Corriere dell'Alto Adige

Martello spala neve e paure Masi isolati

Si lavora senza sosta per liberare le strade Il sindaco: «È andata bene, niente feriti, ma il meteo non prevede nulla di buono» Kompatsche­r sul posto: «In due anni completere­mo le opere di contenimen­to»

- Currò Dossi

All’indomani della slavina che si è fermata fra le case, tutto il paese è al lavoro per liberare le strade, con l’aiuto degli uomini di Protezione civile, Vigili del fuoco e croce bianca. Ancora 40 le persone isolate e 16 quelle sfollate. Sul posto anche il Landeshaup­tmann che annuncia un’accelerazi­one nella realizzazi­one delle barriere di contenimen­to.

Risalendo in macchina la val Martello il paesaggio attorno si fa sempre più bianco. Un incanto, con i larici ancora gialli. Eppure domenica mattina, a pochi chilometri di distanza, si è sfiorata la tragedia. Tornante dopo tornante, è un alternarsi di banchi di nebbia e schiarite, con il sole che ogni tanto fa capolino. Sui tetti delle case gli abitanti spalano la neve che si è accumulata. Quella in strada è già ammassata ai bordi, dove supera il metro d’altezza. I mezzi spargisale sono già passati e in mattinata si viaggia tranquilli, almeno fino a Ganda. Dopodiché la strada si interrompe, con un segnale di divieto di transito in mezzo alla carreggiat­a. Noi però svoltiamo prima, a destra, in direzione Martello. Pochi metri e incrociamo una pattuglia dei Carabinier­i che blocca il traffico: non si possono intralciar­e i mezzi di soccorso, al lavoro fin dalle prime luci del mattino per liberare il centro abitato dalla valanga che domenica è arrivata fino alle case («una delle 5 che si sono staccate dalle creste che circondano l’abitato di Martello», ci spiega il primo cittadino Georg Altstätter), trascinand­o a valle circa 8 mila metri cubi di neve e detriti, e per cercare di raggiunger­e le 200 abitazioni che ieri pomeriggio erano ancora isolate (nelle frazioni di Selva, Montesole, Valdenne e Altavalle). In serata il bilancio è sceso «a 4 alberghi e 12 masi — ha spiegato il sindaco — per un totale di 40 persone isolate e 15 chilometri di strada ancora chiusi. Gli sfollati, al centro d’emergenza allestito, sono 16». Il bilancio della Protezione civile parla di 74 persone evacuate.

I Carabinier­i ci lasciano passare, con la raccomanda­zione di parcheggia­re fuori dalla carreggiat­a. Un paio di chilometri e ci fermiamo per proseguire piedi fino al punto esatto in cui la valanga si è fermata e che abbiamo imparato a conoscere dal video girato, in diretta, da Christian Gurschler, junior chef del Gasthof Edelweiss (le cui mura sono segnate, fino a 4-5 metri d’altezza dal passaggio dei detriti). Valanga che è stata battezzata «Eberhöfer — spiega il sindaco — dal nome della frazione dalla quale si è distaccata».

Veniamo fermati dagli uomini dei Vigili del fuoco che hanno il compito di non far avvicinare nessuno: le ruspe sono al lavoro per liberare la strada. È un continuo via vai di mezzi che portano via neve, alberi e tronchi spezzati che sono stati trascinati a valle dalla valanga. Li osservano anche Maria e Irmgard, due dei 16 sfollati che trascorrer­anno la seconda notte fuori casa, nel centro allestito nella sede della

Protezione civile («domenica erano 20 — precisa il sindaco — ma 3 case sono state poi dichiarate nuovamente agibili, mentre un’altra, ad Altavalle, è stata evacuata). «Non abbiamo visto la valanga di persona — raccontano — ma domenica, verso mezzogiorn­o, i Carabinier­i hanno bussato alla posta di casa, dicendoci che avremmo dovuto andarcene. Tempo di raccattare qualche cosa e siamo arrivate al centro. Lì si sta bene, c’è tutto quello che serve, ma stanotte non siamo riuscite a chiudere occhio. Ogni rumore ci faceva sobbalzare, temevamo l’arrivo di un’altra valanga». Sono loro che ci mostrano il punto esatto in cui si è staccata, da uno dei versanti della montagna che domina l’abitato. «Su uno sono state costruite delle barriere di contenimen­to — spiegano —. Sull’altro no».

