L’integrazione a tavola: volti e storie di Firmian
Elisa e Safae sembrano sorelle, invece sono una italiana e l’altra marocchina. Si sono conosciute a scuola, frequentano la prima elementare e sono amiche per la pelle. La macchina fotografica le ha sorprese sedute sul tappeto di una casariad, guardano la televisione e sorridono, con le loro Barbie accanto. Adam, il fratellino di Safae, gioca su un divano. Poco distanti, le loro madri, Sara e Nadia, chiacchierano senza che il velo costituisca una barriera culturale.
Scatti dalla mostra di Ivo Corrà You’re welcome, «sei il benvenuto», ma anche «prego», fino al 23 novembre al Foyer del teatro Cristallo di Bolzano. Vite private nella loro quotidianità, all’interno degli appartamenti di Bolzano. Immagini che raccontano storie di amicizia, di condivisione e di integrazione multiculturale.
Parole di accoglienza e ospitalità: volti sorridenti di vicini di casa che si scambiano abbracci, che scattano selfie di gruppo, che giocano a carte, che cucinano insieme o pregano prima del pranzo domenicale. Senza pregiudizi, senza buonismo, senza preconcetti. L’obiettivo del fotografo coglie nella loro semplicità il divenire delle giornate così come si svolgono all’interno dei condomini della città, entrando in punta di piedi nelle case di chi si è lasciato coinvolgere in un progetto intimo e gioioso. E lo ha fatto capovolgendo il cliché dell’accoglienza: negli scatti esposti sono gli stranieri ad aprire la porta di casa per accogliere.
Le donne sono spesso il filo rosso che unisce queste vite semplici eppure sorprendenti fatte di incontri e di scambi. Incroci che hanno fatto sentire un po’ a casa chi è stato costretto ad abbandonare la sua patria, a migliaia di chilometri di distanza e, allo stesso tempo, hanno reso più ricca la vita di chi non si è mai mosso da Bolzano. Aprendo la porta all’altro, ci si lascia contaminare dalla cultura, dai colori, dai sapori. E così Gloria, che dell’accoglienza ha fatto la sua missione, organizzando cene di cucina etnica allo Spazio Famiglie per i residenti del quartiere Firmian ha conosciuto Rahma, etiope di origine ma in Italia da quando è bambina. Ora è madre di tre bambini che la aiutano mentre, in cucina con Gloria e i suoi bambini, prepara zighinì di pollo con injera sotto l’obiettivo attento di Ivo Corrà.
Prakash, invece, è indiana, proviene da una famiglia di brahmini ed è induista praticante. Le foto esposte la mostrano assieme a Graziano, Elena, Gabriella, Alessandro, Teresa, Barbara e Aldo: il gruppo di altoatesini che ogni giovedì si ritrovano con lei per recitare antiche preghiere vediche e canti di varie religioni, accompagnati dal sitar e dall’harmonium.
Sono molte le persone che, in ogni angolo di Bolzano, creano «famiglia», accogliendo e scoprendo con curiosità somiglianze che uniscono e differenze che fanno crescere. Farle conoscere, perché diventino un esempio virtuoso per la collettività, è l’obiettivo di «Madre Terra», il percorso del Teatro Cristallo, della Caritas di Bolzano-Bressanone e del Centro per la pace, sostenuti dalla Ripartizione cultura Italiana della Provincia.
Un progetto attraverso il quale la fotografia oltrepassa la soglia del privato per rendere pubblico ciò che di bello si cela dietro le porte di case in apparenza anonime che si mescolano con universi esotici e mondi lontani.
You’re welcome presenta una carrellata di foto di gruppo che trasmettono tutta la serenità e l’allegria di un incontro tra amici, in un attimo come tanti rubato alla vita che scorre, come un frammento che condensa in uno scatto una storia più lunga e interessante.
Come quella di Rebwar, Nishtman e Hiran, giunti dal Kurdistan iracheno e persi senza destinazione alla stazione di Bolzano, fino all’incontro con Giovanna ed Erich che li hanno ospitati per due mesi.
Fatima, mediatrice culturale di origine marocchina, ha stretto amicizia con Daniela nata nella sala d’attesa del pediatra, mentre Amiina, somala laureata in medicina, ha incontrato Carmen grazie al volontariato per le lingue.
Incontri casuali diventati abbracci voluti che uniscono per sempre.