«Airbnb paghi la tassa di soggiorno»
La mozione del Team K. «Serve un intervento legislativo della Provincia»
BOLZANO Gli affittacamere sono nel mirino del Team K. O meglio, lo sono gli affittacamere che non versano regolarmente la tassa di soggiorno e che non giocano con le stesse regole che sono tenute a rispettare le strutture ricettive tradizionali. E cioè: l’obbligo di comunicare la presenza di ospiti e quello di versare la tassa di soggiorno al comune. Motivo per cui il Team K, con una mozione, chiede un intervento normativo da parte della Provincia.
«In tutto il mondo si registra un boom di affittacamere — sostiene Paul Köllensperger —. E i numeri delle inserzioni su Airbnb sono in crescita anche in Alto Adige, con Bolzano che ha ormai superato gli 800 posti letto. Il problema è che il campione del mondo nel settore alberghiero è allo stesso tempo campione del mondo di elusione fiscale».
Il sospetto è infatti quello che «non tutte le strutture, o forse addirittura solo una piccola parte, siano in possesso di una regolare licenza — prosegue —. In Alto Adige, nel 2018, i pernottamenti dichiarati dalle strutture ricettive tradizionali sono stati 33 milioni. Ma a causa della lacuna legislativa esistente si può presumere che il numero di quelli non dichiarati, da parte di strutture prevalentemente private e prevalentemente attraverso Airbnb, sia molto più alto». Grazie al lavoro della questura di Bolzano, secondo il Team K, «sono stati intrapresi i primi sforzi sistematici per contenere il fenomeno», ma non basta.
Lo stesso vale per l’imposta di soggiorno che sono tenute a versare tutte le strutture ricettive per gli ospiti al di sopra dei 14 anni d’età, con costi che variano, a seconda del tipo di struttura, «da 0,50 a 2,50 euro a notte — continua Köllensperger —. È nell’interesse del turismo, che accanto all’industria è il più forte pilastro dell’economia altoatesina, far emergere le cifre reali e ripristinare le regole del gioco».