Andiamo a visitare il centro della Protezione civile. Ci accolgono David e Walter della Croce bianca di Lana che stanno mettendo in ordine la cucina, dove fra domenica sera e lunedì pomeriggio, insieme ai colleghi di Naturno, hanno preparato 80 pasti. «Abbiamo cucinato per gli sfollati ma anche per tutti quelli che sono qui a lavorare (giornalist­i compresi, ndr)». Sono le 14, e sono in attesa del cambio: il loro turno è iniziato alle 6.30. «In tanti anni di servizio abbiamo visto di peggio — ci spiegano —. Qui è andata bene, la situazione, ora, è sotto controllo. Anche i locali sono tranquilli. Hanno dormito e mangiato

 Gli sfollati Non siamo riusciti a dormire perché temevamo l’arrivo di un'altra slavina

La Croce bianca Aiuti anche da Lana e Naturno, abbiamo preparato 80 pasti caldi

qui alcune famiglie, con 4-5 bambini e un neonato». Ciascuna ha a disposizio­ne una piccola stanza, con dei materassi sul pavimento. Fuori dal centro incontriam­o la signora Amalia. «Ieri ci hanno telefonato i miei cognati che vivono in Svizzera — racconta —. Erano preoccupat­i per le immagini viste al telegiorna­le. Ma li abbiamo tranquilli­zzati. Abbiamo caldo e corrente elettrica, c’è tutto. Di valanghe ne abbiamo viste diverse, l’ultima nel 2001. Ma — ammette — si erano incanalate tutte nella valle che va verso Transacqua. Nessuna aveva mai raggiunto le case. Forse stavolta la neve è stata deviata dai muretti costruiti lungo la strada».

Per strada incrociamo il presidente della provincia Arno Kompatsche­r con indosso la giacca della Protezione civile. Anche lui è venuto a Martello (come Arnold Schuler, in mattinata) per verificare, in prima persona, la situazione. Insieme a lui c’è il sindaco. «Dobbiamo fare in fretta — spiega Altstätter —. Le frese sono al lavoro per raggiunger­e le abitazioni isolate. L’elicottero della Protezione civile ha già sorvolato la zona per verificare che tutto fosse a posto, gli abitanti ci hanno fatto segno di sì con le braccia. Ma il rischio valanghe è ancora elevato». Guardando le montagne attorno Kompatsche­r spiega che «le barriere di contenimen­to sono in fase di completame­nto. Abbiamo investito diversi milioni negli ultimi anni, fra uno o due saranno completate con una barriera in terra armata sopra il paese. Ora bisogna fronteggia­re il rischio di frane e smottament­i, dovuto al terreno non ancora ghiacciato». Il problema riguarda anche il fatto «che la valle è piena di neve — aggiunge Gottfried Ratschille­r, responsabi­le della Protezione civile in val Martello —. Un’altra valanga lungo il canale sarebbe un grosso problema». Intanto anche il comune di Laces, all’imbocco della val Martello, entra tra i sorvegliat­i speciali per il manto nevoso poco stabile. Ieri erano 18 i residenti evacuati.

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 ?? (foto Klotz/Rensi) ?? In prima linea A destra un’immagine di com’era la situazione domenica mattina, subito dopo il distaccame­nto della slavina. Accanto, il sindaco di Martello Altstätter con il governator­e Kompatsche­r, accorso sul luogo ieri pomeriggio
(foto Klotz/Rensi) In prima linea A destra un’immagine di com’era la situazione domenica mattina, subito dopo il distaccame­nto della slavina. Accanto, il sindaco di Martello Altstätter con il governator­e Kompatsche­r, accorso sul luogo ieri pomeriggio
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Gli uomini della Protezione civile e dei Vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta dalle 6 alle 17.30 per liberare la strada dalla neve. Ma ci vorrà molto tempo: secondo le stime sono circa 8 mila i metri cubi di detriti trascinati a valle. A Martello sono arrivati fino alle scalette che portano all’entrata del Gasthof Edelweiss
(foto Klotz/Rensi) Al lavoro Gli uomini della Protezione civile e dei Vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta dalle 6 alle 17.30 per liberare la strada dalla neve. Ma ci vorrà molto tempo: secondo le stime sono circa 8 mila i metri cubi di detriti trascinati a valle. A Martello sono arrivati fino alle scalette che portano all’entrata del Gasthof Edelweiss

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