Bolzano diventa capitale del software libero Al Techpark premiato il progetto Fuss Gubello: giusto puntare sull’open source
BOLZANO Si conclude oggi la due giorni del South Tyrol Free Software Conference (Sfscon) arrivata quest’anno alla sua 19esima edizione. Si tratta del più grande evento dedicato al software libero in Italia che ha luogo proprio al Noi Techpark. Tra gli ospiti di quest’anno spicca il nome di Luigi Gubello, l’hacker che ha svelato le falle della piattaforma pentastellata Rousseau.
La conferenza internazionale ha ospitato oltre mille partecipanti provenienti da tutta Europa tra sviluppatori, programmatori, aziende e studenti. Sfscon si propone di promuovere l’uso del software libero come strumento per generare innovazione e condivisione. Per incentivare lo sviluppo della cultura dell’open source in Alto Adige, ieri è stato assegnato da Linux User Group Bolzano il «South Tyrol free software award» all’insegnante Piergiorgio Cemin e allo studente Marco
Marinello per il loro contributo che hanno dato al progetto Fuss (Sistema libero per una scuola digitalmente sostenibile), il sistema di open source sviluppato su misura per le scuole di lingua italiana già dal 2005 con il sostegno del Fondo sociale europeo.
Il sistema si evolve con il contributo degli studenti e in base alle necessità di chi lo utilizza: insegnanti e studenti. In questi ultimi quattordici anni il progetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Tuttavia di recente la giunta provinciale ha annunciato di voler rinunciare al progetto Fuss a favore di Windows della Microsoft. Una scelta che sta facendo parecchio discutere il mondo degli informatici che, in larga misura, chiedono la prosecuzione del progetto Fuss.
Tra gli ospiti più attesi per questa nuova edizione del Sfscon è intervenuto sul palco anche Luigi Gubello, noto coquerela me Evariste Galois (il genio sfortunato della matematica nella Francia dell’Ottocento), ossia l’hacker bianco che aveva denunciato le falle della piattaforma Rousseau del Movimento cinque stelle. La vicenda, dopo quasi due anni, si è conclusa con il ritiro della nei confronti di Gubello che afferma «rifarei esattamente quello che ho fatto, forse in modo un po’ diverso ma segnalerei comunque le falle». Lo studente 28enne di Portogruaro (Venezia) è considerato uno dei massimi esperti di vulnerabilità della rete, tema sempre più scottante e di difficile risoluzione: «i software open source possono rappresentare una parziale soluzione al problema perché mettono in condizione gli utenti di vedere come vengono gestiti i loro dati».
In merito al software libero nelle scuole Gubello lo sostiene: «Preferirei che nelle scuole ci si approcciasse davanti ai software open source e di dare anche una un’educazione sul software libero. Un software open source può ricevere anche contributi esterni, la comunità può apportare velocemente migliorie e, essendo il codice aperto a tutti, chiunque con adeguate competenze, può scaricarlo e utilizzarlo. Inoltre — conclude Gubello — credo che sia anche il miglior modo per avvicinarsi all’informatica».