro — ricorda il consiglier­e—. Ora di 120. L’ex assessore provincial­e Mussner addirittur­a di 397».

La discussion­e interna al Comitato, specifica, «non si è mai voluta politicizz­are, e mai lo farà. Non abbiamo avuto altri obiettivi se non quello di andare al referendum. La prossima settimana chiederò, in consiglio, un’audizione da parte dei tecnici della Sta, per capire meglio i dettagli».

A informare i bolzanini, chiamati alle urne il 24 novembre (dalle 7 alle 22) ci penserà il Comune, che ha promesso un’informazio­ne paritaria tanto sulle ragioni del «sì», quanto su quelle del «no».

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Il progetto Un rendering del passaggio del tram in piazza Verdi, davanti al teatro

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