La terra dei traumi e la possibilità di un nuovo civismo
Il nostro caffè al bar, il nostro cinema il sabato sera, le nostre quattro chiacchiere con gli altri genitori aspettando che i ragazzini escano da scuola. Eravamo talmente convinti che tutto questo fosse definitivamente acquisito da non accorgerci più del privilegio di poterlo avere. Cosa mai avrebbe potuto minacciare la nostra vita e le nostre abitudini, in questo Veneto pieno di telecamere per il controllo a distanza, allarmi perimetrali e servizi di vigilanza privata? Il primo, deflagrante effetto del coronavirus è stato mostrarci la fragilità della nostra condizione personale e collettiva. Un grande filosofo tedesco diceva che gli uomini sono «gettati nel mondo». Quanto sta accadendo in questi giorni ci mostra con stupefacente esattezza la verità di queste parole. La storia è ricchissima di grandi traumi collettivi, che hanno cancellato in pochi giorni assetti