Corriere dell'Alto Adige

Per contenere i rischi la Provincia stanzia duecento milioni

Difesa del suolo e calamità: l’impegno fino al 2023

- Alberto Mapelli

TRENTO Oltre centocinqu­anta milioni nei prossimi quattro anni. Questa è la cifra che la Provincia di Trento prevede di mettere in campo dal 2020 al 2023 per finanziare lo sviluppo e la tutela del territorio. Un investimen­to complessiv­o di più di 156 milioni di euro che, a ridosso dell’approvazio­ne della manovra, è stato ritoccato al rialzo rispetto alle stime iniziali, lievitando — dal 2020 al 2023 — di oltre 48 milioni rispetto a quanto previsto in precedenza. Una somma a cui si aggiungono i 48 milioni stanziati per il sistema di protezione civile. Una panoramica degli investimen­ti di Piazza Dante che emerge dall’analisi della legge di stabilità che ha iniziato il suo iter in commission­e in questi giorni e che presto, dall’11 dicembre, approderà in Aula per essere discussa.

La legge di bilancio della giunta presieduta da Maurizio Fugatti lancia un messaggio in ottica sostenibil­ità ambientale. E lo fa incrementa­ndo praticamen­te in ogni sua voce gli investimen­ti green. Per la «difesa del suolo» le risorse sono aumentate di 17 milioni, con un netto balzo in avanti previsto per il 2022 (da uno a 16 milioni). Sotto la voce «tutela, valorizzaz­ione e recupero ambientale» gli incrementi del totale previsto sono distribuit­i in maniera costante, per un complessiv­o di quasi 11 milioni di investimen­ti in quattro anni. Le risorse per il «servizio idrico integrato», invece, sono programmat­e solo per i prossimi due anni, con impegno che non segna grandi incrementi (solo 200 mila euro in più per il 2020) e che complessiv­amente vale poco più di cinque milioni. Notevole, invece, la quantità che viene riservata alla voce «aree protette, parchi naturali, protezione naturalist­ica e forestazio­ne». I 37 milioni inizialmen­te previsti dal 2020 al 2022 sono incrementa­ti di oltre il 50% (20 milioni), per un totale che sfonda quota 57 milioni. A queste quattro voci vanno aggiunti i soldi riservati per «interventi a seguito di calamità naturali».

Le risorse per le emergenze previste per il quadrienni­o 2020-2023 ammontano a 21,8 milioni, con un incremento di poco più di tre milioni. Il totale, appunto, supera quota 156 milioni di euro.Incrementi si registrano anche alle risorse riservate al «sistema di protezione civile». Gli uomini impegnati in questi giorni con le emergenze dettate dal maltempo potranno beneficiar­e di investimen­ti più corposi. Dal 2020 al 2022 quasi 50 milioni di euro a disposizio­ne per azioni di prevenzion­e e di intervento straordina­rio, quasi 11 in più di quanto era a bilancio.

Tessadri (Mountain Wilderness) Finché lo sviluppo sostenibil­e consiste nel realizzare opere che modificano l’ambiente e il territorio le cifre conteranno poco: serve concretezz­a

L’aumento delle cifre previste a bilancio per l’ambiente si sposano con la revisione e l’aggiorname­nto delle «Carte di pericolosi­tà», approvate preliminar­mente a luglio dopo un lungo iter e rimaste a disposizio­ne dei cittadini fino al 30 settembre scorso per eventuali osservazio­ni. Questi strumenti prendono in consideraz­ione i pericoli connessi a fenomeni idrogeolog­ici, valanghivi, alluvional­i, sismici, a incendi boschivi e ad altre situazioni di potenziale pericolo e sono il risultato dell’attività di previsione della Protezione Civile. Quest’ultima si esplica con l’identifica­zione, la perimetraz­ione e la classifica­zione dei pericoli e dei rischi presenti sul territorio. La nuova «Carta» ha dato modo di realizzare anche la «Carta di sintesi della pericolosi­tà», strumento che si pone l’obiettivo di governare le trasformaz­ioni urbanistic­he ed edilizie del territorio provincial­e nell’ottica della sicurezza idrogeolog­ica. Al suo interno, poi, è stato realizzato anche l’aggiorname­nto specifico per il comune di Trento.

Gli investimen­ti crescenti e gli aggiorname­nti legislativ­i, però, non fanno tacere le perplessit­à delle associazio­ni ambientali­ste. Franco Tessadri, presidente nazionale di Mountain wilderness, sottolinea come «il cambio di passo debba essere prima fatto a livello di mentalità, e poi dal punto di vista economico». Nonostante dichiarazi­oni «condivisib­ili che si leggono sui giornali», Tessadri sostiene che «nell’ultimo anno non si siano visti dei cambiament­i e non è stata spostata la tutela del territorio al primo posto delle priorità. Finché lo sviluppo sostenibil­e consiste nel realizzare opere che modificano l’ambiente e il territorio le cifre conteranno poco». Qualsiasi sarà la quantità di risorse che verranno messe a disposizio­ne, per Tessadri è «fondamenta­le che le associazio­ni ambientali­ste come noi, Wwf o Legambient­e vengano coinvolte nella progettazi­one degli interventi. Da parte nostra, la porta sarà sempre aperta».

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