Piccole imprese, supporto dalle università per i talenti
I dati della Lub: «Le Pmi in regione godono di ottima salute»
BOLZANO Le imprese del Trentino Alto-Adige godono di ottima salute. A dirlo è uno studio della Libera Università di Bolzano, condotto dai professori di economia aziendale Massimiliano Bonacchi e Nicola Dalla Via, sulla base dei dati elaborati dal rapporto «Eccellenze del Nord Est». Dalla ricerca condotta si delinea un quadro molto positivo, con le imprese della regione che negli ultimi anni hanno aumentato sia il fatturato che il Roi, l’indicatore che analizza la redditività degli investimenti condotti dall’impresa.
«Le imprese più performanti della regione, di qualunque dimensione, sono ben capitalizzate e, non avendo rilevanti problemi d’indebitamento, sono in grado di affrontare i possibili momenti di difficoltà che inevitabilmente si affacciano spinti dall’attuale problematico contesto nazionale ed internazionale», spiega Dalla Via.
Se si guarda alle dimensioni delle aziende, si nota che le medie imprese, che rappresentano il 7% delle imprese del Trentino Alto-Adige, crescono di più sia rispetto alle piccole imprese (con fatturato minore ai 10 milioni di euro, il 92% delle imprese regionali), rispetto alle grandi imprese (con fatturato superiore ai 50 milioni). «Significa che se il tessuto imprenditoriale della regione vuole migliorare serve aiutare le piccole imprese a crescere per diventare medie», sostiene Bonacchi.
In un sistema economico dove negli ultimi anni non sono mancate le idee innovative, né sono mancati i capitali per realizzarle, i due studiosi riconducono quindi la difficoltà di crescita delle imprese regionali al terzo fattore fondamentale per la crescita: i talenti. «Nelle imprese familiari c’è l’idea che la crescita va di pari passo con la forza della famiglia — afferma ancora Bonacchi —. Questo può essere un bene ma anche un male. Il setting perfetto consiste nell’avere un board composto dalla famiglia (che delinea gli obiettivi di lungo termine) e un top management composto da manager esterni. Il manager esterno può aiutare l’imprenditore nel dare esecuzione alla strategia imprenditoriale, magari anche attraverso l’internazionalizzazione con l’apertura di branch magari in Cina o negli Usa. Le imprese familiari vanno bene quando imparano a non vincolare la crescita dell’impresa ai membri della famiglia».
E se per le imprese avere i talenti a portata di mano potrebbe sembrare un ostacolo insormontabile, entrano in gioco le università, che se supportate dalle imprese private possono diventare fucine di talenti: «Alcune imprese come Sparkasse, Volksbank e Bureau Plattner l’hanno capito e hanno iniziato a coltivare i talenti già sui banchi dell’università, offrendo loro borse di studio per perfezionare gli studi in università internazionali — spiegano Bonacchi e Dalla Via —. Finito il periodo di formazione universitaria, i talenti sono pronti per entrare in azienda portando la cultura internazionale».
Nel complesso quindi le imprese della regione godono di una salute finanziaria sopra la media e, se dovessimo guardare al breve termine, con una recessione economica all’orizzonte e il pericolo economico creato dal Coronavirus, Bonacchi rimane fiducioso: «La Cina ha dimostrato che in due mesi si esce dalla crisi. Se tra due mesi l’economia riparte non ci dovrebbero essere grossi effetti reali, soprattutto per le imprese familiari che spesso meglio delle altre riescono a reagire a eventi imprevisti facendo forza sul maggior attaccamento ai valore di impresa e sulla maggiore flessibilità».