«Investito tanto in prevenzione, dopo Vaia più timori per le slavine»
TRENTO Da circa una settimana in Trentino, mediamente, sono caduti ogni giorno tra i 40 e i 60 millimetri di pioggia e oltre 20 centimetri di neve a quote superiori ai 900 metri d’altitudine. I versanti e i fiumi sono stati messi sotto stress a ripetizione, ma ciononostante «il territorio ha retto bene e non dovrebbe presentare situazioni critiche nei prossimi giorni», spiega l’ingegnere Gianfranco Cesarini Sforza, responsabile del Dipartimento della Protezione civile della Provincia di Trento. Merito di tutto ciò «l’attenzione che viene riservata da trent’anni alla sistemazione del territorio», ha aggiunto al termine della riunione di ieri nella sala operativa della protezione civile, alla caserma dei Vigili del Fuoco permanenti di Trento.
Ingegnere Sforza, quali sono le previsioni per le prossime 24 ore?
«Fino a questa sera è prevista una nuova perturbazione, ma si tratterà di un evento più leggero rispetto a quello dei giorni precedenti. Parliamo di precipitazioni tra i 20 e i 40 millimetri di pioggia e quota neve tra i 1.000-1.500 metri di altitudine».
Dopo le precipitazioni abbondanti dei giorni scorsi qual è la situazione dal punto
«La situazione è sotto controllo. Per l’entità delle precipitazioni che ci sono state e che ci saranno nei prossimi giorni il territorio non dovrebbe presentare situazioni critiche
Il punto La situazione è sotto controllo. Possibile qualche piccolo smottamento
importanti. Naturalmente, essendo imbevuto d’acqua, potrebbero verificarsi piccole colate di qualche decina di metri cubi su diverse parti del territorio. Ma non ci aspettiamo eventi particolari».
Il pericolo valanghe invece rimane alto? Considerando anche le condizioni che si sono create dopo la tempesta Vaia.
«Il pericolo valanghe ci sarà fino a primavera, seppure a livelli diversi. Quest’anno le precipitazioni sono state sicuramente precoci e la quantità è stata importante. È chiaro che la copertura boschiva è diminuita e quindi dove non ci sono più gli alberi cresce il pericolo valanghe. Però non ci sono conseguenze immediate così categoriche. Potrebbero verificarsi piccoli smottamenti e valanghe in quota. Questo, ovviamente, insieme alla cadu
ta di rami e alberi, può compromettere la circolazione sulla rete stradale. Una delle raccomandazioni che continuiamo a dare infatti è quella di spostarsi soltanto in caso di necessità».
Per quanto riguarda il reticolo idrografico, quali sono state le disposizioni per contenere il livello dei corsi d’acqua?
«Dove avevamo dei dubbi, è stata data indicazione ai gestori delle dighe di svasare preventivamente i bacini in modo da contenere le precipitazioni successive. Così è stato fatto per il fiume Leno, il torrente Cismon e il fiume Brenta. In quest’ultimo caso il lago di Caldonazzo ha funzionato come una sorta di diga. Adesso invece si sta scaricando tutto quello che si può nella capacità di smaltimento del fiume in modo che quando arriverà la nuova precipitazione, se non fosse assorbibile dal fiume, si può alzare la paratoia e utilizzare il lago come laminazione».
In questi giorni, come accade ogni volta che insorgono calamità naturali, nel Paese si è tornati a discutere sulla cultura della prevenzione del territorio. Da questo punto di vista, come si posizione il Trentino?
«La Provincia sta investendo sulla sistemazione del territorio da più di trent’anni e tutti gli anni c’è qualche decina di milioni che viene spesa a questo scopo. Ovviamente in condizioni straordinarie, come la tempesta Vaia o anche il maltempo di questi giorni, tutte le piccole frane vengono riprese e sistemate in maniera che resistano nel tempo, come se fossero tanti spillini che mantengono su il territorio. Chiaramente tutto non si può fare e ci sarà ancora molto lavoro da svolgere nei prossimi
anni. Ma in generale il territorio è seguito e curato con molta attenzione dal governo provinciale».
Quali sono state invece le componenti della macchina dei soccorsi?
«La macchina dei soccorsi è quella della Protezione civile. Quando abbiamo dichiarato lo stato di allerta gialla (venerdì, ndr), ovvero il primo dei tre livelli di allertamento del nostro sistema, tutte le persone che hanno competenza sul territorio si sono dovute tenere pronte e si sono dovute assicurare che i mezzi fossero efficienti. Sul soccorso a chiamata, invece, sono intervenuti tutti i servizi provinciali competenti: Strade, Bacini montani, Foreste, oltre ai vigili del fuoco volontari che hanno fatto tutti gli interventi tecnici di emergenza. Sono stati impiegati centinaia di uomini per altrettante centinaia di interventi».
In strada
Il consiglio è di non muoversi se non è necessario. Le dighe? Sono state svasate