Il 32% delle imprese non riesce a trovare manodopera qualificata
Tavolo tra istituzioni e parti sociali. Achammer: «Serve reagire per invertire la tendenza»
Le aziende dell’Alto Adige faticano a trovare manodopera qualificata. Un problema che riguarda il 32% delle attività e che ieri è stato al centro di un tavolo tra le parti sociali, convocato a Palazzo Widmann dall’assessore provinciale al Lavoro, Philipp Achammer. A questo si somma il tema dell’emigrazione: ogni anno 1.100 altoatesini laureati vanno all’estero.
BOLZANO Ampliare i canali per la ricerca di personale e fornire maggiore sostegno alle piccole imprese. Queste le contromisure emerse all’iniziativa “Attratività.PostoDiLavoro.AltoAdige” per combattere la carenza di manodopera qualificata, problematica subita dal 32% delle imprese altoatesine. All’incontro di ieri, promosso dall’assessore provinciale al lavoro Philipp Achammer, sono stati convocati le parti sociali e i soggetti attivi nel settore del lavoro, formazione e orientamento, l’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio (Ire) e l’Eurac per avviare contromisure al problema.
Giovani
Ogni anno 1.100 altoatesini con la laurea cercano lavoro all’estero
Il mercato del lavoro altoatesino è in una situazione molto vicina alla piena occupazione. Il numero dei disoccupati registra il valore più basso mai raggiunto dopo il 2010 attestandosi per il 2018 a 7.700 individui corrispondente 2,9%. Tuttavia, questa fase ha messo anche in evidenza che il tema della carenza di manodopera qualificata potrebbe diventare uno dei maggiori freni alla crescita dell’economia.
L’Ire ha approfondito il tema della carenza intervistando 1.738 imprese: è risultato che vi sono numerosi motivi, diversi da settore a settore, per cui le imprese non riescono a coprire le posizioni vacanti, fra cui il cambiamento demografico che causa strozzature e la mancata corrispondenza tra istruzione e qualifiche effettivamente richieste nel mercato del lavoro. Altre difficoltà l’insufficiente numero di candidati e le cattive condizioni di lavoro che caratterizzano quella specifica posizione o fattori di locazione. Nell’agricoltura e nel turismo, settori importanti per l’economia dell’Alto Adige, le nuove assunzioni hanno un forte carattere stagionale. Sebbene l’occupazione in questi settori sia aumentata, l’incremento è attribuibile principalmente a contratti a tempo determinato. Nel 2018, i contratti a tempo determinato si sono attestati intorno al 70%, ben al di sopra della media per il totale dell’economia, pari al 29,4%. Purtroppo, a causa dell’elevato numero di turnover di collaboratori, questi due comparti si confrontano più frequentemente con la ricerca di personale. Una problematica che tende a perdurare se non vengono realizzate contromisure.
«Il 32% delle nostre imprese dice di non trovare più personale di manodopera qualificato — spiega l’assessore Achammer —. Dobbiamo cercare di reagire nel modo adeguato perché la situazione demografica incide e dobbiamo vedere dove innalzare la quota dell’occupazione nei diversi settori». Lo studio “BrainDrain” dell’IRE ha dimostrato che ogni anno quasi 1.100 altoatesini con titolo accademico cercano lavoro all’estero. «Molti lavoratori escono dal mercato del lavoro, ma pochi giovani entrano — conclude Achammer —. Bisogna vedere come migliorare il lavoro facendolo diventare un place to go: dare circostanze molto buone e di qualità per far rimanere i nostri lavoratori sennò perdiamo manodopera altoatesina».