Per contenere i rischi la Provincia stanzia duecento milioni
Difesa del suolo e calamità: l’impegno fino al 2023
TRENTO Oltre centocinquanta milioni nei prossimi quattro anni. Questa è la cifra che la Provincia di Trento prevede di mettere in campo dal 2020 al 2023 per finanziare lo sviluppo e la tutela del territorio. Un investimento complessivo di più di 156 milioni di euro che, a ridosso dell’approvazione della manovra, è stato ritoccato al rialzo rispetto alle stime iniziali, lievitando — dal 2020 al 2023 — di oltre 48 milioni rispetto a quanto previsto in precedenza. Una somma a cui si aggiungono i 48 milioni stanziati per il sistema di protezione civile. Una panoramica degli investimenti di Piazza Dante che emerge dall’analisi della legge di stabilità che ha iniziato il suo iter in commissione in questi giorni e che presto, dall’11 dicembre, approderà in Aula per essere discussa.
La legge di bilancio della giunta presieduta da Maurizio Fugatti lancia un messaggio in ottica sostenibilità ambientale. E lo fa incrementando praticamente in ogni sua voce gli investimenti green. Per la «difesa del suolo» le risorse sono aumentate di 17 milioni, con un netto balzo in avanti previsto per il 2022 (da uno a 16 milioni). Sotto la voce «tutela, valorizzazione e recupero ambientale» gli incrementi del totale previsto sono distribuiti in maniera costante, per un complessivo di quasi 11 milioni di investimenti in quattro anni. Le risorse per il «servizio idrico integrato», invece, sono programmate solo per i prossimi due anni, con impegno che non segna grandi incrementi (solo 200 mila euro in più per il 2020) e che complessivamente vale poco più di cinque milioni. Notevole, invece, la quantità che viene riservata alla voce «aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione». I 37 milioni inizialmente previsti dal 2020 al 2022 sono incrementati di oltre il 50% (20 milioni), per un totale che sfonda quota 57 milioni. A queste quattro voci vanno aggiunti i soldi riservati per «interventi a seguito di calamità naturali».
Le risorse per le emergenze previste per il quadriennio 2020-2023 ammontano a 21,8 milioni, con un incremento di poco più di tre milioni. Il totale, appunto, supera quota 156 milioni di euro.Incrementi si registrano anche alle risorse riservate al «sistema di protezione civile». Gli uomini impegnati in questi giorni con le emergenze dettate dal maltempo potranno beneficiare di investimenti più corposi. Dal 2020 al 2022 quasi 50 milioni di euro a disposizione per azioni di prevenzione e di intervento straordinario, quasi 11 in più di quanto era a bilancio.
Tessadri (Mountain Wilderness) Finché lo sviluppo sostenibile consiste nel realizzare opere che modificano l’ambiente e il territorio le cifre conteranno poco: serve concretezza
L’aumento delle cifre previste a bilancio per l’ambiente si sposano con la revisione e l’aggiornamento delle «Carte di pericolosità», approvate preliminarmente a luglio dopo un lungo iter e rimaste a disposizione dei cittadini fino al 30 settembre scorso per eventuali osservazioni. Questi strumenti prendono in considerazione i pericoli connessi a fenomeni idrogeologici, valanghivi, alluvionali, sismici, a incendi boschivi e ad altre situazioni di potenziale pericolo e sono il risultato dell’attività di previsione della Protezione Civile. Quest’ultima si esplica con l’identificazione, la perimetrazione e la classificazione dei pericoli e dei rischi presenti sul territorio. La nuova «Carta» ha dato modo di realizzare anche la «Carta di sintesi della pericolosità», strumento che si pone l’obiettivo di governare le trasformazioni urbanistiche ed edilizie del territorio provinciale nell’ottica della sicurezza idrogeologica. Al suo interno, poi, è stato realizzato anche l’aggiornamento specifico per il comune di Trento.
Gli investimenti crescenti e gli aggiornamenti legislativi, però, non fanno tacere le perplessità delle associazioni ambientaliste. Franco Tessadri, presidente nazionale di Mountain wilderness, sottolinea come «il cambio di passo debba essere prima fatto a livello di mentalità, e poi dal punto di vista economico». Nonostante dichiarazioni «condivisibili che si leggono sui giornali», Tessadri sostiene che «nell’ultimo anno non si siano visti dei cambiamenti e non è stata spostata la tutela del territorio al primo posto delle priorità. Finché lo sviluppo sostenibile consiste nel realizzare opere che modificano l’ambiente e il territorio le cifre conteranno poco». Qualsiasi sarà la quantità di risorse che verranno messe a disposizione, per Tessadri è «fondamentale che le associazioni ambientaliste come noi, Wwf o Legambiente vengano coinvolte nella progettazione degli interventi. Da parte nostra, la porta sarà sempre aperta».