Tralicci, strade e rotaie: programmati interventi per oltre 10 miliardi
BOLZANO Un piano quinquennale da 300 milioni di euro da qui al 2025 per riorganizzare la rete di distribuzione elettrica, emersa come punto debole nell’emergenza maltempo. Altri 400 milioni per le opere ferroviarie (la Merano Bolzano, il tunnel del Virgolo e la variante della val di Riga) senza contare il tunnel del Brennero e le tratte d’accesso che, solo per gli interventi sul lato italiano, valgono almeno 8 miliardi. Più, ovviamente, i 30 milioni che ogni anno si spendono per la manutenzione di strade, ponti e opere d’arte e gli investimenti già programmati che ammontano a 1 miliardo nel prossimo quinquennio. Siamo a oltre 10 miliardi: questa è la spesa necessaria per mettere in sicurezza il territorio altoatesino da eventi naturali.
Un bilancio economico complessivo dei danni è ancora prematuro, ma su un punto tecnici e politici concordano: la manutenzione costante del territorio ha fatto la differenza. Ogni anno la Provincia spende 30 milioni per la difesa idrogeologica, dalla realizzazione dei valli anti-valanga agli interventi sui corsi d’acqua fino alla messa in sicurezza di strade e ferrovie. «Su prevenzione e manutenzione idrogeologica abbiamo una spesa che non ha eguali nell’arco alpino — rivendica il presidente della Provincia, Arno Kompatscher – anche per questo non ci sono stati feriti a fronte di eventi meteorologici davvero intensi».
Il problema principale sono state le utenze elettriche rimaste a secco a migliaia per la caduta di tralicci abbattuti da alberi. «Siamo già al lavoro con Terna – rilancia Kompatscher – sarà il più grande piano di riorganizzazione degli elettrodotti nel Paese. Si partirà dalla Valle Isarco per passare, attraverso Funes, verso la Val Gardena e la Val Badia per giungere fino alla Val Pusteria, dove si sono registrate le maggiori difficoltà». E la stessa Terna conferma l’impegno. «In Alto Adige, Terna ha previsto una serie di interventi di sviluppo che consentiranno di incrementare la sicurezza di esercizio — spiegano dall’azienda che gestisce la rete di trasmissione dell’energia —. Proseguiranno, inoltre, i rinnovi delle linee esistenti, nonché i rinforzi strutturali di elettrodotti aerei esposti a ghiaccio e neve. Oltre alla normale manutenzione saranno anche installati sistemi di monitoraggio in tempo reale della condizione fisica degli impianti, dispositivi e procedure operative per la mitigazione del rischio di formazione di ghiaccio. E si procederà al taglio delle piante nei pressi degli elettrodotti».
Una questione potenzialmente sensibile su cui Terna assicura dialogo con istituzioni e comunità locali. Priorità confermata anche da Arnold Schuler. «I problemi maggiori si sono verificati in Val Pusteria, per la caduta di piante sui tralicci – osserva l’assessore alla Protezione civile —. Ipotizzando 20 metri di fascia di sicurezza attorno alle infrastrutture, andremmo in linea teorica a eliminare 18.000 ettari di bosco, di cui 13.000 a ridosso delle strade e 5.000 in prossimità delle reti elettriche. Chiusa l’emergenza, ci confronteremo con Terna, Alperia, Edyna»».
Programmazione che è stata la chiave di volta per contenere danni e disagi in condizioni estreme. «Il monitoraggio è continuo e la lista delle priorità viene ridefinita due volte l’anno – spiega Volkmar Mair, direttore dell’ufficio territoriale geotecnico – questo permette di non dover rincorrere le emergenze, anche grazie alla fitta rete di vigili del fuoco e volontari che, presenti sotto ogni campanile, ci aiutano a raccogliere con tempestività informazioni utili. Più difficile è stato gestire la caduta alberi: il peso della neve, unito al terreno imbevuto d’acqua, ha fatto cedere le radici di molte piante». Anche Rudolf Pollinger è convinto che il sistema abbia funzionato, grazie al lavoro costante di manutenzione. «Investiamo e lavoriamo tutto l’anno – sottolinea il capo della Protezione civile – e, dunque, anche in situazioni molto difficili riusciamo a non essere sopraffatti dai problemi».
L’agenda
Terna spenderà 300 milioni in 5 anni Traforo e gallerie per assicurare i binari