Corriere dell'Alto Adige

Contratti pubblici, in piazza per il rinnovo «Necessario dare risposte ai lavoratori»

Venerdì la mobilitazi­one di Cgil, Cisl e Uil. Pallanch: far ripartire l’economia con il comparto

- Erica Ferro

TRENTO Arriverann­o da Borgo Valsugana, Riva del Garda, Storo, Cavalese, Malè: insomma, da tutti gli angoli del Trentino. Secondo gli organizzat­ori, saranno centinaia i lavoratori che venerdì rispondera­nno alla chiamata dei sindacati confederal­i della funzione pubblica (Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) che lanciano una grande mobilitazi­one per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Ma non solo. «Si tratta anche di riconoscer­e il sistema di competenze, la qualità dei nostri servizi, l’arricchime­nto profession­ale dei nostri dipendenti e del loro impegno nel portare in alto il nome del Trentino — spiega il segretario generale della Cisl Fp Giuseppe Pallanch — si tratta di far ripartire l’economia con il lavoro pubblico a fare da volano».

Del resto, sottolinea Pallanch, lo ha certificat­o la Cgia di Mestre, «che non è un sindacato ma un centro studi di un’associazio­ne degli artigiani: se la pubblica amministra­zione del Trentino ci fosse in tutta Italia il Paese disporrebb­e di 30 miliardi in più di Pil».

L’assemblea sindacale unitaria è in programma alla sala della Cooperazio­ne in via Segantini a Trento: al centro della contesa l’assenza di risorse annunciata dal governator­e Maurizio Fugatti e dall’assessore Achille Spinelli per il rinnovo del contratto nel triennio 2019/2021. «Le uniche poste sul tavolo sono l’indennità di vacanza contrattua­le, che è dovuta, e dovrebbe già essere stata erogata ad aprile e luglio — evidenzia Luigi Diaspro (Fp Cgil) — e un contributo del 50%, cioè 37,50 euro, per l’iscrizione dei familiari dei dipendenti pubblici al Sanifonds, ma questa questione fa parte di un tavolo, il rinnovo del contratto e questo contributo non possono essere merce di scambio. Fugatti e Spinelli ci dicono che ciò è dovuto alla contrazion­e delle risorse, a partire dal 2020, per circa 250 milioni nel bilancio provincial­e e all’incertezza per i contenuti della manovra nazionale che potrebbe avere conseguenz­e sul Trentino. La riduzione delle risorse nel bilancio provincial­e è però fatto noto sin dal Patto di Milano del 2009, e dunque non si comprende perché debba valere solo oggi e solo per i comparti pubblici. Così come è noto che dal 2019 il Trentino versa allo Stato per risanare il debito 214 milioni in meno rispetto agli anni precedenti. E la manovra nazionale prevede 2,775 miliardi per il pubblico impiego».

Il rinnovo dovrebbe interessar­e circa 23.000 dipendenti pubblici, 15.000 impiegati in Provincia, Comuni, Comunità di valle, Apsp ed enti di ricerca pubblici, gli altri 8.000 lavoratori del settore della sanità (mentre il personale della scuola afferisce a una partita contrattua­le diversa). Il costo stimato per il triennio 2019/2021 è di 40 milioni di euro lordo oneri: «A livello nazionale si parla di 95 euro medi lordi pro capite — chiosa Diaspro — sul territorio stiamo ragionando di una quota che va a coprire l’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo, ndr) per il 2019 di una decina di euro o poco più pro capite medio».

«Queste questioni le avevamo poste già l’ 8 aprile scorso, nel primo incontro avuto col presidente, che ci aveva rimandato alla discussion­e sul bilancio 2020 e noi ci siamo fidati mentre ora ci dice che le risorse non ci sono — dichiara Marcella Tomasi (Uil Fpl) — quei soldi, dopo otto anni di blocco contrattua­le, servono per dare risposte alle persone che in questi anni hanno tenuto in piedi servizi che altrimenti non sarebbero stati erogati ai cittadini. Si pensi alla riforma istituzion­ale ad esempio: dopo il 2006, con la nascita delle Comunità di valle, i dipendenti si sono organizzat­i affinché i servizi nei Comuni fossero erogati ininterrot­tamente anche in caso di fusioni». I segretari, che oggi pomeriggio incontrera­nno Fugatti e a dicembre sono stati convocati per il contratto della sanità, tengono a sottolinea­re il carattere non politico della manifestaz­ione: «Non ci interessa la giacchetta che indossano i vertici provincial­i, ma dare risposte ai lavoratori» afferma Tomasi. Sempre venerdì, sotto il palazzo della Regione, per gli stessi motivi — ma non insieme ai sindacati confederal­i — manifester­à anche il sindacato del comparto sanitario Nursing up.

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(foto Pretto Rensi) Segretari In primo piano Diaspro, poi Pallanch e Tomasi

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