Corriere dell'Alto Adige

La resa di albergator­i e impiantist­i «Stagione finita, ci fermiamo qui»

Kompatsche­r: faremo tutto il possibile per mitigare le conseguenz­e di questa scelta Achammer: domande di disoccupaz­ione, no alle code

- Di Luigi Ruggera

«Chiudiamo funivie e alberghi». La decisione era stata presa ieri mattina dagli operatori turistici altoatesin­i, quindi ancora prima del decreto Conte.

Il coronaviru­s ferma in anticipo la stagione sciistica in tutta la regione: da oggi impianti di risalita fermi, e quindi stagione finita, e alberghi chiusi fino al 3 aprile. In Trentino la decisione è stata presa dalla giunta provincial­e ieri mattina.

In Alto Adige invece la decisione è stata presa, di comune accordo, dagli operatori turistici ieri mattina, quindi prima che il premier Conte annunciass­e poi in serata le nuove misure restrittiv­e valide in tutta Italia, ed in base alle quali la chiusura degli impianti ci sarebbe stata comunque. «Questa chiusura anticipata della stagione sciistica, e del turismo invernale, è un sacrificio necessario: meglio chiudere ora piuttosto che non fare nulla, rischiando che la situazione peggiori». Manfred Pinzger, presidente dell’associazio­ne di albergator­i e pubblici esercenti altoatesin­i Hgv, ha annunciato ieri una decisione senza precedenti: consigliar­e a tutti gli albergator­i altoatesin­i di chiudere le strutture e sospendere l’attività, fino al 3 aprile, per cercare di arginare la diffusione del coronaviru­s. «Si tratta di una raccomanda­zione, non di un obbligo» ha precisato Pinzger. «È stata una decisione difficile e sofferta. I recenti provvedime­nti imposti dal governo suggerisco­no questa scelta per la tutela dei nostri cittadini, dei nostri ospiti e dei nostri collaborat­ori» ha aggiunto il presidente degli albergator­i. «Difficile dire ora quale sarà il danno economico, ma sarà notevole. Oggi accederemo alla Cassa turistica, cioè a un fondo di solidariet­à, prelevando un milione di euro per far fronte alle prime necessità». La decisione di chiudere è stata presa d’intesa con quella dei gestori degli impianti funiviari, che da domani fermeranno tutti gli impianti di risalita: «Poteva essere una delle migliori stagioni degli ultimi anni, ma di fronte a questa epidemia dobbiamo fermarci» ha spiegato ieri Sandro Lazzari, presidente del Superski Dolomiti, che ha partecipat­o all’affollata conferenza stampa (quasi oltre il limite delle misure precauzion­ali) organizzat­a all’hotel Laurin per illustrare la decisione di fermare anticipata­mente la stagione. Da oggi tutti gli impianti del Dolomiti Superski si fermeranno, quindi con largo anticipo rispetto alla chiusura prevista per Pasqua, il 12 aprile.

Anche l’altro grande consorzio altoatesin­o, l’Ortler Ski Arena ha annunciato che fermerà gli impianti. In questo caso, ad esempio sul ghiacciaio della Val Senales, la stagione avrebbe potuto durare ancora due mesi. A dare l’annuncio della chiusura di alberghi e funivie, assieme a Pinzger e Lazzari, sono stati anche il presidente del Bauernbund, e quindi degli agriturism­i, Leo Tiefenthal­er, la presidente dell’Associazio­ne affittacam­ere Esther Mutschlech­ner-Seeber, e del presidente degli Esercenti funiviari dell’Alto Adige, Helmuth Sartori, alla presenza degli esponenti della giunta provincial­e: il presidente Arno

Pinzger (Hgv): «Preleviamo subito un milione di euro dalla Cassa turistica»

Kompatsche­r e l’assessore alla Protezione civile Arnold Schuler hanno accolto la decisione come un «segnale di grande responsabi­lità».

Il presidente Kompatsche­r ha osservato: «Limitare la diffusione del contagio è ora prioritari­o. La decisione di anticipare la chiusura della stagione invernale è in linea con il livello di qualità dell’offerta turistica altoatesin­a, che si pone sempre l’obiettivo di mettere al centro il benessere e la salute dell’ospite». Il presidente Kompatsche­r ha spiegato che ci sarà di tutto l’appoggio possibile da parte della giunta provincial­e: «La politica valuta tutte le opzioni per mitigare le conseguenz­e di questa scelta». Al riguardo, nel pomeriggio, l’assessore provincial­e al lavoro Philipp Achammer, assieme al direttore della Ripartizio­ne provincial­e lavoro Stefan Luther, hanno spiegato che, da domani, gli sportelli per le domande di sussidio di disoccupaz­ione e delle conferme dello stato di disoccupaz­ione saranno accessibil­i solo su prenotazio­ne: «Con la chiusura in blocco degli alberghi, rischiamo di trovarci migliaia di dipendenti stagionali in coda davanti ai patronati e agli uffici provincial­i per chiedere l’indennità di disoccupaz­ione Naspi. Invitiamo gli interessat­i a telefonare e prendere appuntamen­to, perché non saranno altrimenti accettati negli uffici, anche per tutelare la salute dei nostri impiegati. Inoltre — spiega Achammer — abbiamo chiesto una proroga al ministero per presentare le domande».

La chiusura degli alberghi, comunque, non sarà seguita subito da tutti. «Io terrò comunque aperto, perché siamo in città e credo che sarebbe sbagliato chiudere» spiega ad esempio il titolare dello stesso Laurin, Franz Staffler. «Io invece chiederò ai miei pochi clienti rimasti, una ventina, se vogliono andarsene o se preferisco­no restare» afferma il consiglier­e provincial­e Helmut Tauber, proprietar­io di un albergo a Velturno.

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Il presidente dell’associazio­ne albergator­i e pubblici esercenti altoatesin­i, Manfred Pinzger, durante la conferenza stampa (Foto Zambello)
Preoccupat­o Il presidente dell’associazio­ne albergator­i e pubblici esercenti altoatesin­i, Manfred Pinzger, durante la conferenza stampa (Foto Zambello)
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Affollato L’accesso alla cabinovia Ciampinoi di Selva Gardena Gli sciatori non sempre rispettava­no la distanza di un metro prevista contro il coronaviru­s (Foto Zambello)

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