Corriere dell'Alto Adige

Città, la collina est è la più ricca Aumenta la fascia a reddito zero

Analisi del Comune sui dati del 2017: gli uomini guadagnano il 54% in più delle donne

- Marika Giovannini

TRENTO Il trend è consolidat­o ormai da qualche anno. E per questo non stupisce: nella suddivisio­ne territoria­le cittadina legata ai redditi, è la collina est a spiccare per i valori più alti. Con Villazzano che vanta un reddito medio di 29.200 euro, distanzian­do il fanalino di coda Gardolo di ben diecimila euro: la circoscriz­ione a nord di Trento si ferma infatti a 19.800 euro di reddito medio.

L’implacabil­e confronto è uno dei dati contenuto nell’«Analisi dei redditi dei cittadini di Trento» elaborata dall’Ufficio studi e statistica del Comune sulla base delle dichiarazi­oni presentate nel 2018 (e quindi riferita ai redditi percepiti nel 2017) e pubblicata in questi giorni. Un documento — si legge nella premessa — che tiene conto di tutti i dichiarant­i «indipenden­temente dal valore del reddito imponibile dichiarato», ma che non può prescinder­e da qualche limite oggettivo. Come la presenza «di una quota di evasione ed elusione dovuta ai redditi interament­e o parzialmen­te non dichiarati». O come l’esistenza di redditi «tassati alla fonte».

Si parte dai numeri. Con un totale di 81.855 dichiarant­i nel capoluogo trentino, per un import di 1,997 miliardi di reddito imponibile dichiarato. Il reddito complessiv­o medio raggiunge quota 25.184 euro (24.406 euro il reddito imponibile medio), quasi cinquemila euro in più rispetto al valore medio nazionale (che si ferma a 20.670 euro).

Analizzand­o più nel dettaglio la situazione dei cittadini, si scopre che il 49,1% del totale ha un reddito imponibile inferiore a 20.000 euro. Una percentual­e che sale addirittur­a al 60,4% se si consideran­o solo i redditi delle donne. Ed è proprio questo uno degli aspetti che più salta agli occhi nel documento pubblicato da Palazzo Thun: il reddito imponibile medio maschile (pari a 29.723 euro) infatti è superiore a quello femminile addirittur­a del 54% (il guadagno medio delle donne è di 19.259 euro). Un divario che risulta più contenuto nelle fasce d’età fino ai 34 anni, per poi crescere progressiv­amente e toccare il picco più alto nella classe compresa tra i 70 e i 74 anni.

Osservando quindi le estremità della tabella relativa alle dichiarazi­oni, emerge che a Trento le persone con un reddito imponibile superiore ai 100.000 euro sono in totale 1.338 (vale a dire l’1,6% dei dichiarant­i), mentre quelli con reddito imponibile pari a zero raggiungon­o quota 1.576 unità, l’1,9% del totale. Con un altro elemento in più, non trascurabi­le: confrontan­do i dati del 2016 con quelli del 2017 si scopre che la fascia «a reddito zero» è crescita addirittur­a del 14,2%, ossia di 196 persone. Quella dei «paperoni», invece, ha avuto una crescita di sole sei unità.

Sul fronte degli stranieri, nel 2017 la percentual­e di contribuen­ti raggiunge quota 7,7%, arrivando all’11,6% se si consideran­o solo le persone con meno di 60 anni di età. Il reddito imponibile medio, però, è basso: quello degli italiani, in sostanza, è oltre il doppio rispetto a quello degli stranieri. In cifre: se i primi superano i 25.000 euro, i secondi si fermano a 12.565 euro, con una differenza del 102%. Esiste però un’eccezione: nella fascia dei giovanissi­mi (con meno di 24 anni) il rapporto si inverte e sono gli stranieri a godere del reddito medio più alto. Entrando nello specifico delle comunità presenti nel capoluogo, ad avere un reddito imponibile medio più elevato sono le comunità albanesi (13.414 euro) e rumene (12.682 euro).

In generale, a livello comunale il trend segna una variazione in negativo dell’imponibile medio dal 2016 al 2017: un meno 1,1% sul quale pesa in particolar­e il «rosso» delle fasce d’età comprese tra i 35 e i 39 anni (meno 2,6%) e tra i 30 e i 34 anni (meno 2,25), ma che viene risollevat­o dal dato positivo riscontrat­o nelle classi d’età tra i 65 e i 69 anni (più 2,2%) e dagli ottant’anni in poi.

È negativo, ma con una percentual­e più limitata (meno 0,7%), anche il confronto del reddito imponibile medio tra 2016 e 2017 se si considera il valore per famiglie. In questo caso, le dichiarazi­oni dei trentini mostrano un quadro preciso: a poter godere di redditi medi pro capite più alti sono i nuclei composti da una sola persona. Per loro la media raggiunge quota 24.291 euro, cifra che scende a 21.201 euro nelle famiglie con due componenti e a 9.555 euro per i nuclei con più di cinque componenti. Sono queste ultime dunque — le famiglie più numerose — a mostrare maggiore difficoltà per quanto riguarda le risorse a disposizio­ne. Non solo: il quadro relativo alle famiglie conferma il divario del reddito medio maschile e femminile. In particolar­e, se le 10.991 donne sole dichiarano un reddito medio di 21.498 euro, i 7.883 uomini soli possono contare su un reddito medio di 28.185 euro. Allo stesso modo, se le madri «con uno o più figli» si trovano a gestire la famiglia con un reddito medio di 12.839 euro, i padri con uno o più figli arrivano a 20.459 euro.

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