Vino, colpita la filiera «Meno ordini»
Cancellata la fiera di Mareccio, quella di Trento resta in bilico
Salta la 97esima edizione della Mostra dei vini, settore che già avverte le prime ripercussioni a livello di fatturato.
L’ultima «vittima» del
TRENTO coronavirus è la Mostra dei vini di Bolzano che, a poche ore dall’annuncio del programma della 97ma edizione, fissata dal 26 al 29 marzo, è stata annullata (e non procrastinata), dando così appuntamento al 2021. Per quella di Trento, calendarizzata per i primi di maggio, una decisione sarà presa a fine mese.
Dopo che il mondo del vino ha visto saltare l’importantissima fiera internazionale Prowein di Düsseldorf (a data da definirsi) e il Vinitaly di Verona, che ha invece fissato le nuove date dal 14 al 17 giugno, il sentiment degli operatori del settore in regione è, ovviamente, di preoccupazione. «Iniziamo già a sentire i primi segnali di calo del fatturato, anche se e stime sono in questo momento sono premature — spiega Martin Foradori Hofstätter, produttore e vice presidente del Consorzio vini Alto Adige —. A essere colpita è tutta la filiera e i viticoltori risentiranno di tutti questi problemi in autunno». Secondo Foradori, che è anche alla guida della storica cantina di famiglia a Termeno, «il remunerato delle uve della vendemmia 2020 sarà sicuramente in calo», senza considerare probabili giacenze che causeranno ulteriori complicazioni durante la raccolta della nuova annata.
A preoccupare è soprattutto il mercato interno, come confermano tutti gli operatori, sia locali sia nazionali, tra cui Franz Josef Loacker, coproprietario della Loacker Wine Estates (tre tenute, a
Bolzano, Montalcino e in Maremma): «La situazione del mercato italiano è condizionata al momento da un numero minore di turisti che significa meno presenze nei ristoranti e nelle strutture alberghiere, quindi un numero inferiore di consumazioni, è una reazione a catena».
Romina Togn della cantina trentina Gaierhof di Roveré della Luna, nonché presidente della sezione Trentino Alto Adige dell’associazione Donne del Vino, non ha dubbi: «Le ripercussioni sugli ordini li stiamo sentendo già da dieci giorni, il telefono non suona più dal 24 febbraio. Paesi come Stati Uniti e Sudamerica per il momento non danno segnali di contrazione, ma ritengo anche che sia presto per dirlo. A livello di economia italiana, in generale e non solo legata al mercato vino, credo ci saranno ripercussioni pesanti. Il governo italiano ed europeo ha gestito malamente tutta questa situazione e ha provocato danni ancora non calcolabili. Negli anni della Sars, mi occupavo dei Paesi asiatici e posso assicurare che si viaggiava liberi, anche se ovviamente con delle regole: anche oggi per chi lavora servirebbe un corridoio sanitario, in modo da poter continuare a viaggiare e portare avanti le proprie attività». Pietro Patton, presidente del Consorzio vini del Trentino, condivide le preoccupazioni: «A livello generale siamo positivi, se viene ripreso il controllo in breve tempo a livello nazionale i danni saranno limitati, ma
ogni settimana che si dovesse aggiungere presenterà conti sempre più salati e ci auguriamo che non vengano posti dei blocchi di circolazione delle merci. Il primo bilancio si potrà fare tra un mese. Quanto alle ripercussioni sulle remunerazioni delle uve della prossima vendemmia, è possibile che ci saranno, ma è prematuro dirlo». Una buona notizia, però, c’è. Tiene, per il momento, l’estero: «La situazione dell’export — fa sapere Loacker — risulta al momento meno compromessa. A seguito della cancellazione di Prowein, abbiamo deciso di visitare i nostri contatti chiave direttamente nelle loro sedi in Germania e in Austria. Con altri clienti in altre nazioni, come Svezia, Svizzera, Canada e Stati Uniti, abbiamo fissato diverse Skype call per discutere future strategie. Siamo convinti che in tempi di confusione per un futuro incerto sia molto importante investire nell’assistenza al cliente, per mostrare loro la nostra volontà di combattere questa percezione negativa».
I problemi, quindi, per il momento sono legati ai viaggi più che agli ordinativi, che però rientrano in quelle azioni di marketing e promozione vitali nel bilancio del mondo del vino. «Le conseguenze di tale emergenza — spiega a Wine Meridian Luca Rigotti, presidente di Mezzacorona Sca — le vedremo sul medio termine, la speranza di tutti è che passi in fretta».