La vita vista da qui L’esordio letterario della giovane trentina Fattinger nell’antologia curata da Sara Rattaro. «Lavorare con le parole, la mia passione»
l temi del libro sono resilienza e rinascita Dieci storie
C’è anche la giovane scrittrice trentina Francesca Fattinger, tra i nove autori protagonisti della raccolta di racconti «La vita vista da qui, 10 storie di resistenza e sopravvivenza (Morellini editore, 230 pagine, 14.90 euro), a cura della scrittrice Sara Rattaro, che partecipa all’antologia anche con un racconto. Tema cardine del libro, la sopravvivenza in tutte le sue forme: una catastrofe, un cambiamento improvviso, un lutto, un percorso anche interiore. Quella resilienza che permette appunto di «resistere» e ripartire. Resistenza e sacrificio.
Francesca Fattinger, di professione è mediatrice artistica al Museion di Bolzano, con il racconto contenuto nel libro è al suo debutto letterario.
«Lavorare con le parole – spiega la giovane scrittrice – mi è sempre piaciuto e in realtà lo faccio ogni giorno, perché il mio compito consiste nel raccontare ai visitatori la storia nascosta dietro ogni opera». La spinta per passare dalla voce alla penna è sempre stata nel cassetto, finché due anni fa è diventata necessità. Di qui la scelta di frequentare un corso di scrittura creativa a Milano, l’incontro con la scrittrice Sara Rattaro e la proposta di esordire con altri otto autori di ogni parte d’Italia in un volume dedicato al tema della sopravvivenza.
Un vocabolo, questo, che per tradizione porta con sé sfaccettature impegnative che spaziano dalla sofferenza alla perdita, al senso di scoramento. Il libro, in controtendenza, vuole evidenziare che la sopravvivenza non è soltanto l’opposto della morte, ma anche il grido di chi davanti a una catastrofe o a una tragedia trova la forza di rialzarsi nei piccoli gesti di ogni giorno. Il termine si lega poi al concetto di sacrificio e a quelle situazioni in cui le certezze che avevamo ci crollano improvvisamente addosso, obbligandoci ad abbandonare qualcosa che ritenevamo importante e a rivedere la nostra scala dei desideri e delle priorità.
Così, il viaggio in macchina di una famiglia come tante si rivelerà essere il banco di prova per la stabilità della stessa, la terribile strage della scuola di Beslan riaffiorerà nei ricordi di una bambina che l’ha vissuta e che non potrà mai dimenticarla e una ragazza piena di sogni sarà costretta ad andare avanti dopo aver visto la morte negli occhi al Bataclan, in una Parigi arroventata dall’odio e dal terrore. Racconti ispirati dunque alla cronaca recente, ma anche storie senza tempo, come quella di chi – costretto dalla guerra e dalla povertà ad emigrare in una Paese straniero – si vedrà strappare rituali e abitudini e dovrà ripartire da zero.
È il caso di Kya, la giovane venuta dal mare con i leggins, l’otite e la felpa lilla protagonista del racconto di Fattinger. Il racconto di Fattinger, intitolato «Dentro gli occhi», narra di Kyra che si consuma tra i semafori e la stazione di una città, paradigma di tutte le città, alla periferia del cuore e degli spazi, in quel deserto emotivo che mettiamo tra noi e il prossimo in quei giorni frenetici in cui non possiamo concedere ai nostri vuoti interiori il lusso di incrociarsi. Kya e Marco, due vite parallele: lei che deve correre ogni giorno per sopportare una vita che la tiene ai margini, lui che la insegue perchè è l’unica cosa che lo fa sentire vivo.
È una storia d’amore e di estraneità, antica e sempre attuale, che parla di migranti e sopravvivenza fisica, ma anche di alienazione, depressione e lotta per esistere, tra precarietà e solitudine. «Una storia che mi è sgorgata dal cuore – dice Fattinger – è quella della mia generazione».