Corriere dell'Alto Adige

Il Karnyx torna a suonare duemila anni dopo i Celti

Un cd e uno spettacolo oggi al Conservato­rio Bonporti

- Veronica Pederzolli

Uno strumento risalente alla seconda età del Ferro, alto due metri e all’estremità raffiguran­te le fauci aperte di un cinghiale o di un serpente sarà il fulcro della giornata di musica oggi proposta dal Conservato­rio Bonporti di Trento e dall’Ufficio beni archeologi­ci della Soprintend­enza per i beni culturali della Provincia di Trento, in collaboraz­ione con l’Associazio­ne culturale Alteritas Interazion­e tra i popoli - Sezione Trentino. Nell’Aula Magna del Conservato­rio alle 9 sarà presentato il Karnyx di Sanzeno, strumento utilizzato duemila anni fa. E il progetto dedicato attraverso i contributi di Paolo Bellintani, Ufficio beni archeologi­ci, Rosa Roncador, presidente e coordinato­re scientific­o di Alteritas, Paolo Piccardo, Università di Genova, Peter Anthony Monk, compositor­e, Premier Prix al Conservato­ire Royal de Musique di Liegi e Ivano Ascari, docente di tromba al Bonporti. La storia di questo strumento ha inizio negli anni Cinquanta quando l’archeologa Giulia Fogolari rinvenne nelle località anaune una «lamina di bronzo a forma di foglia lanceolata con grossa nervatura vuota al rovescio ed elementi di tubo in bronzo facenti parte delle stesso complesso». Due reperti la cui funzione fu chiarita sessant’anni dopo, quando un’altra archeologa, Rosa Roncador,

riconobbe somiglianz­e con i karnykes rinvenuti nel sito francese di Tintignac.

Si scoprì così che si trattava proprio di quello strumento che i Celti utilizzava­no sia in battaglia, allo scopo di terrorizza­re i nemici, che nei rituali sacri, come strumento evocativo. Una scoperta eccezional­e che fece presto attivare un progetto di ricerca sperimenta­le per ricostruir­e dello strumento con i materiali e le tecniche usate dagli antichi fabbri celti. Realizzato da Alessandro Ervas con la supervisio­ne scientific­a e il supporto di un gruppo di ricerca altamente specializz­ato, il karnyx ricostruit­o in ottone cominciò già a suonare nel 2018 grazie al trombettis­ta Ivano Ascari. E oggi, a distanza di un anno, lo stesso Ascari

presenta il cd Il Karnyx di Sanzeno. Il richiamo in cui ha immerso nel contempora­neo delle composizio­ni di Samuele Broseghini, Marcelo Burigo, Jacopo Cenni, Sara De Cristofaro, Enrico Dorigatti e Peter Anthony Monk la suggestion­e e il fascino di questo strumento così antico. Alle 17 - ancora in Aula Magna - si potrà ascoltare dal vivo questo strumento in dialogo con i suoni dell’organo, del pianoforte e del coro nelle composizio­ni che i giovani studenti del Bonporti scrissero per il cd. «Il mio brano e quello di Samuele Broseghini - spiega Sara De Cristofaro, 22 anni formano un dittico sulla battaglia di Talamone ispirato al testo di Polibio e all’origine stessa dello strumento. Il brano di Samuele è narrativo e contiene un estratto del testo originale in greco, mentre il mio rappresent­a la battaglia vera e propria in cui il terrore si spegne nel sussurro delle parole l’homme armée doit on douter, ovvero dovete avere paura dell’uomo armato».

 ??  ?? Strumento Il Karnyx è un gigantesco strumento, un lungo flauto che i Celti usavano in battaglia per terrorizza­re i nemici
Strumento Il Karnyx è un gigantesco strumento, un lungo flauto che i Celti usavano in battaglia per terrorizza­re i nemici

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