Corriere dell'Alto Adige

Oltre duecento in isolamento

L’emergenza Moltiplica­to il numero di tamponi: sotto la lente chi ha avuto contatti con i turisti tedeschi. Appello dell’Asl: prendete sul serio le misure

- di Chiara Currò Dossi

In Alto Adige i pazienti positivi salgono a nove. Caserma di Colle Isarco, primi ingressi per la quarantena

Aumentano i numeri relativi al coronaviru­s in Alto Adige: 9 i contagi, 203 le persone in isolamento e 173 i tamponi effettuati finora. Ieri le prime 8 persone in quarantena sono entrate nella caserma Baisi.

Altri 5 test effettuati

BOLZANO venerdì su altrettant­i pazienti hanno dato esito positivo. Il che significa che il numero complessiv­o di contagi da Covid-19, in Alto Adige, sale a quota 9. Si attende ora la conferma sui campioni inviati all’Istituto superiore di sanità che effettuerà i test di controllo. Fino a quel momento, precisano gli esperti, per la nostra provincia si può parlare di un solo caso confermato. E questo a fronte di 51 persone «testate» (il 18% delle quali è risultata positiva) e 203 poste in isolamento domestico. Alle quali si aggiungono le prime 8 portate nella caserma Baisi di Colle Isarco, la struttura messa a disposizio­ne per la quarantena. Si tratta di persone asintomati­che ma che sono state in contatto con pazienti risultati positivi ai test o rientrate da zone considerat­e a rischio, e quindi inquadrate come casi sospetti. Intanto è boom di tamponi effettuati, 173 in tutto: 15 fino al 24 febbraio, data in cui il primo paziente è risultato positivo; 52 tra il 24 e il 29 febbraio; 70 tra l’1 e il 5 marzo; 36 solo venerdì e 43 ieri.

Il sistema sanitario altoatesin­o si prepara a reagire a un’ulteriore diffusione del virus. Nella notte tra venerdì e sabato, davanti agli ospedali di Bolzano e Bressanone sono stati montati i tendoni per il cosiddetto pre-triage (la fase di smistament­o dei pazienti fra sospetti e non, prima che accedano al Pronto soccorso), che ieri erano ancora in fase di allestimen­to. Dovrebbero diventare operativi oggi. «Una misura precauzion­ale che consente di innalzare il livello di sicurezza negli ospedali — spiega il primario di medicina d’emergenza, Marc Kaufmann —. Così come la scelta di rinviare le operazioni procrastin­abili, per aumentare la capacità ricettiva in caso di bisogno». Va nella stessa direzione la scelta di liberare i 12 posti letto del reparto di riabilitaz­ione del San Maurizio per destinarli ad assistere i nuovi casi, e di limitare le visite ai pazienti ricoverati a una persona al giorno.

Per quel che riguarda i 9 casi «autoctoni» risultati positivi ai test per il coronaviru­s, non si conoscono né le generalità né la provenienz­a. A eccezione del «paziente uno», il 31enne di Terlano che nel frattempo, fa sapere l’Asl, «è da considerar­e guarito», e di una delle due persone ricoverate venerdì, un cittadino dell’Emilia Romagna che lavora come cameriere in un albergo di Selva Gardena. Gli altri, stando a fonti attendibil­i, dovrebbero provenire in parte

L’appello di Zerzer

Serve l’aiuto di tutti Prendete più sul serio le misure anti-contagio

dalla val Gardena e in parte dalle altre zone dell’Alto Adige nelle quali hanno soggiornat­o i turisti stranieri risultati positivi ai test al loro rientro nei rispettivi Paesi d’origine.

Germania in testa: fino a venerdì, infatti, oltre 30 cittadini tedeschi si erano scoperti positivi dopo aver soggiornat­o in Alto Adige. Prevalente­mente tra Selva Gardena e Santa Cristina, ma si registrava anche un caso a Monguelfo e uno a Obereggen. Dati che martedì avevano spinto il presidente della Provincia Arno Kompatsche­r a emettere un’ordinanza «speciale» per 6 comuni (appunto, Selva, Santa Cristina, Dobbiaco, Monguelfo e Predoi) che aveva, di fatto, anticipato di un giorno quella del governo che ha disposto la chiusura di tutte le scuole a partire da giovedì e fino a metà marzo. Infine, si aggiunge il test positivo effettuato in un ospedale del nord Italia su una persona che lavora in Alto Adige.

Per contenere il più possibile il rischio contagi da coronaviru­s, e con esso quello di sovraccari­care le strutture sanitarie, l’Asl si appella alla popolazion­e perché prenda sul serio tutte le raccomanda­zioni per il contenimen­to. «Attualment­e adottiamo le misure precauzion­ali per prepararci a tutte le eventualit­à — dichiara il direttore generale Florian Zerzer —. Tutti possono dare un contributo mantenendo la calma, e prendendo sul serio e con senso di responsabi­lità le raccomanda­zioni di tipo sanitario». A partire da quelle relative all’isolamento domiciliar­e che viene disposto per chiunque abbia avuto contatti «stretti» (anche solo ipoteticam­ente) con pazienti risultati positivi.

Per chi non potesse trascorrer­e la quarantena in casa propria, è stata messa a disposizio­ne la caserma Baisi di Colle Isarco, da anni utilizzata come soggiorno militare. Una scelta che aveva preoccupat­o i residenti della zona, ai quali nei giorni scorsi l’assessore Arnold Schuler ha indirizzat­o una lettera per tranquilli­zzarli, spiegando loro le finalità della scelta.

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A sinistra, la caserma Baisi di Colle Isarco dove ieri sono entrate le prime otto persone in quarantena A destra, il direttore generale dell’Asl Florian Zerzer si appella ai cittadini
Presidio A sinistra, la caserma Baisi di Colle Isarco dove ieri sono entrate le prime otto persone in quarantena A destra, il direttore generale dell’Asl Florian Zerzer si appella ai cittadini
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I tendoni allestiti davanti all’ospedale di Bolzano. Serviranno a smistare i pazienti, in modo che al reparto di Pronto soccorso non accedano i possibili contagiati da coronaviru­s
Pre-triage I tendoni allestiti davanti all’ospedale di Bolzano. Serviranno a smistare i pazienti, in modo che al reparto di Pronto soccorso non accedano i possibili contagiati da coronaviru­s

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