La forza di Bortuzzo, il carisma di Zanardi e il ciclone Bebe Vio: lo sport è esempio
TRENTO Ribaltano le prospettive, invitano a vestirsi di uno sguardo altro, a considerare possibile l’impossibile. Lo sport paralimpico è relativamente giovane, ma la sua strada è costellata già di campioni che sono stati capaci di andare oltre: oltre la disabilità, oltre i propri limiti, oltre le avversità che a volte la vita è capace di riservare. Fra questi fenomeni spiccano glorie d’Italia: Assunta Legnante nel getto del peso, Oney Tapia nel lancio del disco, Martina Caironi tra velocità e salto in lungo, Alex Zanardi nel paraciclismo e poi forse la più nota, Bebe Vio nella scherma. Ebbene, a Trento ci saranno tutti.
A partire proprio da quest’ultima che sul palco dell’Auditorium Santa Chiara sabato 12 ottobre alle 9.30 porterà dieci giovani a testimoniare il proprio percorso sportivo verso la Paralimpiade di Tokyo: fanno parte di Art4sport, l’associazione sportiva benemerita del comitato paralimpico creata dai genitori di Bebe Vio dopo che la figlia era sopravvissuta alla meningite. Oggi, con 24 atleti che ne fanno parte, è diventata una piccola grande Academy paralimpica: quasi la metà hanno la possibilità di qualificarsi per una paralimpiade e diversi ci sono già riusciti, come la stessa Vio e Veronica Yoko Plebani. Già protagonista di un attesissimo e affollatissimo incontro nella prima edizione lo scorso anno, Bebe, che ormai ha travalicato i confini italiani ed è fra le sportive, non solo paralimpiche, più importanti e conosciute del mondo, ritorna dunque accompagnata.
Legnante e Tapia sono invece i due migliori atleti del mondo nel settore dei lanci dell’atletica paralimpica fra i ciechi. Entrambi lo sono diventati quando avevano già raggiunto la maturità, una per malattia, l’altro per un incidente sul lavoro. Per lei si è dovuto riscrivere il libro dei record nel getto del peso paralimpico, lui è diventato anche uno showman vincendo «Ballando con le stelle»: sempre sabato alle 12, a Palazzo Geremia, di storie ne avranno da raccontare di certo.
Martina Caironi, la sprinter paralimpica più forte del mondo fra atlete amputate di gamba, che lei ha perso in seguito a un incidente con un pirata della strada mai identificato, porterà la sua testimonianza in un evento dedicato alla sicurezza stradale (giovedì 10 alle 17 a Palazzo Geremia), ma al festival ci sarà anche Alex Zanardi, che forse più degli altri non ha bisogno di presentazioni. Esempio e testimonianza che anche nelle più grandi sfortune si possono trovare nuove opportunità, il pilota automobilistico e campione del paraciclismo è sicuramente tra i protagonisti degli appuntamenti da circoletto rosso, vero e proprio maestro di vita per personalità e tenacia.
Ma al Festival dello sport parteciperà anche Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore trevigiano rimasto paralizzato dopo essere stato colpito da un proiettile che non era indirizzato a lui nella notte del 2 febbraio scorso a Roma. Manuel è già tornato in piscina e sta continuando a combattere la sua battaglia per tornare a camminare, ma al Festival dello sport sarà protagonista in una veste del tutto particolare, quella di attore. La sua storia, infatti, sta prendendo forma in un film che Raoul Bova sta girando in questo momento e che dovrebbe uscire a ridosso delle Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno: l’attore italiano, che con il nuoto ha un rapporto viscerale, sarà a Trento per raccontarlo insieme ad altri tre giganti delle vasche nostrane, ovvero Massimiliano Rosolino, Filippo Magnini ed Emiliano Brembilla, anche loro ingaggiati come attori nella pellicola diretta dallo stesso Bova intitolata «L’ultima gara».