Mr. Alex, 40 anni tra palchi e consolle
Con gli Xelam il dj riscopre gli anni ‘80: ho sempre amato le provocazioni punk
Lo spirito continua. C’è un filo conduttore nelle tante vite artistiche di Alexander Bonsignore, in arte Mr Alex, iconico musicista e dj di Bolzano che, stasera, alle 22.30 si esibirà al Südwerk, dopo l’opening set dei Gegia Miranda. In origine fu il punk e, in quasi 40 anni tra palchi e consolle, l’attitudine è rimasta. Il musicista bolzanino ripercorre la propria carriera tra rock e provocazioni artistiche. «Un viaggio a Londra ha cambiato le mie prospettive».
Lo spirito continua. C’è un filo conduttore nelle tante vite artistiche di Alexander Bonsignore, in arte Mr Alex, iconico musicista e dj di Bolzano che, stasera, alle 22.30 si esibirà al Südwerk, dopo l’opening set dei Gegia Miranda. In origine fu il punk e, in quasi 40 anni tra palchi e consolle, l’attitudine è rimasta.
«Ero ancora un ragazzino — spiega Mr Alex che oggi ha 55 anni — e fu una folgorazione. I primi dischi passati dagli amici, alcuni dei quali studiavano al Dams a Bologna, e un viaggio a Londra mi cambiarono la prospettiva». Clash, Siouxsie & The Banshees, Sex Pistols divennero tra gli ascolti più frequenti per Mr Alex, spesso insieme a Oscar Ferrari (autodefinitosi cantautore demenzial progressista), amico fraterno e compagno in tutte le più belle avventure, non solo musicali.
«Le migliori idee sono sempre nate da Oscar — ricorda —. Insieme fondammo la prima band, i Giovanni XXIIII e, forse, eravamo tra il 1981 e il 1982. Di certo non sapevamo suonare, ma riuscimmo a guadagnare i primi palchi, anche attraverso Radio Tandem dove, sempre in quel periodo, feci le prime trasmissioni radiofoniche, proponendo soprattutto sonorità new wave».
Mr Alex descrive una città ricca di fermento («Venne a esibirsi persino Frank Zappa, anche se uno dei ricordi più belli è con Piero Pelù e i Litfiba: bel concerto e bella la successiva serata insieme in birreria» racconta) e un periodo in cui, all’ascolto dei gruppi d’oltre frontiera, si univano quelli di band italiane come Cccp Fedeli alla linea e Skiantos, ma pure la riscoperta di autori più pop come Little Tony e Bobby Solo. «In tanti suonavamo — continua — e noi ci divertivamo a essere provocatori, andando spesso decisamente sopra le righe. Una volta a Bronzolo ci trovammo a suonare in un ex cinema occupato e finì che arrivarono i carabinieri. O ancora un’altra volta che quasi finì in zuffa con un altro gruppo sul palco del teatro di Gries, perché un amplificatore del basso non suonava a dovere. Ma nei testi dei Giovanni XXIII trovavano spazio pure le ragioni del pacifismo: erano gli anni della guerra in Libano, a cui partecipò l’Italia».
Gli anni ‘80 vanno avanti e Mr Alex inizia ad approfondire il filone elettronico con diversi nuovi progetti, tra cui i Sonder Angebot, avviando la carriera da deejay, diventando pioniere della House in Alto Adige.
In parallelo, sempre con Oscar dà vita ad Anna e i Dentici (nome che fa il verso ad Anna Identici, una nota cantante melodica dell’epoca, sebbene la band risentisse di influenze dei Sonic Youth), band in cui Alex suona la batteria e in cui la voce è Monik, sua attuale compagna di vita e di ricerca musicale con gli Xelam, duo completamente immerso nelle sonorità anni ‘80 tra theremin e drum machine, con cui stanno incidendo alcuni nuovi pezzi che daranno vita a un Ep che sarà supportato da un tour dal vivo, ora in fase di costruzione.
«Le tecnologia ci permette di non avere più bisogno di una sala prove — spiega — ora riusciamo a fare tutto a casa in camera da letto. Dentro uno smartphone hai in tasca quello che un tempo ti riempiva una stanza. Sarebbe curioso cosa avremmo potuto combinare negli anni ‘80 con questi aggeggi. Senza contare che con tutti i tutorial che girano sul web, un ragazzo può imparare molte più cose da autodidatta».
Mr Alex di quell’epoca conserva varie foto e qualche immagine amatoriale girata con una cinepresa.
«Le sale erano anche un luogo d’incontro. Incuriositi, altri musicisti venivano a cercarci per capire cosa suonassimo. Noi, puntualmente, proponevamo esattamente il contrario delle loro aspettative. Una volta vennero a trovarci gli Skanners, storica band bolzanina di heavy metal, e li abbiamo accolti con brani di cantautori».
Negli anni 2000, dopo la parentesi con i Blumen (con una voluta ambiguità tra inglese e tedesco), fonda i Peggy Germs, band garage con cui suona, e molto, anche all’estero, arrivando pure al White Trash, storico club di Berlino, e a fare da apertura ai britannici Gbh.
«Con i Peggy Germs — spiega — abbiamo rielaborato sonorità anni ‘60, rileggendole in chiave post punk». Gira molto anche come deejay e, di ritorno da un appuntamento all’Elba, Ferrari gli comunica che si è deciso di candidarlo sindaco di Bolzano alle amministrative di novembre 2005, con il Partito per tutti.
«Torno a casa e Oscar non mi dà alternativa — ride — l’operazione è evidentemente provocatoria e riesce nell’intento. A sinistra si sorprendono e c’è chi ci accusa di portare via voti che potrebbero causare una sconfitta. A destra cercano di comprendere un oggetto per loro incomprensibile. Ricordo che una sera stavo suonando in una discoteca e fui addirittura avvicinato da alcuni esponenti di Forza Italia, con tanto di bottiglia di champagne. Tagliai velocemente la corda: ero lì per suonare. Non sono mai andato a un dibattito e quando mi telefonavano dicevo che parlassero con il segretario del partito, cioè Oscar. Oscar, però, spesso ribatteva che era più giusto parlassero con il candidato, cioè io. A un certo punto, avevamo il terrore qualcuno potesse essere eletto. Per fortuna, ci votarono in pochi e la scampammo. Ma c’è ancora qualcuno che mi chiama sindaco».