La vita sotto i ponti di Bolzano tra sacchi a pelo, lattine e topi
La volontaria Cirimbelli critica l’installazione delle telecamere
Sono 130 i senzatetto che vivono sotto i ponti della città. Gli stessi presso i quali la Giunta installerà nuove telecamere, nel nome di una maggiore sicurezza. Ma la realtà è che, più che di pericolo, si parla di abbandono.
BOLZANO Roma, Palermo, Resia, Druso, Giallo, Virgolo e Langer: sono i nomi dei sette ponti dove verranno installate altrettante telecamere, andando così ad ampliare il sistema di videosorveglianza urbana. Sette ponti che rappresentano una «casa» per molti senzatetto, che vi trovano riparo e trascorrono le notti tentando di scacciare il freddo.
L’installazione delle telecamere risponde ad un’esigenza di maggiore sicurezza pubblica oppure rischia di trasformarsi in una forma di insensibilità verso la vita dei senzatetto? Abbiamo trascorso un pomeriggio in alcuni di questi luoghi in cui circa 130 homeless si trovano a vivere.
«Non capisco davvero l’utilità di installare delle telecamere sotto i ponti — commenta Karin Cirimbelli, volontaria di Sos Bozen — Se la loro funzione è volta al semplice monitoraggio della situazione, basterebbe allora il contributo delle forze dell’ordine come già avviene attualmente. Installare le telecamere costituisce invece un accanimento nei confronti di queste persone».
La situazione sotto alcuni ponti, per quanto desolata essa sia, pare tranquilla. Presso ponte Virgolo si scorge la presenza di qualche senzatetto non appena finisce il tratto di ciclabile in asfalto e comincia il manto ghiaioso che porta sotto il ponte. Lattine vuote, mozziconi di sigaretta, qualche vecchio accendino e soprattutto cartacce lasciate qua e là fanno da cornice ad un paesaggio triste. Alcuni ragazzi che vivono lì salutano cordialmente, ma non rilasciano dichiarazioni. Le condizioni di vivibilità sono pessime. Si possono notare, infatti, due tende con all’esterno due vecchi materassi adagiati tra le rocce. Queste sono state installate dal comune di Bolzano nei mesi scorsi per impedire la costruzione di giacigli di fortuna.
A sottolineare la situazione di degrado anche dal punto di vista igienico è la presenza di due ratti che corrono tra le rocce alla ricerca di cibo. Sotto ponte Talvera la situazione cambia poco. Si riscontrano infatti anche qui le tracce di alcuni senzatetto: ci sono coperte, sacchi a pelo e cartoni posizionati tra i pali a sostegno del ponte.
Anche qui alcune lattine vuote giacciono nella parte ombreggiata del prato ed i senzatetto preferiscono non essere avvicinati. Sotto ponte Roma, invece, la situazione sembra nella norma. Non vi sono, infatti, tracce di clochard, forse perché la zona è già stata sgomberata dai vigili urbani e dagli operai Seab nei giorni scorsi, anche se alcuni passanti dicono di aver visto alcuni senzatetto muoversi in quei dintorni anche nei giorni scorsi.
«I controlli è giusto che vengano fatti, ma in maniera diversa — ribadisce Cirimbelli — Se trovi uno zaino lasciato incustodito con dentro la droga, allora in questo caso io non contesto assolutamente che vengano presi dei provvedimenti. Ma privare queste persone di una coperta, magari donata dalla comunità per solidarietà, mi sembra un gesto di assoluta insensibilità, soprattutto ora che comincia la stagione invernale».
A venir meno, secondo Cirimbelli, è la dignità della persona: «Sono senza fissa dimora, dormono in strada, è una situazione già abbastanza umiliante così. Posizionare una telecamera lì nel luogo in cui dormono va a scalfire qualsiasi definizione di dignità, se ancora esistente. Non credo esista a Bolzano una situazione di criminalità tale da giustificare il posizionamento di telecamere in questi luoghi, sotto i ponti della città. Sicuramente non tutti i senzatetto sono degli “stinchi di santo”, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio» conclude Cirimbelli.